CARMINE 2001

LUNEDI’15 GENNAIO 2001

 

Le agenzie di stampa diramano la notizia che la Giunta regionale della Lombardia ha presentato un progetto di legge un Progetto di Legge per lo scioglimento delle ALER (Aziende Locali di Edilizia Residenziale – ex IACP) e la nomina di un commissario straordinario con l’obiettivo della loro liquidazione e privatizzazione .

Lo smantellamento sistematico dello stato sociale in tutti i suoi settori, dalla sanità alla scuola ed ora dell’edilizia residenziale pubblica si conferma essere la principale occupazione di Formigoni e della sua Giunta.

Lo scioglimento dell’ALER e la loro messa in liquidazione è, infatti, la premessa necessaria alla privatizzazione della gestione dell’attuale patrimonio di Edilizia Rresidenziale Pubblica. Questo provvedimento esclude i Comuni e le Province dalla gestione dell’edilizia. Le conseguenze per le oltre 100.000 famiglie in Lombardia, e le migliaia a Brescia, di inquilini che vivono nelle case popolari saranno dunque gravissime. Tra pochi mesi il loro nuovo padrone di casa potrebbe essere infatti una S.p.A. che, come una qualsiasi immobiliare privata, farà tabula rasa del canone sociale e si preoccuperà esclusivamente di assicurarsi il massimo guadagno. Cresceranno di conseguenza anche gli sfratti con un incremento di sofferenza sociale per tutti gli inquilini.

Questo nuovo indirizzo aumenterà l’appetito degli squali del mattone, il previsto aumento dei canoni di locazione degli alloggi ex ALER si riverserà anche sul restante mercato privato aumentando quindi le prospettive di profitto degli "investitori".

 

 

VENERDI’ 19 GENNAIO 2001

I giornali locali mettono in grande rilievo due notizie strettamente connesse fra loro:

 

VENERDÌ 2 MARZO 2001

Il Consiglio comunale di Brescia approva il cosiddetto "Piano Carmine"

Partendo dal conclamato stato di degrado del Carmine la relazione illustrativa che presenta il piano rileva che la situazione edilizia è oggi meno degradata di quella degli anni ’70, ma che ad essa si aggiunge la bassa qualità dello spazio pubblico e "problemi strutturali legati alla particolare composizione della popolazione". La relazione insiste su questo ultimo aspetto, soffermandosi sul fenomeno del sovraffollamento, talvolta abusivo, al punto da far ritenere la "situazione ormai sfuggita al controllo della proprietà" (sic!), concludendo di conseguenza che, di fronte a tale contesto, il piano non propone solo interventi edilizi ma anche politiche insediative e amministrative coerenti.

Proprio in adesione a tali finalità il Piano si propone non solo:

  1. il recupero degli edifici di primo e secondo degrado ma anche gli obiettivi di :
  2. significative modificazioni della composizione sociale degli abitanti
  3. cambiamento del mercato immobiliare
  4. Il processo di attuazione del Piano prevede diversi titpi di interventi:

    1. edifici degradati di primo grado: l’obbligo per i proprietari di procedere in tempi contenuti alla ristrutturazione edilizia. Gli incentivi alla realizzazione di tale fine sono di due tipi: il primo negativo, vale a dire l’esproprio, il secondo di tipo premiale cioè diversi sussidi o agevolazioni che vanno dall’assunzione immediata da parte del comune dei
      • "provvedimenti idonei a pervenire allo sgombero ed alla chiusura" dei locali di primo degrado, ai
      • contributi economici per la realizzazione di alloggi residenziali e per le attività artigianali, all’
      • esonero degli oneri di concessione , del costo di costruzione e dell’ICI, alla
      • collaborazione (non è precisato di che tipo e se l’esito positivo sarà pregiudiziale alla realizzazione del risanamento) per il reperimento di alloggi sostitutivi per gli inquilini. Gli edifici ristrutturati da cooperative o ALER dovranno essere prioritariamente destinati a famiglie, studenti o a particolari categorie sociali.
    2. Edifici di secondo degrado analoghi incentivi premiali con l’aggiunta di "supporto logistico e amministrativo per la liberazione degli stabili"
    3. Nuovi servizi pubblici che favoriscano una popolazione diversa la quale a sua volta determini cambiamenti nel mercato immobiliare e nel sistema economico di quartiere. In particolare sono indicati questi interventi:
      • Sala polifunzionale nell’ex cinema Eden
      • Spazi per l’infanzia nel cinema Moderno (in seguito è stato deciso di crearvi un posto d polizia)
      • Biblioteca universitaria nei chiostri del Carmine
      • Spazi didattici e universitari nell’ex cinema Brixia e nell’ex caserma Randaccio.
      • Vari parcheggi pubblici

      In conclusione il Piano Carmine stanzia nei primi tre anni 33 miliardi per modificare la composizione sociale degli abitanti e per il cambiamento del mercato immobiliare del Carmine. Il destino delle migliaia di abitanti che verranno espulsi (1.120 unità abitative sono interessate) non viene preso in considerazione. Il progetto è un boccone troppo ghiotto per i signori del mattone.

