CONTRO UN I° MAGGIO DI TRUFFE |
Governo, CONFINDUSTRIA e Sindacati confederali pongono all'ordine del giorno la "riforma del lavoro". |
Con ciò intendono: |
RIDUZIONE DEL COSTO DEL LAVORO |
ABBATTIMENTO DELLA COSIDDETTA "RIGIDITA' DEL LAVORO" |
EMERSIONE DEL LAVORO NERO |
Il tutto, PER IL SUD, andrebbe condito con una più diffusa "CULTURA D'IMPRESA" |
In sostanza ci dicono: Dimostrate una forte volontà contro la disoccupazione anche accettando lavori de-salarizzati (L.S.U. e simili); dimostrate di essere disposti a lavorare COMUNQUE, pur di lavorare, anche a costo di stipulare PATTI e CONTRATTI D'AREA non convenienti; accettate una occupazione e un reddito discontinui; accettate salari più bassi; accettate l'evenienza di spostarvi dove si offre un lavoro di qualsiasi tipo; rendetevi MOBILI, flessibili nei salari e nella cittadinanza...e vedrete che il vostro territorio diverrà più appetibile per i capitali nazionali e per quelli stranieri, gli imprenditori investiranno e in termini percentuali la disoccupazione scenderà. |
Conosciamo la disoccupazione più alta d'Italia |
Conosciamo i salari più bassi |
Conosciamo le forme più meschine di flessibilità e di mobilità |
Nonostante ciò gli unici capitali che conosciamo sono quelli che dal nostro territorio e dalla nostra fatica traggono ricchezze ma non le redistribuiscono, distruggono le antiche produzioni, inquinano il nostro ambiente, intrappolano i nostri cervelli, costringono sempre più vaste fette di popolazione a procacciarsi reddito a mezzo di lavoro extralegale. |
ANCORA UNA TRUFFA QUINDI ! |
E continuano a ribadire che il nemico non sono loro ma è la mafia; che la lotta alla mafia significa lotta alla corruzione del sistema. Ma è proprio il sistema di capitale che è essenzialmente criminale, che produce corruzione e costringe all'extralegalità masse di persone. |
Sul nostro territorio, in tutto il meridione d'Italia, si stanno sperimentando i modelli produttivi che saranno presto legge nazionale. Gli accordi del Luglio '93 mediavano l'esigenza della de-regolamentazione del mercato del lavoro; oggi ogni mediazione salta e si procede spediti all'ultimo atto di quello che fu il "diritto del lavoro". |
I tempi sono quelli di Maastricht, della moneta unica e del mercato globale. |
Per noi ciò che oggi la crisi pone all'ordine del giorno non è la questione della occupazione/disoccupazione, ma il TIPO DI SVILUPPO, ciò che esso produce, i rapporti che esso implica, le basi su cui esso si fonda. Un tipo di sviluppo che, tra l'altro, al momento genera guerre (vedi Albania) per la riconquista armata dei mercati, nella logica della competizione fra gruppi capitalistici. In questo modo la richiesta di lavoro viene risolta eliminando fisicamente chi la fa. |
L'inconciliabilità di questo "sviluppo" con le necessità dei popoli è sotto gli occhi di tutti. |
Pensare forme congeniali di esistenza, muoversi nel senso del restauro delle comunità territoriali, di una economia dei luoghi, contro l'invasione del mercato globale; agire critica alle modalità del 'loro' progresso, che apre alle forme della moderna barbarie, della lotta per spartirsi la miseria; porre la questione dell'autodeterminazione del proprio territorio, delle produzioni e dei rapporti congeniali, è ormai lotta per la sopravvivenza. |
Contro la riforma del lavoro |
Contro la logica del profitto |
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Osservatorio Meridionale su lavoro e lotte sociali |