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Nel museo si vedono le testimonianze di tutto ciò e di come le masse cubane risposero a tutto questo, spontaneamente, straordinariamente. In tutto il paese, nei mesi di aprile e maggio, si estesero le manifestazioni, i dibattiti e ogni forma di partecipazione in appoggio alla Rivoluzione. Le marce di milioni di persone dimostrarono l'isolamento nel quale vennero relegati gli antisociali che si concentrarono nell'ambasciata del Perù. Il popolo cubano espresse un ripudio energico, fu, soprattutto, una condanna morale, infamante!
Il 1° Maggio si concentrarono nella Piazza della Rivoluzione praticamente tutti gli abitanti dell'Avana e dei paesi periferici. Le strade della città erano completamente deserte. Fidel, con i rappresentanti degli organismi di massa e i rappresentanti di altri paesi latino-americani, parlarono davanti ad una folla immensa. Ancora una volta, in un nuovo momento difficile, Cuba non era sola. Quella moltitudine riunita per esprimere il proprio appoggio alla Rivoluzione e al Socialismo diede vita ad una nuova giornata storica.
Il 17 maggio, in tutto il paese, si effettuarono manifestazioni in appoggio alla Rivoluzione Socialista, contro il blocco economico, i voli spia nord americani e la permanenza della Base Navale di Guantanamo. All'Avana il grande viale del Malecón si riempì di folla che sfilò per quasi dieci ore davanti all'Ufficio di Interessi degli Stati Uniti in Cuba.
In quei giorni, il popolo rivoluzionario dimostrò che in venti anni di lotta frontale contro l'imperialismo non aveva perso la sua combattività, ma era ancora più determinato nella sua coscienza e fervore rivoluzionario.
Gli antisociali se ne andarono stipati su battelli (venuti da Miami per prelevarli), inseguiti per tutta la vita dal monito di José Martí: "... dobbiamo caricare le navi di quegli insetti dannosi, che rodono le ossa alla Patria che li nutre ...".
Nelle sale del museo si percorre in modo puntiglioso tutta la storia di quegli avvenimenti, con foto (come quelle della sede devastata), didascalie, documenti (come la struggente lettera di una madre afflitta per il proprio figlio che si trovava fra i "rifugiati" e che si univa al dolore della madre del militare ucciso), gigantografie a tutta parete delle impressionanti manifestazioni popolari e documenti di come nascevano e si organizzavano attraverso i consigli di quartiere, propagandosi dalla base verso i vertici delle organizzazioni di massa, dichiarazioni di solidarietà ... Mentre si percorrono le sale aumenta la rabbia e lo sconcerto per quelle provocazioni perpetrate con costante continuità fino ad oggi, ma in uguale misura cresce il sentimento di solidarietà e di ammirazione per il popolo cubano.
Per chi si reca a Cuba non è da trascurare una visita al "Museo della Marcia del Popolo Combattente", ed è consigliabile chiedere un colloquio con il direttore Victor Hugo, compagno in grado di interpretare e descrivere la storia della Rivoluzione cubana, la battaglia politica nelle difficoltà del presente, le mille ragioni di essere ancora rivoluzionari e comunisti oggi, persona indimenticabile per la sua straordinaria disponibilità e umanità, la quale, nel suo modesto ufficio appeso ad una parete, vicino al ritratto di Ernesto "Che" Guevara, tiene un disegno fatto dai bambini di una scuola elementare con scritto alla base: "a Victor Hugo, direttore del museo e amico dei bambini".
Il "MUSEO DE LA MARCHA DEL PUEBLO COMBATIENTE" si trova in quella che fu la sede dell'Ambasciata del Perù, nella Quinta Avenida, esquina A72, Miramar, 11600 Playa, Ciudad de la Habana, tel. 330779. È chiuso la domenica per turno di riposo.