DEPOSITO BULK     
Occupiamoci di Milano Questo che leggerete e' un testo strano, particolare.
E’ un invito a partecipare ad una scommessa, a contribuire ad un esperimento.
Stiamo chiedendo a piu' soggetti possibili, individuali e collettivi, di dar vita ad una manifestazione in questa citta' che sappia avere piu' il sapore dei progetti da costruire e dei percorsi da intraprendere che quello delle reazioni e delle risposte necessarie. Qualcosa che non abbia bisogno di fatti eclatanti (che del resto non sono mancati sino ad oggi) per scuotere le coscienze e far crescere le mobilitazioni ma piuttosto che creda e investa sulla capacita' di muoversi in senso progettuale.
Chiediamo a chiunque si riconosca in questa ipotesi e in questo ragionamento di sottoscrivere questo appello e di costruire collettivamente la manifestazione proposta.

OCCUPIAMOCI DI MILANO
qualita' della vita, sicurezza, diritti di cittadinanza
Questo appello nasce a Milano nella seconda meta' di settembre, quando molte cose, in questa citta' come in altri territori, sembrano volgere al peggio.
Stiamo parlando sicuramente dello sgombero (avvenuto) dell’ostello autogestito Metropolix e dei tanti altri che sembrano essere prossimi a venire, stiamo parlando quindi di luoghi e realta' significative e importanti di questa citta' che ancora una volta vengono messi in discussione, ma non solo.
Milano e' oggi un laboratorio delle destre, e' un modello che vorrebbe affermare una gestione devoluta (dall’alto) del potere, combinazione di totale egemonia sulle istituzioni locali e di controllo del privato sul sociale. Basti pensare all’assoluta mancanza di progetti e proposte significative che intervengano sul deserto, il degrado e l’abbandono delle periferie metropolitane (i cui stati generali, non a caso, vengono rinviati).
Le lobby liberiste e autoritarie che hanno nidificato qui si preparano a migrare anche altrove come maligne spore transgeniche.
Azione globale dell’economia e conservazione del privilegio sono, e sempre piu' si vorrebbe che fossero, i motori dell’unica trasformazione che sembra ora possibile: la citta' divisa in due, da un lato i cittadini modello rinserrati e trincerati dietro telecamere, cancellate, polizie private che si auspicano regionali, ronde xenofobe e rancorose alimentate ad arte da panico ed emergenze elargite a piene mani, dall’altro lato la citta' degli esclusi, dei senza documenti o dei senza lavoro, dei senza spazi o dei senza diritti. Questo sistema cerca e trova i propri valori nella paura del diverso e nell’odio verso tutto cio' che puo' minacciare uno status superiore acquisito di consumatore di lusso, di investitore rapace.
Superiore e' il cittadino che puo' permettersi di esserlo. E viene quindi preso in considerazione, tutelato, protetto e foraggiato. Ma questa non e' cittadinanza, e' apartheid sociale, esclusione di intere fasce della popolazione eletta a modello di vita.
La cittadinanza e' invece per noi il pieno possesso di autonomia nello scegliere "come esistere", e' espansione del semplice ma fondamentale concetto del diritto ad esistere.
Esistere nella pienezza dei diritti, come alternativa ad un non-profit che per troppi rapaci sciacalli diventa esercizio di lobby di potere e non cura e tutela dei soggetti piu' deboli e creazione quindi di bene pubblico che altrettanto pubblicamente deve essere riconosciuto.
Esistere come diritti sociali di cittadinanza per tutti e tutte, da qualunque parte del mondo si provenga, esistere come diritto al reddito, al lavoro, alla casa, alla sanita', alla formazione, ad un’ambiente vivibile, elementi necessari e fondamentali di garanzia per una qualita' della vita dignitosa per chiunque e non come privilegi per pochi.
Esistere come diritto all’accesso alle reti della conoscenza e dei saperi, come autodeterminazione dei percorsi formativi, in alternativa alle parzialita' tendenziose della formazione scolastica e/o aziendale.
Esistere come diritto alla creazione di spazi di espressione, di socialita', politica, cultura.
Esistere come possibilita' di intervenire sulle trasformazioni e il ridisegnarsi del territorio, in alternativa alle gronde, alle metrotranvie, alle colate indiscriminate di cemento a scapito dell’ambiente e dei servizi sul territorio.
Contro le pratiche della pubblica insicurezza, del panico e della gestione emergenziale delle questioni sociali e delle politiche urbane, contro lo sgombero degli spazi sociali e la chiusura degli spazi di agibilita' politica, contro il ridisegno dall’alto del territorio, per la qualita' della vita di tutti e tutte, per la partecipazione dal basso alla vita politica e alle decisioni della citta', per l’ampliamento dei servizi e dei diritti.

SABATO 14 OTTOBRE 2000
MANIFESTAZIONE GLOBALE


Concentramento alle ore 15.00 in Piazza XXIV Maggio

La manifestazione sara' preceduta da un’incontro pubblico, Mercoledi' 11 Ottobre alle 21.00, in un luogo da definire.

Per adesioni, informazioni, contattari: bulk@ecn.org, 0338-2826191, 02- 34934549 (tel), 02-6705621 (fax)