sabato 13 ottobre 2001

CORTEO AUTORGANIZZATO
CONTRO LA GUERRA

STUDENTI E STUDENTESSE DI ROMA

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volantino indizione sit in
cronaca di una studentessa

1.
Sciopero degli studenti contro la Guerra - Partenza in gruppi e minicortei dalle proprie scuole
2.
Si raggiunge P.zza della Repubblica, dove c'è il sit-in organizzato dai/lle Studenti/esse Autorganizzati/e
3.
Comincia l'assemblea contro la guerra. Ci sono già quasi mille persone
4.
Guardie e carabinieri sono inizialmente poche e un po' nascoste
5.
Vengono appesi e srotolati numerosi striscioni contro l'attacco U$A in Afghanistan
6.
Arrivano altri striscioni delle tantissime scuole che cominciano ad affollare la piazza
7.
La piazza, anche un po' a sorpresa, si riempie a dismisura: giungono oltre 3000 studenti/esse
8.
L'assemblea, vista l'enorme partecipazione, decide di partire in un corteo spontaneo verso l'ambasciata americana (o il più vcino possibile per lo meno)
9.
Il corteo, lungo, si snoda verso Piazza Barberini. Il corteo è rumoroso, partecipato colorato e inkazzato
10.
Lo striscione di apertura è eloquente e senza mezzi termini: "Contro la guerra del Capitale, lotta di classe internazionale"
11.
il corteo cresce anche nel breve percorso da P.zza Repubblica a P.zza Barberini, sfilando per questa zona ricca, commerciale e centrale
12.
La testa del corteo arriva a P.zza Barberini sostando di fronte al cordone di polizia schierato all'imbocco di via Veneto
13.
Anche il resto del corteo raggiunge la piazza (che è a poche centinaia di metri dall'ambasciata yankee)
14.
La piazza si sta riempiendo e la rabbia cresce. Partono numerosi cori al ritmo di "Assassini, assassini!!"
15.
Breve momento di tensione. A spintoni la Digos e qualche celerino cercano di respingere la pressione della piazza che vuole attraversare via Veneto
16.
Il corteo si inkazza e prendendo di sorpresa la polizia vira per una traversa lasciata scoperta dalle guardie, raggiungendo ugualmente l'ambasciata. Ce l'abbiamo di fronte (protetta), a poche decine di metri.
17.
A via Veneto, di fronte al palazzo degli Yankee, scappano alcune provocazioni della Digos. Sembra che uno studente sia stato preso (nei pressi dell'ambasciata) e malmenato (e poi portato via). Urla e rabbia contro repressione e guerra.
18.
Intanto continua ad affluire gente e si fa un assemblea conclusiva proprio a via Veneto (cuore del lusso di Roma) e sotto lo sguardo Americano
19.
Si ritorna a casa, rilanciandosi appuntamenti e scambiandosi info. Non dimentichiamo di ESSERE SEMPRE SORVEGLIATI (telecamere sul corteo)
 



CONTRO LA GUERRA DEL CAPITALE...

Viviamo in una societa' capitalista: la guerra in Afganistan è necessaria al processo di evoluzione del capitale che ha bisognodi nuove aree geografiche da sfruttare affrontare la prioria crisi. Ma a nascondere tale mira criminale c'è sempre qualche pretesto ,come l'attacco alle torri gemelli e al pentagono,che non fa altro che confermare il conflitto Medio orientale, gia esistente, nato dalla lotta per il possesso dei giacimenti petroliferi e per il controllo dei territori.
Quella che ci viene descritta come lotta al terrorismo è in realtà la lotta fra piu stati che si contendono il "diritto " di sfruttare, affamare e distruggere un'intera regione .Quelli che ci vengono presentati come schieramenti contrapposti (l'occidente e il blocco islamico) in realta si fondano sugli stessi pilastri (profitto,repressione,pensiero unico,ecc.).
Linformazione asservita dei mass-media filtra le notizie, le censurano, le manipolano per giustificare la guerra e tutti i provvedimenti repressivi ed economici..
DISERTIAMO QUESTA GUERRA utile solo ai padroni per aumentare le proprie ricchezze , pagata dal proletariato internazionale con i bombardamenti e con i tagli alla spasa pubblica per finanziare eserciti e operazioni militari.OPPONIAMOCI ad ogni interrvento in Afganistan (NATO o ONU poco cambia...)
SVILLUPPIAMO momenti di dibattito e lotta autorganizzati nelle scuole!
...LOTTA DI CLASSE INTERNAZIONALE
SABATO 13 OTTOBRE
SCIOPERO STUDENTESCO
ASSEMBLEA CITTADINA
ore 9.00 PIAZZA ESEDRA

