Corriere della sera 28 luglio 2001
IL
RETROSCENA
Nella scuola c’era
anche il capo dell’Antiterrorismo
- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
GENOVA - C’erano anche due tra i più alti dirigenti della polizia italiana, la
notte del blitz nella scuola. Uno è Arnaldo La Barbera, direttore dell’Ucigos, l’ufficio
centrale di Roma che si occupa di antiterrorismo. Il collega è Franco Gratteri, direttore
dello Sco, il Servizio centrale operativo della polizia spesso impegnato in indagini
antimafia. A loro, quando gli agenti in tenuta antisommossa erano già in azione, si è
aggiunto Roberto Sgalla, ex segretario del Siulp, il maggiore sindacato di polizia, e ora
capo ufficio stampa di Gianni De Gennaro. Chi c’era, li ha visti entrare e uscire
dalla palazzina della Provincia affidata al Genoa Social Forum per i giorni del G8. Ed è
probabile che siano chiamati presto a testimoniare davanti al procuratore aggiunto
Francesco Lalla, che sta coordinando l’inchiesta contro ignoti per lesioni gravi,
violenza privata e abuso d’ufficio sui fermati.
La Procura ha ricevuto ieri l’elenco dei funzionari che hanno partecipato alla
perquisizione. Sono tredici nomi. La questura e il ministero dell’Interno stanno ora
raccogliendo quelli degli agenti che hanno eseguito l’operazione. Sarebbero quasi
tutti in servizio al reparto mobile di Roma, in trasferta a Genova per il G8.
Sono più o meno altri 70 nomi. Il procuratore Lalla ha intenzione di sentirli tutti come
testimoni. L’inchiesta al momento è stata aperta, appunto, contro ignoti. I
poliziotti avevano il capo riparato dai caschi e il viso coperto da fazzoletti. Sarà
quindi difficile per i 61 feriti riconoscere chi li ha picchiati. La Procura sta
raccogliendo fotografie, filmati, referti medici. E attende l’arrivo delle denunce da
parte di testimoni e vittime.
I 13 nomi elencati nella comunicazione della polizia alla Procura vengono per ora tenuti
segreti. Sono tutti i funzionari, di vario grado, che hanno diretto gli agenti o che erano
presenti. E quanti hanno poi firmato i verbali con le motivazioni degli arresti.
Motivazioni in gran parte respinte dai gip. Nella mezz’ora più tesa della
perquisizione e dei pestaggi, Arnaldo La Barbera e Franco Gratteri sono stati visti vicini
ai loro uomini. Roberto Sgalla è arrivato più tardi, come portavoce del capo della
polizia: giornalisti, parlamentari e dirigenti del Genoa Social Forum stavano protestando
per l’impossibilità di poter verificare quanto stava accadendo. La polizia aveva
isolato la scuola e dalle finestre uscivano grida disperate. Sgalla ha così potuto
avvicinare i colleghi in azione, per poi riferire la versione della polizia. Stavano
uscendo i primi feriti in barella. E il funzionario ha detto che si trattava di persone
rimaste contuse durante gli scontri del pomeriggio. Il racconto successivo dei medici
degli ospedali di Genova e delle vittime dopo la loro scarcerazione ha dimostrato che
anche a Sgalla non era stata raccontata la verità. Il procuratore aggiunto Francesco
Lalla ha visitato ieri la scuola, da qualche giorno sotto sequestro. «È stata una visita
informale - spiega - per rendermi conto della situazione in vista degli interrogatori».
Nel pomeriggio, il magistrato ha incontrato per un’ora la commissione del Viminale
che ha avviato l’indagine interna sulle denunce di pestaggi nella sede del Forum e
nella caserma della polizia di Bolzaneto. Durante la perquisizione di sabato notte, gli
agenti avevano anche sequestrato picconi e badili, indicandoli come armi usate nelle
manifestazioni: erano stati invece presi da un cantiere dentro la scuola. Un poliziotto
aveva anche raccontato di essere stato accoltellato alla schiena. Un ragazzo lo avrebbe
aggredito per poi fuggire in mezzo agli altri, impedendo così, secondo la versione della
polizia, la sua identificazione. Per terra era rimasto un coltello. I magistrati hanno ora
scoperto che l’arma è stata raccolta a mani nude: le impronte digitali dell’aggressore
sono scomparse.
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Fabrizio
Gatti |
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