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INIZIA LA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA BENEFIT BLACKOUT

Per tutto il mese di marzo potrai sostenere la tua radio guardandoti un bel film.
Una intera rassegna a lei dedicata!
Benefit Blackout

Presso El Paso V. Passo Buole 47
Ogni domenica dalle 22.30 in poi.

GUARDA LA TUA RADIO, ASCOLTA BLACKOUT!

E dalle 20.00 in poi Vino Birra Distro Pasica Distro Blackout
ED IL POPCORN TE LO REGALIAMO NOI!



DOMENICA 7 MARZO ore 22.30

Talk Radio
USA 1988
REGIA: Oliver Stone
ATTORI: Eric Bogosian, Ellen Greene, Leslie Hope, Alec Baldwin, John Pankow
DURATA: 110'

La storia fa perno sul conduttore odiosamato di “Voci della notte”, programma radiofonico a telefono aperto su un'emittente locale. È il ritratto sfaccettato di un personaggio contraddittorio, affascinante ed egocentrico. È anche un'immersione allucinante nell'odierna America amara e un'analisi eccitata dell'odio razziale e antisemita. L'ottimo E. Bogosian collaborò con O. Stone alla sceneggiatura che attinge al libro di Stephen Singular Talked to Death: The Life and Murder of Alan Berg.


DOMENICA 14 MARZO ORE 22.30

Private Parts
USA 1997
REGIA: Betty Thomas
ATTORI: Howard Stern, Mary McCormack, Kelly Bishop, Richard Portnow, Robin Quivers, Fred Norris
DURATA: 109'
Aggiornata al 1985, è la cinebiografia di Howard Stern, disc-jockey e showman, che alla radio, prima da Washington D.C. e poi su scala nazionale alla WNBC di New York, divenne un divo di grande popolarità (fino a venti milioni di ascoltatori), con un programma impregnato di sincerità spudorata e di intemperanze verbali (con orgasmi e peti in diretta). Come altri del suo giro, Stern interpreta sé stesso, proseguendo la propria autoglorificazione all'insegna del “politicamente corretto”. “Il grande schermo qui non serve a spiegare, analizzare o storicizzare ... ma ad alimentare il gioco ed offrirgli una nuova possibilità” (Fabrizio Tassi). Trincerata nella sua neutralità, la regia di B. Thomas ne ha cavato una commedia pop-romantica-demenziale dai ritmi radiofonici che, però, può essere vista anche come una storia d'amore tra Stern e sua moglie Alison (M. McCormack). La vera signora Stern compare in una particina di centralinista della NBC. Nella sua ambiguità si presta a un dibattito in cui saranno preziosi i lettori di Karl R. Popper e Marshall McLuhan.


DOMENICA 21 MARZO ORE 22.30

Radio Days
USA 1987
REGIA: Woody Allen
ATTORI: Mia Farrow, Seth Green, Dianne Wiest, Julie Kauner, Danny Aiello, Wallace Shawn, Jeff Daniels, Diane Keaton, Tony Roberts
DURATA: 85'
Un ragazzo - Joe - rivive una parte della propria vita, legata soprattutto ai ricordi radiofonici (le voci, gli avvenimenti e le musiche, dagli anni '30 alla fine della guerra). La sua famiglia (ebrea) è numerosa e bizzarra; la sua casa piena di movimento e di amenità: un padre che vivacchia alla meglio sempre pronto a piccole iniziative sballate; una madre brusca e litigiosa, ma affettuosa; lo zio Abe, gran pescatore: una sorella della madre - Bea - zitella e sognatrice. Nei ricordi di Joe passano svariati personaggi della radio, dello spettacolo e della vita quotidiana, celebrità ignote come ciccioni intraprendenti quanto pavidi, oppure la graziosa e querula sigarettaia, tutti più o meno direttamente legati a quei microfoni imperanti, dai quali fluiscono la notizia di Pearl Harbour, come le immortali canzoni di Glenn Miller.


DOMENICA 28 MARZO ORE 22.30

Pump up the volume - Alza il volume
USA-Can. 1990
REGIA: Allan Moyle
ATTORI: Christian Slater, Ellen Greene, Annie Ross, Samantha Mathis
DURATA: 100'
Hard Harry trasmette solo di notte, la sua radio pirata diffonde le note dure del rap assieme a sovversivi sproloqui che "liberano" le fantasie post-adolescenziali, criticando l'ambiente borghese cittadino e la rispettata sede scolastica locale. Sì, perché il D.J. misterioso che accende il buio dell'etere con le sue performance "sporche" alla Lenny Bruce, di giorno è un timido studente liceale di una piccola città dell'Arizona, sottomesso alle rigida ottusità delle istituzioni e del corpo insegnante. Non conta che il destino di quella stazione radio nascosta tra libri e vhs sia immancabilmente segnato, il "segno" lasciato da Hard Harry è incisivo e indelebile, sia per il perbenismo borghese della finzione cinematografica, sia per l'eco sociale che negli States Pump Up the Volume (Alza il volume) ha provocato. Ad un certo fastidio nell'opinione pubblica per il tono lassista e provocatorio del film di Moyle, ha risposto un'ondata di consensi giovanili che non hanno fatto solo fronte compatto nella rabbia contro la scuola, ma che hanno saputo estrapolare rivelatori giudizi di merito sulla politica interna americana, focalizzati nelle dichiarazioni del giovane interprete (Christian Slater): "I nostri genitori appartenevano ad una generazione cresciuta in un periodo con valori e fedi molto forti, dopo la guerra, durante gli anni Sessanta. Noi non abbiamo avuto nulla del genere, ma i giovani cominciano a capire di nuovo il senso della politica... Al giorno d'oggi le cose sembrano andare all'indietro. In America i soldi vanno nelle direzioni sbagliate. Come si fa a pagare ad attori come me somme esorbitanti di denaro quando gente come poliziotti ed insegnanti guadagnano così poco e rischiano la loro vita tutti i giorni. E' proprio strano..."
 
 
 
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