report:
conferenza stampa contro l'aggravante di eversione
Dopo la contestazione all'assessore alla casa Merola, avvenuta
lo scorso 10 ottobre al circolo "La Fattoria", il
pm Giovagnoli aveva chiesto misure cautelari per 41 attivisti,
giustificando questa richiesta con l'ormai nota aggravante di
eversione ai reati contestati. In primo appello le misure erano
state rigettate, ma Giovagnoli ha presentato ricorso contro
la decisione del GIP.
Il 27 marzo il Tribunale delle Libertà esaminerà
questo ricorso e proprio in vista di questa data oggi si è
svolta nell'aula Parentelli di Palazzo d'Accursio la conferenza
stampa indetta dagli imputati.
Ad aprire la conferenza è un attivista di CRASH! il
cui intervento interessa subito anche tutti gli altri procedimenti
nei quali è stata usata l'aggravante di eversione: "Il
Procuratore De Nicola è arrivato a dichiarare pubblicamente,
in una intervista al quotidiano Il Domani, che la presenza di
determinate persone in iniziative politiche è sufficiente
per legittimare l'utilizzo di tale aggravante, indipendentemente
dall'oggetto e dalle pratiche di queste iniziative. Questa ipotesi
è del tutto esclusa perfino nella definizione giuridica
di questa aggravante. Viene così individuato e criminalizzato
un gruppo di persone che con le proprie lotte spinge per allargare
i diritti di tutti coloro che vivono in questa città.
Vogliamo lanciare una campagna per la libertà di rivendicazione
di migliori condizioni di vita, per non lasciarci sottrarre
la libertà di espressione e anche di contestazione. In
questa direzione va anche l'appello rivolto alla società
civile, nel quale si richiede chiaramente l'eliminazione dell'aggravante
di eversione per chi porta avanti campagne sociali e di lotta.
L'appello è già stato firmato da moltissime personalità
politiche, tra cui anche il presidente della Commissione Giustizia
al Senato, ma anche esponenti del mondo culturale e universitario.
Dopo cinque pronunciamenti che hanno già rifiutato la
legittimità dell'uso dell'aggravante di eversione, rigettata
sia dalla Corte di Cassazione che dal Tribunale delle Libertà,
ma anche dai GIP di Bologna, il suo continuo uso non ha alcun
senso. Anche per questo facciamo appello alla politica nazionale
perchè, nella riscrittura in atto del codice penale,
venga definitivamente eliminata la possibilità di ricorrere
in questi casi a questa aggravante, non solo per togliere queste
accuse che gravano sugli imputati, ma soprattutto per porre
fine ad una campagna di criminalizzazione del movimento, sempre
più evidente e pesante a Bologna."
Anche l'attivista del Tpo fa riferimento a quella che chiama
"l'anomalia bolognese": l'apertura di un numero
impressionante di procedimenti che utilizzano questa aggravante
in una situazione politica e sociale cittadina che non è
di certo pre-insurrezionale mette in luce il carattere persecutorio
di questa campagna. Concetto ribadito anche dal collettivo universitario
Espress: "Come movimento siamo in grado di agire contraddizioni
reali, teniamo aperto il dibattito, ci inseriamo nelle crepe
lasciate aperte dall'amministrazione di questa città,
ed è assurdo che dobbiamo confrontarci non con proposte
politiche ma solo con la repressione."
Dopo l'intervento di Marina Prosperi, avvocato della difesa,
prendono la parola Bortolini, membro dell'esecutivo dei Verdi,
D'Onofrio, del Cantiere, e Spina, per il PRC, portando solidarietà
agli imputati, difendendo la legittimità delle lotte
portate avanti dal movimento e ribadendo la necessità
di impedire un utilizzo dell'aggravante di eversione in merito
a lotte di natura sociale. La conferenza si chiude con il lancio
dell'assembla pubblica promossa dagli imputati che si terrà
a metà aprile per aprire il dibattito a livello cittadino
e non solo.
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