Il Resto del Carlino
Comizio lampo e i 'camerati' cantano vittoria
Sono stretti in una
sessantina nella stradicciola che collega i viali a piazza del
Baraccano, lunga sì e no quindici metri: cioè quanto lo spessore
delle vecchie mura che in quel punto, su viale Gozzadini, ancora
si ergono a delimitare ma non più difendere la città storica invasa
da ultrà neri e ultrà rossi. In questo budello, chiusi a sandwich
tra due cordoni di poliziotti, i giovanotti di Forza Nuova stazionano
in piedi da un'ora abbondante, respirando solo l'afa e lo smog
delle auto che corrono sul viale, quando — sono le tre e mezzo
del pomeriggio — i loro leader decidono che la prova di forza
è stata vinta.
«Camerati! — grida in un megafono il segretario provinciale di
Fn Luca Armaroli — abbiamo vinto, siamo riusciti a stare in piazza.
Adesso ci vuole senso di responsabilità, andiamo sui pullman verso
il luogo della nostra festa serale (Granarolo, ndr). Camerati,
abbiamo vinto, arrivano i pullman, teniamo duro 5 minuti e ci
siamo». Tenere duro? E contro chi? I giovanotti venuti dal Piemonte
e dal Veneto (con due autocorriere) nonchè in auto da Cremona,
Trento, Brescia, Roma non sono per nulla soddisfatti. Hanno magliette
nere con la scritta 'Dux nobis', aquile, fibbie da fanta-nazi,
sono tatuati come marinai cinesi e quasi tutti armati con bastoni
ricavati da tubi di plastica dura, da cantiere, dai quali da un
pezzo ormai hanno tolto le stoffe nere e tricolori che li camuffavano
da bandiere.
Sono carichi come molle, anche perché è dalla mattina che molti
di loro bevono birra. Hanno iniziato a mezzogiorno, attorno alla
sede di Fn in via Santa Maria Maggiore dove il leader nazionale
Roberto Fiore ha convocato la stampa per annunciare trattative
con la Questura per ottenere piazza del Baraccano, per un presidio
simbolico anche di breve durata. Bevono birra da allora, i ragazzi
del servizio d'ordine con le camicie azzurre tutte uguali, e qualcuno
ormai è proprio brillo, ha gli occhi lucidi e la parlata lenta.
No, di andarsene non hanno voglia: «E' sempre stato così, alle
zecche si dà la possibilità di fare tutto, anche di pisciare nel
culo», sbotta un camerata riferendosi agli altri scalmanati, quelli
dei centri sociali, che stanno scontrandosi con la polizia in
via Farini proprio per cercare di raggiungerli. Qui al Baraccano
il clima è teso ma non è ancora accaduto nulla, tranne qualche
urlaccio tra i forzanovisti e il presidio che Rifondazione e anarchici
hanno organizzato attorno a porta Santo Stefano.
I manifestanti di Forza nuova sono pochini, un centinaio compresi
gli invitati stranieri, anzi, straniati: in giacca, cravatta e
valigette Samsonite (ma gli austriaci di Haider non sono venuti).
Fra tutti, quelli 'da combattimento' saranno sessanta, e forse
è per questo che i loro dirigenti decidono la «strada della responsabilità»:
cioè evitare lo scontro, perché gli altri sono una marea e si
rischia di prenderle. La situazione diventa un po' ridicola quando
i capi decidono di tenere 'il comizio', gridando quattro parole
in quell'interstizio tra le mura per poi invitare a salire sui
bus. «Non ci siamo arresi all'imposizione della giunta Guazzaloca
— afferma il responsabile regionale Gianni Correggiari — Questo
è un piccolo angolo, ma comunque è nel centro di Bologna. Dimostra
che nessuno può tapparci la bocca». Poi, a consolare i suoi: «Camerati,
solo tre parole che sono una promessa e un giuramento che ci vedranno
sempre uniti: boia chi molla!».
Sì, boia chi molla risponde il gruppo, ma l'insoddisfazione resta.
Uno calza il casco integrale da motociclista, e Armaroli corre:
«Fate togliere il casco a quel coglione. Non facciamo cazzate».
Spiega ad alcuni dei suoi: «Non possiamo stare qui. La polizia
ci dà cinque minuti per andarcene sennò ci carica». Replica uno:
«Voglio vedere se caricano, secondo me non lo fanno».
Arrivano tre bus dell'Atc inviati a raccogliere gli estremisti
e portarli ai loro pullman. Ma ecco che da oltre la siepe dei
giardini Margherita, sul lato opposto del viale, qualcuno dell'ultrasinistra
deride le teste rasate. Apriti cielo. «Via, via, via!», urlano
in due o tre fra i più anziani, e un gruppo scatta di corsa attraverso
il viale, mentre il servizio d'ordine cerca di frenarlo. Correggiari
abbraccia letteralmente un cristone di oltre cento chili in maglietta
nera, urlando: «Non fare cazzate!». Un elicottero della polizia
scende di colpo fino a pochi metri dagli alberi sollevando con
le pale un'enorme nube di polvere che acceca tutti, le auto in
arrivo sul viale frenano, la polizia rincorre, il servizio d'ordine
crea una barriera con i bastoni. Alla fine si riesce a schiacciare
i commando della destra contro la cancellata di una villa mentre
agenti corrono nei giardini a sgomberare la siepe. E' l'ultimo
sussulto di Forza Nuova, che si sfoga con saluti romani. Poi alle
auto, ai pullman, si lascia il centro. Tutti? No. Qualche gruppetto,
alla spicciolata, si sperde per le stradine. Va a caccia.
di Andrea Fontana
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