L’INTERVISTA
Frattini: il nuovo governo
dialogherà con i capi della sinistra antagonista
«Credo che anche nel
prossimo futuro l’Italia si batterà per l’abolizione del debito del Terzo
Mondo»
- ROMA - Venerdì il Foglio ha lanciato l’idea di un tavolo di discussione
per salvaguardare sia il vertice G8 sia il diritto alla protesta. Ieri su Liberazione
Fausto Bertinotti, leader di Rifondazione, ha risposto: «Io ci sto». Il dibattito
era stato innescato da un intervento di Franco Frattini, esponente di spicco di Forza
Italia e presidente del Comitato di controllo parlamentare sui servizi segreti nella
scorsa legislatura. Frattini accetta la disponibilità di Bertinotti assicurando che il
governo del Polo si batterà a Genova per l’abolizione del debito dei Paesi del Terzo
Mondo. Cosa replica a Bertinotti?
«Il suo è un gesto importante. E’ sorprendente che esso sia stato possibile
grazie ad un’apertura da parte nostra, cioè da parte della Casa delle Libertà. Un’apertura
che secondo me era doverosa e che il governo di centrosinistra non ha mai avanzato né un
anno fa, né sei mesi fa e fino a ieri. L’errore compiuto dal governo Amato è stato
quello di considerare il problema dell’ordine pubblico durante il vertice come un
problema tecnico-militare e non invece politico. Nessuno ha mai dato una risposta ai
cinque punti avanzati dal Genoa Global Forum, che in sostanza vuole uno spazio per
organizzare il contro G8 e tre cortei. Questo porta a un muro contro muro, allo
scontro e alla militarizzazione di una città e di un’intera Regione. Invece, secondo
noi, con la sinistra antagonista che vuole rimanere nei limiti del pacifico dissenso si
deve discutere».
Insomma alle richieste voi risponderete sì: ma a quali condizioni?
«Quella di stabilire insieme i limiti di accesso a Genova. Sia chiaro, noi dal Forum
vogliamo una garanzia di tipo politico e non poliziesco: ci basterebbe un’esatta
individuazione di chi intende partecipare in modo pacifico. E’ poi evidente che se
noi avremo Bertinotti, Grazia Francescato e Pecoraro Scanio che marceranno alla testa di
uno dei cortei, questo sarà il segno di un’assunzione di responsabilità da parte
della sinistra parlamentare. Adesso faccio io una domanda: i Ds che ne pensano? Ritengono
anche loro che si debbano evitare tre giorni di scontri e di violenza?».
Qual è il segnale che il nuovo governo vuole dare?
«Berlusconi vuole impostare con la sinistra responsabile il confronto sui temi della
globalizzazione che la sinistra di governo non ha saputo sviluppare. Dobbiamo recuperare
il tempo perduto. Inoltre Berlusconi non vuole che il G8 sia l’occasione di un campo
di battaglia per un’altra e più profonda ragione: il G8 non è e non deve essere
vissuto come la riunione dei Paesi ricchi che vogliono strangolare quelli più poveri».
Questa considerazione ci porta direttamente al cuore dei contenuti del vertice. Quale
sarà la posizione italiana?
«Il presidente Ciampi ci ha indicato una priorità: la situazione dell’Africa.
Noi dobbiamo globalizzare, oltre che l’economia, anche la solidarietà. Allargare al
mondo quei meccanismi economici di solidarietà che abbiamo già messo in atto, ad
esempio, all’interno dell’Unione Europea. La linea di politica economica del
governo Berlusconi sarà, anche all’interno, quella dell’economia sociale di
mercato e non di un liberismo selvaggio, come ci è stato erroneamente e intenzionalmente
attribuito. Del resto, non c’è altra via da percorrere davanti ai fenomeni migratori
epocali che si stanno verificando. Gli esponenti di Lilliput mi hanno spiegato che
sono necessari meccanismi economici di correzione della globalizzazione dei mercati per
impedire, ad esempio, che i piccoli produttori di caffè vengano strangolati. Un altro
strumento potrebbe essere l’abbassamento delle tasse doganali su certi prodotti, come
lo zucchero di canna».
Il governo D’Alema e Jovanotti avevano chiesto l’abolizione del debito del
Terzo Mondo. Voi che farete?
«Questa è sempre stata la posizione italiana: ricordo che Craxi la fece propria
quando ebbe l’incarico all’Onu. Credo che questa bandiera adesso sarà presa in
mano dal nuovo governo».
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M.
Antonietta Calabrò |
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