22/01/2006 - SECONDO GIORNO
1° parte:
Secondo check point e ramallah
Gabrio Taccani
Sveglia alle 11 e partenza per Ramallah. In taxi fino al chek point di kallandia. Segna il confine (che non esiste) tra israele e palestina. Idealmente oltre questo check point l ísraeliano che non sia colono non va. E' un check point nuovo, o meglio c'è sempre stato ma è stato ricostruito da poco. E' stata spianata una collina per costruirlo. E'una struttura circondata dal muro( alto sei metri in cemento armato) che da qui arriva e parte. Molte torrette militari, le persone costrette a passare attraverso cancelli girevoli in acciaio, filo spinato e finestrelle da cui i militari controllano chi passa lungo tutto il percorso. Mentre il muro incombe alto e impenetrabile.
Dal check point, con un altro taxi arriviamo a ramallah dove al Gran park hotel si attestano i ruoli di chi sarà osservatore internazionale alle elezioni. Una cartina mostra i luoghi dove si voterà in tutta la palestina e quanti osservatori saranno li presenti. Più tardi assemblea tecnica sul come si svolgeranno le elezioni.
2° parte:
Ass. Kufia
Enrico Agostino
Il 22 di gennaio dopo l'incontro preparatorio per gli osservatori internazionali noi genovesi abbiamo deciso di andare a visitare il centro dell'associazione Kufia che si trova nella cittadina di Bir-Zeit nei pressi di Ramallah. Appena arrivati siamo stati accolti con grande calore da Ibrahim, responsabile dell'associazione, e le donne che ne fanno parte. Questa associazione si fa promotrice di vari progetti che hanno come obbiettivo l'autonomia economica delle famiglie e la crescita culturale dei giovani.
Le donne di questa associazione usano il centro per la preparazione di vivande tipiche da rivendere ai supermercati ed ai ristoranti senza la mediazione di altri intermediari. Un altro di questi progetti, finanziato in parte dal comitato Piazza Carlo Giuliani, ha portato alla creazione di una scuola di musica per i giovani di quel territorio che tra meno di un mese sarà inaugurata. Per questo motivo una delle stanze del centro, che ricrea l'atmosfera del tipico salone arabo, è stata dedicata a Carlo.
L'incontro si è svolto in un clima molto familiare, passando dalla discussione dei progetti e dei problemi della realta' della regione al brindare col vino prodotto dall'associazione, mangiando i loro prodotti tipici fino al vestirsi con gli abiti della tradizione araba. Tra un brindisi e un canto popolare si e' instaurato un rapporto di amicizia che ha portato a discutere di quello che noi possiamo realmente fare per aiutare questa realtà. Ibrahim manifestava la volontà e l'importanza di avviare progetti finalizzati allo scambio culturale fra studenti della stessa età e in un secondo tempo, se possibile, anche un incontro nelle rispettive città, per far comprendere che la cosa importante è comunicare trovando linguaggi universali come la musica o il teatro. Alla fine dell'incontro ci siamo lasciati con la promessa di rimanere in contatto per provare a portare in Italia e alle nostre istituzioni queste forme di resistenza essenziali per la sopravvivenza del popolo palestinese.
Una delle donne dell'associazione ci ha salutato con queste parole: "Abbiamo bisogno di voi!".