Studenti/esse autorganizzati/e


CRONACA DI UNA STUDENTESSA

Le scuole di Roma contro i bombardamenti, contro i terroristi, contro lo sfruttamento. Tutti in piazza dell'Esedra, tante scuole, tanti striscioni, un no ricorrente, quello alla guerra. Noi del Peano non siamo troppi, ma abbastanza incazzati e in più c'è il padre di una di noi. Forse solo un ritorno nostalgico, o il bisogno di comunicare di una generazione che ormai parla poco, ma questa è un'altra storia. Verso le 10 la macchinetta rossa (sempre la stessa) dei rifondini acchittata con musica e microfono ci ha fatto sedere: inizia l'assemblea. Le prime parole sono quelle per Carlo Giuliani, un brivido mi percorre ripensando alla rabbia di quella notizia, ricevuta mentre stavo dall'altra parte del mondo e non potevo fare molto se non accumulare veleno. Caldi applausi, poi di nuovo le parole senza fiato strillate al microfono che le impasta per bene. Introduzione di due o tre ragazzi e ragazze che dicono verità che fomentano. Ma nessuno ha voglia di rimanere seduto, la piazza è sempre più piena, non c'entriamo tutti. Alla parola "corteo" tutti in piedi, qualche minuto e via verso piazza Barberini. Noi del Peano stiamo quasi all'inizio, con il nostro striscione "BASTA IPOCRISIA NON ESISTONO BOMBE UMANITARIE". Si avanza lenti, ci si ferma ogni 100 metri, si strilla sempre più forte gli slogan di sempre e quelli di oggi. Siamo sulla strada che io chiamo "delle compagnie aeree", dove appunto c'è la sede italiana della maggior parte delle compagnie di tutto il mondo, e l'ho trovato parecchio ironico, ma forse non c'era tempo di pensare, solo strillare e sentirti parte di qualcosa di grande, come succede ad ogni manifestazione che si rispetti. A piazza Barberini altro blocco, non ci vogliono fare arrivare all'ambasciata. La prima fila di quel serpentone di cui ancora non si vedeva la fine si incazza, tutti siamo incazzati, di fare un'assemblea lì in piazza non ce ne frega niente, vogliamo arrivare all'ambasciata, salire su per via Veneto, nella culla della Roma ricca. Il tempo di una sigaretta e già siamo di nuovo in moto verso l'ambasciata, basta girare intorno alle guardie ed è fatta. Ci fanno passare. Qualcuno corre, ma non ce n'è bisogno, stranamente stanno abbastanza tranquilli nonostante il grido ASSASSINI che non tace. Ma se lo sono meritati. A 100 metri dall'ambasciata l'ultimo stop. Un ragazzino molto preoccupato mi chiede se c'e' da star tranquilli, non è che poi c'è qualche esaltato che va a fare a botte con le guardie. Io penso che la sciarpetta che ho al collo non è casuale, anche se non ce n'è bisogno non si sa mai. Poi penso alla grande spaccatura nel movimento, non solo quello degli studenti, che crea questa questione. Manifestazione pacifica o violenza mirata? E poi l'opinione pubblica: Chi inizia? I manifestanti o le guardie?. Vado a vedere come mai ci siamo fermati là. Ma ci potevo arrivare da sola, come potevano mancare? Scudo maschera casco manganello e lacrimogeno, ecco a voi il celerino perfettino!!!! Ce ne stanno una 30ina a sbarrare la strada, resteranno così immobili per un tre orette buone. Poi arriva una notizia allucinante: pare che un ragazzo sia stato fermato e malmenato e portato via, ma non si sa nulla di più. Per quanto ne so è ancora nel non-dove. All'inizio non si sapeva chi fosse, poi è venuto fuori il nome, ma le guardie continuano a dire che loro non hanno fatto nulla. In effetti è possibile che abbiamo tutti le allucinazioni di massa, no? Poi li ha chiamati l'avvocato del tipo, e la questura gli ha detto che l'avevano accompagnato al motorino a piazza Barberini. Peccato che il tipo aveva lasciato il motorino a piazza Esedra, e che il motorino era ancora là. Inoltre nessuno sa perché lo abbiano fermato, ma tanto le guardie in piazza ancora negano. I ragazzi parlano coi giornalisti con una tranquillità che io non avrei avuto. Non avrei fatto nessun nome e non avrei mai dato il mio cellulare, ma ognuno ha i suoi punti di vista. Nel frattempo la macchina rossa dei rifondini è salita a metà del corteo per rifare sta benedetta assemblea, chiacchiera un po' che tanto non si capisce niente, a un certo punto è stata presa dal panico: Oddio mi caricano, oddio mi caricano e se n'è andata al sicuro da qualche altra parte. Già, la carica. Qualcuno (diciamo anche noi) non ha mai smesso di cantare CELERINO E' IL MESTIERE PIU' INFAME CHE C'E' eccetera terrorizzando parecchia gente. Un fricchettone dell'artistico di via di Ripetta ci ha provato a convincermi che dovevamo tacere, ma ero parecchio incazzata per la storia del pischello, e di stare zitta non ne avevo proprio voglia. Come tanti. E poi la violenza degli organi di polizia è la stessa degli organi di pulizia che agiscono in giro per il mondo. È tutto talmente collegato in questo mondo che starci dietro non è facile, combattendo la repressione nelle piazze si tocca una delle maglie di questa catena che inizia dentro di noi e va a finire nelle bombe. Ma c'è chi ha paura di passare dalla parte del torto, paura di far incazzare i potenti… molti di noi erano lì solo per quello: far incazzare i potenti, disturbare le loro vite e le loro azioni, dimostrargli che non ci piacciono loro e non ci piace stare zitti. Quando una grande parte del corteo si è dispersa la macchinetta rossa è tornata su e hanno fatto un'altra assemblea, scuole che raccontavano le loro esperienze e parlavano di assemblee e occupazioni e autogestioni da fare. Io me ne sono andata, non mi andava di stare a sentire, mi sembra che si dicano sempre le stesse cose. È stato un bel corteo, era tanto che non si vedevano tutti 'sti studenti insieme per la stessa cosa, ma non abbiamo fatto troppo rumore fra i media. Al tg3 lazio solo 30 secondi di immagini con una voce che non sapeva bene che dire, solo uno striscione: NO ALLA GUERRA NO AL TERRORISMO. Pacifico poi, l'unica violenza è stata quella delle guardie, e questo mi fa incazzare parecchio. Ancora una volta viene fuori la loro attitudine, e la nostra. Non era il momento di sfondare vetrine e macchine, si chiedeva la pace. NON ERA MOMENTO DI VIOLENZA, MA LORO CON LE MANI A POSTO PROPRIO NON CI SANNO STARE.

@p&ttA