Corrirere della sera 27 luglio 2001
«Vogliono
mettere la polizia sul banco degli imputati»
Scajola a Genova: si
rovesciano le responsabilità, vengono nobilitati i violenti. Rutelli: governo arrogante
- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
GENOVA - «Uninspiegabile inversione delle parti; è come se sul banco degli
imputati ci fossero le forze dellordine, anziché i contestatori, che hanno
trasformato una manifestazione pacifica in guerriglia urbana. Ciò non è degno di un
Paese civile». Non ha dubbi il ministro dellInterno, ieri in trasferta a Genova.
Tono pacato, parole decise, respinge ancora una volta al mittente le accuse sul
comportamento di polizia e carabinieri, durante i giorni caldi del G8. Concede, tuttal
più, la responsabilità di eventuali abusi, attribuibili a singole persone. «Se si
accertassero errori di valutazione o eccessi, non saranno tollerati», afferma. Poi,
accenna a una debole autocritica: «Per lordine pubblico, si è fatto il possibile,
anche il risultato raggiunto non è stato il massimo». Claudio Scajola sceglie Palazzo
Spinola, sede della Prefettura, per fare il punto con i giornalisti sulla giornata nel
capoluogo ligure, fitta di incontri istituzionali. Unora dopo, al porto antico, in
un altro palazzo gremito, ma di genovesi ulivisti, Francesco Rutelli, capo dellopposizione,
rilancia: «Siamo stati zitti a lungo, perché in strada cerano, da una parte
poliziotti e carabinieri, dallaltra i manifestanti. Ma adesso è tempo di bilanci.
Noi siamo con le forze dellordine in tutti i casi in cui rispettano rigorosamente le
regole. Se così non è, bisogna accertare e intervenire». «Per troppi giorni - denuncia
Rutelli - non hanno fermato i delinquenti, mentre hanno attaccato persone innocenti. Se lattuale
maggioranza si oppone a unindagine parlamentare, ciò è segno di grande
arroganza». Più che una sfida, una schermaglia: non è Genova il luogo della resa dei
conti tra governo e opposizione.
Il ministro dellInterno si mostra sicuro di sé. Puntualizza che lo scopo principale
della sua trasferta riguarda la questione dei danni subiti dai genovesi e, quindi, del
risarcimento. Non lesina, tuttavia, risposte sulla gestione dellordine pubblico. Con
una premessa: il governo esprime «massima solidarietà a carabinieri e polizia». Sulla
scia del responsabile del Viminale, da Roma il comandante generale dellArma, Sergio
Siracusa, afferma che i 6.300 carabinieri impiegati a Genova «erano tutti volontari,
preparati ad affrontare lemergenza ordine pubblico da un addestramento capillare».
Sul controverso blitz notturno nella scuola-dormitorio, Scajola ribadisce di non essere
stato informato, se non a fatti avvenuti. «Ma va bene così - spiega -. Non cera
motivo che fossi avvertito preventivamente; lazione era più che giustificata:
dentro la struttura sono state ritrovate molotov, armi improprie e importanti esponenti di
organizzazioni straniere note alla polizia europea». E la proposta di alcuni parlamentari
tedeschi di avviare una commissione internazionale di inchiesta? «Sono in contatto con i
ministri dellInterno di altri Paesi. La settimana prossima, in Liguria, incontrerò
il collega tedesco». E veniamo al risarcimento dei danni. Il ministro, palesemente
soddisfatto, avverte che i 15 miliardi stanziati dal governo sono «spendibili subito».
Con una procedura veloce i soldi vengono prelevati dal Fondo di riserva dellInterno.
«Poi saranno gestiti dal sindaco e dal presidente della Regione». Precedenza assoluta ai
privati cittadini. Ma cè già chi avanza altre pretese. Paolo Odone, presidente dei
commercianti, fa presente che Genova ha subito anche un forte danno dimmagine. Per
il rilancio della città occorrono 20 miliardi lanno, per tre anni.
«Vedremo, vedremo - risponde Scajola -. Soldi ce ne sono pochi».
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Marisa
Fumagalli |
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