comunicato
sul corteo del 4 novembre
Sabato
scorso a Roma sono state migliaia le precarie e i precari che
hanno partecipato alla manifestazione contro la precarieta'.
Nei giorni precedenti e seguenti sono stati molteplici i dibattiti,
gli aspri confronti e le valutazioni sul significato reale e
formale della manifestazione. Un corteo contro il governo? Un
corteo contro la finanziaria? O semplicemente una vetrina di
rappresentanza di alcune forze politiche e sindacali di governo?
Se l'indizione sicuramente puo' far nascere dubbi al riguardo,
certamente per noi e per chi come noi vive la precarieta' sulla
propria pelle e in ogni aspetto della vita, scendere in piazza
a Roma significava essere contro chi la precarieta' negli anni
addietro ce l'ha portata (pacchetto Treu - legge Turco/Napolitano),
significava essere contro chi la precarieta' fino a ieri l'ha
alimentata (Legge 30 - legge Bossi/Fini) e significava essere
contro chi vuole far continuare a pagare i precari e le precarie
(vedi Finanziaria). Le duecentomila famiglie a rischio sfratto,
perche' qualcuno del governo che dice di abbattere la precarieta'
ha fatto mancare la maggioranza approfittando degli ultimi caldi
di stagione, probabilmente questa grande inversione di tendenza
non l'hanno notata. Come le differenze non le sta notando chi,
per la "sfiga" di essere un lavoratore in outbound
nei call center, si trova costretto a continuare a vagare per
le agenzie interinali ogni tre mesi.
Per questo la volonta' di costruire, insieme ad altre realta',
uno spezzone autorganizzato per il reddito, per rompere il gioco
di chi fa' della rappresentanza politica la propria esistenza,
e per dar voce a quella differenza che quotidianamente nei propri
territori apre spazi reali di cooperazione sociale. Una metrica
precaria, per far vedere quanto sono distanti le famiglie degli
occupanti della cattedrale di Palermo da questo Governo, una
metrica precaria per far vedere quanto siano distanti i lavoratori
di Atesia da quel ministro Damiano e dai sindacati confederali.
"Solo la lotta paga" gridava al microfono un occupante
di casa del comitato "12 luglio" di Palermo, ed e'
proprio la lotta la nostra metrica precaria che ci ha diversificato
in piazza, come nella quotidianeta'. "Solo la lotta paga"
come ci hanno insegnato i migliaia che lo scorso anno sono scesi
in piazza contro il CPE ed il governo francese.
Il
4 novembre oltre il 4 novembre. Il 4 novembre abbiamo portato
una voce fuori dal coro. Oltre il 4 novembre per organizzare
la nostra presenza nella piazza del 17, giorno dello sciopero
generale dei Sindacati di Base. Per cui il 17 novembre andremo
a gridare la nostra rabbia contro una Finanziaria Anti-Precari,
per ribadire il nostro no al finanziamento per le spese militari,
e per riportare ancora una volta in piazza i contenuti delle
nostre lotte per il diritto all'abitare, per una libera circolazione
di tutti e tutte e per una Universita' liberata nei saperi e
senza piu' baroni. Il 17 novembre per continuare sulla strada
del conflitto antagonista, per continuare ad esprimere i linguaggi
di chi precario nella vita si sente inconciliabile a qualsiasi
governo.
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