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cacciato giuliano ferrara
da piazza maggiore

guarda il video della contestazione

Una piazza blindata aspetta l'arrivo di Ferrara, venuto a Bologna per presentare in Piazza Maggiore la sua lista "Aborto?No grazie". Una serie di transenne e cordoni di polizia e carabinieri è posta in anticipo a delimitare il luogo del comizio, dato che già era chiaro come la sua ingombrante presenza non sarebbe stata tollerata dalla città. Infatti in più di un migliaio si sono presentati nella adiacente Piazza del Nettuno per impedire la presentazione della lista. Sono presenti le realtà bolognesi come Laboratorio Crash!, Vag61, Tpo, XM24, Antagonismo Gay e moltissime persone accorse per impedire a Ferrara di parlare. Il presidio si vede bloccato dalla polizia che decide chi può entrare in piazza maggiore e chi no, ma si capisce subito che questo non è sufficiente: già dalle prime parole del comizio la gente sotto il palco inizia a fischiare, contestando una presenza che evidentemente tutta Bologna non vuole. Anche parte del presidio riesce a penetrare in Piazza Maggiore e la contestazione si fa più accesa, tanto da zittire Ferrara e spingere la polizia a caricare chi era sotto il palco. Questo non fa altro che aumentare la rabbia dei presenti, che costringono Ferrara ad abbandonare il palco e correre scortato dalla polizia fino alla macchina, sottoponendolo a una serie di lanci di insulti e oggetti. Anche una volta raggiunta la macchina il candidato incontra non poche difficoltà nell'uscire da una piazza ormai invasa, e per gran parte chiusa da quelle transenne che avrebbero dovuto tenere lontana la contestazione.
Dopo essere riusciti a scacciare la polizia la piazza si riprende il palco da cui poco prima Ferrara aveva cercato di parlare, strappando manifesti e striscioni della lista pro-life, ribadendo che " solo noi possiamo parlare e decidere su tutto ciò riguarda i nostri corpi, nessuno può prendere la parola per noi!" come si sente gridare. Risulta evidente alla fine di questa giornata che Bologna non accetta la provocazione di chi si prende il diritto di decidere sui corpi degli altri: la piazza di oggi non ha permesso a Ferrara di portare tutti quei discorsi di chi, come lui, vorrebbe imporre un disciplinamento di quegli stessi corpi che anche oggi sono sfuggiti al controllo, esprimendo tutto il desiderio di potersi autodeterminare. Un messaggio chiaro a tutti coloro che, ergendosi a paladini di un fantomatico modello di "normalità", negano l'esistenza stessa non solo della donna, ma anche del gay o del nero, del diverso in ogni senso! Oggi Bologna ha di nuovo rivendicato come il diverso faccia parte di ognuno, e che nessuno, soprattutto Ferrara, può permettersi di negarlo!


Comunicato del Laboratorio Crash! e del Collettivo Universitario Autonomo:

Giuliano Ferrara e la sua lista "Aborto? No, grazie" sono i pericolosi portavoce di un ceto politico e clericale che vorrebbe negare alle donne il diritto all'autodeterminazione, attraverso la falsa retorica della "difesa della vita". Le donne vengono così, nuovamente, ad essere considerate meri contenitori di qualcosa che è altro da loro, a trent'anni dalle lotte che hanno portato le donne ad rifiutare un ruolo che era loro imposto da una società patriarcale, a rivendicare il diritto di scelta , il diritto a decidere se e quando essere madri, l’affermazione di se stesse in quando donne e non più figlie, mogli, sorelle. Ora Giuliano Ferrara vorrebbe mettere in discussione la legge 194, una legge che, pur essendo il risultato di un compromesso che non rispecchia le vere rivendicazioni del movimento femminista, è stato un passo importante nel riconoscimento di queste lotte e potrebbe essere sì modificata ma solo con la cancellazione dell'obiezione di coscienza, che ancora impedisce alla donna il pieno diritto alla scelta e permette ai medici di rifiutare spesso più per motivi di carriera che per reali principi etici.


Ma Ferrara non è che l'ultimo di una lunga schiera di rappresentanti di una cultura becera che vorrebbe imporre il loro controllo sui nostri corpi, ergendosi a rappresentanti di una presunta normalità. La normalità dell'uomo bianco eterosessuale, la negazione della donna, del gay, del nero ma soprattutto di tutte quelle esistenze che superano divisione biologica e sociale tra maschio e femmina, tra etnie, tra gay ed eterosessuale. La nostra schizofrenia sessuale, etnica, del differente è in questo momento la spinta che può realmente permetterci di rompere i meccanismi di una società teocon e teodem che ancora si fonda sulla negazione del diverso o su una sua forma riconoscibile e sfruttabile perché considerata qualcosa di altro, di diverso e che invece fa parte dell?essere di ognuno.


Il mondo del lavoro ci impone di mettere sul mercato ogni aspetto della nostra esistenza, ci obbliga ad inserire nei contratti di lavoro anche gli atteggiamenti, i desideri, le diverse sensibilità, mettendo a profitto le diverse soggettività che i nostri corpi creano. Ma l'economia di mercato vaticanizzata non può permettere che queste nuove soggettività sprigionate dai nostri corpi possano uscire dagli schemi dello sfruttamento e la stretta repressiva moralizzatrice di questo periodo ben rappresenta la volontà di impedirci di riappropriarcene negandone la potenzialità di rottura e di cambiamento. Ma noi continueremo a rispondere a questo tentativo di ingabbiarci non solo resistendo agli attacchi che vengono portati avanti da personaggi miserabili come Giuliano Ferrara, ma continuando a sperimentare le infinite possibilità antagoniste dei nostri corpi.

Nessuno può parlare sui nostri corpi, nè Ferrara nè nessun altro.
Giù le mani dai nostri desideri..

Laboratorio Crash!
Collettivo Universitario Autonomo

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