Da repubblica 3 aprile 2001

Carabinieri indagati per omicidio

In tre sotto inchiesta per la morte di un clandestino
Roma, un tunisino fermato dai militari di Ladispoli e poi trovato ucciso con la testa sfondata

MARINO BISSO

roma - Tre carabinieri della stazione di Ladispoli sono indagati per l'omicidio di Edine Imed Bouabid, 36 anni, tunisino, di 36 anni. Il cadavere dell'immigrato era stato trovato il 15 marzo scorso nella corsia di emergenza dell'autostrada RomaCivitavecchia e due dei tre carabinieri erano già stati indagati per omissione di soccorso e abbandono di incapace. Il nord africano residente nel centro balneare era stato ucciso con tre colpi al cranio inferti con forza con un pesante oggetto.
Il tunisino, privo di permesso di soggiorno, aveva precedenti per sfruttamento della prostituzione e per piccole storie di droga. Nella malavita locale l'uomo era un "pesce piccolo" che viveva di espedienti. Sono state alcune contraddizioni ad aver indirizzato i sospetti sui carabinieri oltre alla versione di alcuni testimoni sentiti dagli inquirenti. La sera del delitto, Edine Imed Bouabid, visibilmente ubriaco, stava infastidendo i passanti nella piazza centrale di Ladispoli e alcuni di loro avevano chiamato i carabinieri. Alle 22 in molti lo avevano visto salire a bordo dell'auto dei militari. Da allora si sono perse le tracce fino al momento del ritrovamento del cadavere, almeno mezz'ora dopo, sulla corsia sud dell'A12, vicino all'area di sosta "Il Pigneto", a una decina di chilometri dalla cittadina balneare.
I carabinieri, inizialmente indagati per abbandono di incapace e omissione di soccorso, hanno sempre sostenuto di essere intervenuti in due ma alcuni passanti hanno riferito che erano tre i militari arrivati quella sera sulla piazza di Ladispoli.
Alla procura di Civitavecchia fanno notare che l'iscrizione nel registro degli indagati costituisce un atto dovuto per poter indagare in modo approfondito vista la delicatezza della vicenda. Il pm Edmondo De Gregorio della procura di Civitavecchia ed il dirigente del commissariato, Francesco Santoro, avevano subito escluso l'investimento di un pirata della strada. L'inchiesta, invece, aveva imboccato due piste: il delitto per motivi razziali e la rissa. Il clandestino, in sostanza, poteva essere stato "punito" perché extracomunitario oppure per le sue attività illecite. Ma a quest'ultima ipotesi il sostituto procuratore, Edmondo De Gregorio, sembra credere sempre meno.