NUOVI LAVORI / NUOVE LOTTE

VENERDI' 30 LUGLIO
I lati oscuri della legge biagi,
le nuove forme di lotta oltre i sindacati
dagli autoferrotranvieri a melfi.

L'attacco ai diritti dei lavoratori ha oggi raggiunto livelli insostenibili: dopo i danni preliminari ?progettati? dal precedente governo di centro-sinistra ( vedi pacchetto Treu) l'attuale maggioranza parlamentare di centro-destra sta infliggendo gli ultimi colpi.
La riforma del lavoro, la famosa legge Biagi, cancella qualunque possibilità per le nuove generazioni di progettarsi il futuro: i nuovi lavoratori sono ormai presi ?in affitto? da imprese che possono ?sfrattarli? in qualsiasi momento. Nella nuova legge vengono moltiplicate le tipologie di contratto: una gran confusione che nasconde esclusivamente la totale libertà di licenziamento per i datori di lavoro e la più completa precarizzazione per i nuovi assunti, impossibilitati dalla loro atomizzazione ad organizzarsi collettivamente per la salvaguardia dei propri interessi.

Il progetto che si sta portando avanti è quello di costringere il singolo lavoratore a trattare direttamente con il padrone, rendendolo cosi' ricattabile di fronte a tale disparità; in questo modo i diritti più basilari come la retribuzione in caso di malattia, le ferie, il tfr e la pensione diventano dei puri miraggi. Le cose non vanno bene neppure per chi già lavora: la nuova riforma delle pensioni mette sempre più a rischio tale diritto per tutti i lavoratori italiani.

La situazione è resa oggi ancora più drammatica dalla disastrosa condizione economica del nostro paese: l'industria pesante riduce ogni giorno il numero dei suoi addetti attraverso campagne di licenziamenti incondizionati, mentre la riduzione dei fondi per la ricerca e per l'educazione non migliorerà certo le cose per il prossimo futuro.
Di fronte a questa situazione, però, alcuni lavoratori sono comunque riusciti ad organizzare una agguerita stagione di lotta in difesa dei loro diritti: l'opposizione di cui sono stati capaci è ancora più grande se si pensa al fatto che è stata organizzata senza le tradizionali mediazioni sindacali. Gli scioperi degli autoferrotranvieri, che tutta l'informazione votata al capitale ha definito ?selvaggi?, sono stati capaci di piegare le rigide briglie che i sindacati avevano concordato rendendo di fatto inutile tale forma di protesta: di fronte ad un contratto di lavoro che non veniva rinnovato ( ciò significava nessun aumento di stipendio da circa due anni) i tradizionali scioperi nelle ore e nei giorni prestabiliti non riuscivano a portare a nessun risultato. Gli autoferrotranvieri si sono così auto-organizzati la lotta, costringendo l'azienda all'adeguamento salariale.

Tali lotte non sono l'unico esempio: anche i metalmeccanici dello stabilimento fiat di Melfi con il loro sciopero ad oltranza sono stati capaci di ottenere ascolto per le loro rivendicazioni: chiedevano un salario pari a quello di tutti gli altri operai italiani e l'informazione di regime si è prodigata in annunci allarmanti.
Queste proteste, insieme alle prime forme di auto-organizzazione dei precari ( vedi il MayDay di Milano) sono il segnale più evidente di come i lavoratori siano capaci di reagire a quest'ennesimo attacco: dopo anni in cui la concertazione sindacale aveva messo alle strette i diritti conquistati nelle lotte degli anni sessanta-settanta i lavoratori hanno riacquistato la consapevolezza della loro reale forza.

Sosteniamo le lotte autogestite dal basso, prive di quelle forme di mediazione che ne esauriscono la spinta propositiva: la rappresentanza diretta di ogni lavoratore è strumento di libertà e di presa di coscienza.

Per una riflessione su questi temi, invitiamo a partecipare alla giornata di venerdì 30 luglio. Nella serata, dibattito; nel pomeriggio, incontro/assemblea per proporre un'inchiesta-ricerca sul mondo del lavoro precario nel territorio cuneese e piemontese.