"Disperdetevi, disperdetevi,
disperdetevi"
(Vice Questore Della Rocca, 15.30 del 13.05.00)
Ieri Bologna ha vissuto
una grande giornata di mobilitazione e di lotta. Diecimila persone
hanno sfilato per la città esercitando un "divieto dal basso"
che ha impedito a decine di neonazisti euopei ed italiani di parlare
pubblicamente.
Ieri dopo molto tempo abbiamo visto al nostro fianco molte nuove
associazioni, pezzi significativi di Partiti e di Sindacati, gente
comune indignata, come noi, dallo scempio che di Bologna si è
cercato di fare. Questo è l'aspetto più straordinario della giornata
di ieri: diverse soggettività, molte perosne normali hanno trovato
un modo di e per parlarsi per ottenere un obiettivo comune: garantire
il rispetto della Costituzione della Repubblica poichè le forze
a questo preposte sono vergognosamente rimaste latitanti ed affermare
un progetto di Europa aperta, sociale e solidale, esattamente
opposto a quello di chi diffonde idee xenofobe e razziste.
Il successo della straordinaria
giornata del 13.05.00 è stato possibile solo grazie a queste migliaia
di persone che hanno deciso di intervenire in prima persona nel
conflitto politico, senza visioni astrattamente ideologiche, senza
schemi superati che, per quanto ci riguarda, sono morti e sepolti
da tempo.
Non è stato il corteo "dei Centri", ma di una grossa parte di
società bolognese che ha accolto i ragazzi dei centri accettandone
le pratiche, difendendoli dopo due massacranti cariche, decidendo
di sfilare in diecimila dietro lo striscione della Rete Contropiani
NO OCSE annunciando la partecipazione alle giornate del 12/15
giungo contro il meeting dell'OCSE.
Leggendo i quotidiani questa mattina abbiamo visto che alcuni
giornalisti ci hanno dipinto come "buoni" per aver deposto insieme
ai partigiani i fiori al Sacrario di Piazza Nettuno alla mattina
alle 10.00 e come "estremisti" o "ultras della sinistra" per i
fatti del pomeriggio". Non è così, sinceramente noi vediamo le
cose diversamente: nel pomeriggio in centinaia con le nostre tute
bianche abbiamo dovuto subire un'aggressione folle comandata dal
vicequestore dott. Della Rocca che ha fatto massacrare un corteo
fermo e con le mani alzate.
Le centinaia di tutine non avevano con sè alcun oggetto atto ad
offendere; Della Rocca lo sapeva, lo hanno potuto vedere le decine
di passanti e giornalisti anch'essi travolti dalle cariche. Avevamo
con noi sole tre cose: i nostri corpi, la forza delle nostre idee
e quattro gommoni fatti da camere d'aria per cercare di preservare
un poco i primi due. Non avevamo nè molotov nè bombe carta nè
ci interessa alcunchè ci riporti a rituali del passato e non sia
del tutto declinabile nelle forme del conflitto che proponiamo
tutti i giorni.
La mobilitazione di ieri pomeriggio non può essere ricordata per
il rumore di un vetro rotto, ma per il fragoroso risveglio di
una città precedentemente china ed assopita. Il protagonismo della
giornata di ieri è stato quello di chi aveva scudi e gommoni per
proteggersi dalla violenza scatenata su un sacrosanto corteo pacifico
che avanzava a mani alzate, di un pezzo importante di città che
ha scelto di smettere di essere invisibile e di chi si è dovuto
letteralmente conquistare il corteo fino al Baraccano.
Va inoltre ricordato che i compagni dopo aver subito due violentissime
cariche, la seconda delle quali condotta con i blindati, che hanno
travolto alcuni manfestanti, hanno continuato ad avere un grosso
rispetto della loro città defluendo pacificamente lungo l'intero
Pavaglione fino a giungere in Piazza Maggiore.
Questa è la parte, grande, di città che, pacificamente, è riuscita
a prendersi il diritto a manifestare percorrendo tutta via Santo
Stefano, fino al Cassero di Atlantide, riempiendo di senso proprio
quei luoghi in cui i nazisti hanno cercato di svolgere il loro
raduno.
A questa moltitudine che ha praticato al nostro fianco la disobbedienza
civile proponiamo di lavorare ancora insieme, di indiviaduare
obiettivi da raggiungere nel rispetto delle diverse sensibilità,
di continuare a trovarci, ad inventare un linguaggio che ci permetta
di parlare anche ai cittadini che in piazza non sono venuti pur
desiderando esserci.
A questa moltitudine proponiamo di non disperdere quanto costruito
ieri ma di co-progettare fin da subito la paretecipazione alla
giornata del 20 maggio ad Ancona, dove andremo a dire ai ministri
europei lì riuniti che non si decide della vita di milioni di
migranti e cittadini dei Balcani a porte chiuse, il 25 maggio
a Genova per opporci alla brevettabilità della vita e alle multinazionali
transgeniche, e di partecipare alle riunioni della Rete Contropiani/NO
OCSE di Bologna i Mercoledì al cinema Ambasciatori alle ore 21.30.
Associazione Ya
basta! Emlia Romagna,
Atlantide
Teatro Polivalente Occupato
Ulteriori Informazioni
telefonare
allo 0347/1645595 Federico
o allo 0338/4724500 Gianmarco
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