       

      GIOVEDÌ 22 MARZO 2001

      Società immobiliare cementa l’unico bagno a tre famiglie egiziane

      Questo il titolo del quotidiano locale Bresciaoggi del giorno prima, l’articolo prosegue riferendo che in vicolo Fenarolo 29 un ingegnere della società Iniziative immobiliari Brescia centro srl e alcuni muratori hanno distrutto una sorta di bagno comune, realizzato su un ballatoio al primo piano, che serviva tre famiglie di immigrati. Sono arrivati anche i vigili, pare chiamati dall’ingegnere che temeva per la sua incolumità e un immigrato sarebbe stato denunciato. Nel pomeriggio una ventina di loro ha protestato all’Ufficio casa del Comune, accompagnati dall’avvocato Manlio Vicini e da alcuni autonomi del Magazzino 47.

      Mentre il Giornale di Brescia titola: Immobiliare accelera i tempi di intervento in un fabbricato. Il giornale prosegue: È accaduto che alcuni inquilini - oltre ad essere, già, senza luce, acqua e gas - si siano visti chiudere od abbattere i servizi igienici, peraltro squallidi, di cui disponevano. In questi giorni, infatti, la nuova proprietà Iniziative immobiliari Brescia centro srl - subentrata nel dicembre scorso ai vecchi titolari (Tinti) - ha avviato un intervento mirante ad accelerare alcuni tempi, visto il cronogramma imposto dal Comune (a quanti possiedono edifici degradati al Carmine) per arrivare al risanamento. Questa prima fase prevede pulizie generali e l’effettiva presa di possesso degli appartamenti già liberi in due caseggiati, quelli di via Carmine 1 e di via Fenarolo 29. E tra i primi lavori c’è stata, appunto, la demolizione di gabinetti usati in comune.

      Gli episodi del 22 marzo, oltre che mettere in evidenza gli effetti perversi della modernizzazione del quartiere voluta dal comune, danno il via allo scoperchiamento del vaso di Pandora della speculazione edilizia al Carmine.

      Per ora vi sono interessate una decina di famiglie (in prevalenza egiziane ) mentre parte attiva è la citata Iniziative immobiliari Brescia centro srl, società immobiliare con diverse partecipazioni, anche blasonate, fra le quali l’impresa edile Garatti di via Masaccio a s. Polo – Brescia, l’ing. Giovanni Volterrani noto operatore del settore e il geometra Alberto Silvioli presidente del CAPE (Cassa Paritetica Edile) esponente di una famiglia della finanza bresciana, con forti presenze in società bancarie e di logistica e trasporti.

      Le modalità utilizzate, e riscontrate, per accelerare i tempi del piano Carmine, cioè per liberare gli alloggi, sono le più svariate e disinvolte, si tende ad ottenere lo sfratto con strumenti legali a seguito di operazioni illegali o illecite in particolare la proprietà:

      • ha invitato gli inquilini a non pagare la pigione a causa della prossima ristrutturazione,
      • ha rifiutato il pagamento del canone o respinto i vaglia di pagamento,
      • dopo alcuni mesi ha iniziato le procedure di sfratto per morosità.
      • In altri casi ha invocato, ed ottenuto, lo sfratto per inagibilità dei locali, dimenticando che la fatiscenza è stata determinata dall’incuria degli stessi proprietari. (Gli ex inquilini sono ora in parte alloggiati in un albergo a spese della proprietà a seguito di un accordo che però non è stato sottoscritto).
      • Talvolta lo sfratto è stato seguito (forse a monito di chi non se ne vuol andare spontaneamente) dall’impedimento agli ex inquilini di recuperare masserizie ed altri bene rimasti nei locali evacuati.
      • In altri casi è stato invocato lo sfratto per mancanza di contratto regolare nonostante il pagamento regolare dell’affitto e nonostante si tratti di subingressi che i proprietari si eran rifiutati di registrare.

      Oltre all’appoggio militante del Magazzino 47 vi è stato il supporto tecnico del SUNIA che ha già ricevuto gli inquilini sfrattati minacciati di sfratto.

      I fatti del Carmine non sono rari episodi ma corrispondono ai sentimenti diffusi, nella piccola e grande proprietà speculativa, di realizzare rapidi e facili profitti dal capitale investito avvalendosi anche di leggi compiacenti , una delle tante manifestazioni del capitalismo reale .