IL DISERTORE
Foglio di collegamento della
Cassa di Solidarietà Antimilitarista
N. 10 - Luglio/Agosto 1997
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Il sangue ci ribolle ancora dopo aver visto le foto
ricordo dei parà italiani in Somalia.
Ma ancora più nauseanti sono stati i commenti, le
giustificazioni, la pretestuosità di discorsi-farsa a difesa dell'onore e della
gloria dei fascisti della Folgore.
Scoprono l'acqua calda coloro i quali si indignano e
chiedono spiegazioni sul comportamento di parà, bersaglieri, carabinieri
("che comunque nel caso fossero colpevoli -è tutto da provare !- non
mettono assolutamente a repentaglio il rispetto per la totalità degli assassini
in divisa") e su come sia possibile avvengano simili orrori in un moderno
ed efficiente strumento bellico.
Sono "il caso isolato", "le mele
marce", "il non far di tutta l'erba un fascio" a farla da
padrone negli ambienti militari e l'opinione pubblica tanto s'indigna
immediatamente quanto s'affloscia senza fare nemmeno il tentativo di capire, di
interrogarsi su quali siano le ragioni a monte di simili avvenimenti.
Dopo lo scoop, lo scandalo, le confessioni e le
ritrattazioni, la "società civile" che accenna ad una flebile
condanna, che cosa rimane? Qualcuno ha osato mettere realmente in discussione
l'esistenza stessa delle forze armate ? Ci sarebbe differenza se invece di
divertirsi stuprando e torturando, si uccidesse per mandato in nome della
democrazia e del suo nuovo ordine mondiale in qualità di "missionari"
della pace"? Si è davvero convinti che il ruolo prossimo futuro
dell'esercito italiano sarà quello di cambiare i pannolini ai bambini bisognosi
del terzo mondo? E' il silenzio quotidiano quello che ci offende, non il mostro
in prima pagina. Lo stesso silenzio che permette che oggi Michele Pircher
finisca in carcere per pagare l'affronto di aver rifiutato l'esercito e tutti i
suoi orrori.
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SENZA ALCUN RITEGNO.
ARRESTATO MICHELE PIRCHER
"...Tutto questo in faccia ai vostri avvocati, ai
vostri giudici, ai vostri tribunali, ai vostri eserciti, ai vostri papi, ai
vostri criminali di guerra e di pace, alla vostra polizia, alla vostra
ignoranza, al vostro denaro e a tutto ciò che io odio e rinnego perché causa di
oppressione e ingiustizie sociali."
Lo stato italiano e il suo braccio armato, l'esercito,
colpiscono ancora. Dopo l'affondamento di profughi inermi nell'Adriatico, le
uccisioni e le torture durante la "missione umanitaria" in Somalia,
oggi arresta chi concretamente si batte contro la barbarie, rifiutando di
collaborare come uno dei tanti ingranaggi di questa macchina di odio e dominio.
Lunedì 16 giugno, in un paese della provincia di
Taranto, hanno arrestato Michele Pircher, nonsottomesso veronese che ha
rifiutato sia l'obbligo del servizio militare sia quello, complementare del
servizio civile.
Il 3 gennaio 1992, dopo alcuni mesi di servizio civile, Michele
aveva maturato la scelta dell'obiezione totale, sospendendo la sua prestazione.
Condannato ad un anno e quattro mesi, dopo il processo civile gli giungeva
nuovamente la "cartolina". Per il suo rifiuto viene condannato dal
tribunale militare di Torino a quattro mesi di carcere.
Dopo la sentenza, per un anno circa, le ricerche delle
forze di polizia sono risultate infruttuose: se lo volevano in gabbia, dovevano
trovarlo.
Dopo l'arresto è stato immediatamente tradotto nel carcere di Sulmona (AQ). Qui è stato
rinchiuso fino al 7 luglio per essere poi trasferito nel carcere di Altamura
(BA) dove dovrà scontare altri tre mesi.
A solo un mese e mezzo dalla scarcerazione di Marzio
Muccitelli, lo stato e l'esercito continuano ad arrestare i nonsottomessi, ribadendo
senza veli la loro natura repressiva.
A Michele un abbraccio e tutta la nostra solidarietà. Al
militarismo, per dirla con le sue parole, tutto il nostro disprezzo.
E' più che mai necessario un sostegno concreto a Michele
e a tutti gli antimilitaristi che subiscono la repressione dello stato.
Dimostragli direttamente la tua solidarietà inviando telegrammi, lettere,
cartoline, libri a: MICHELE PIRCHER, Via Dell'uva Spina 18 70022 ALTAMURA (BA)
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Martedì 8 luglio
La Spezia: L'obiettore totale Emanuele Giorgini di Porto
Recanati (MC) è stato processato e condannato a quattro mesi di reclusione con
il beneficio della sospensione condizionale della pena. Una decina di compagne
e compagni antimilitaristi hanno presidiato il tribunale militare durante
l'udienza.
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Sabato 9 agosto
Vaprio d'Adda (MI): l'Unione Anarchica all'interno di
una ricchissima dieci giorni di info/fest/azione (dall'1 al 10) promuove un
incontro antimilitarista per il pomeriggio. Il tutto al Parco Monasterolo, Via
per Concesa, Autostrada A4 Mi-Ve, uscita Trezzo s/Adda. Per informazioni
tel/fax (02)8321155
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Riceviamo e pubblichiamo (riducendolo per motivi di
spazio) il documento approvato dal C.U.C.A 2000.
Da oltre un anno il Comitato Unitario contro Aviano 2000
è impegnato contro il progetto di ampliamento della Base USAF di Aviano,
destinata, nei piani del Pentagono, a diventare una delle principali basi
nucleari d'Europa e del mondo, in grado di affrontare contemporaneamente due
conflitti di media intensità.
In questo periodo il Comitato ha avuto modo di entrare
in contatto con molti altri gruppi, movimenti ed associazioni, impegnati in
attività analoghe o comunque riconducibili al dissenso rispetto al cosiddetto
"Nuovo Ordine Mondiale" che altro non è che l'affermazione di un
unico modello sociale ed economico.
Dal dibattito interno al gruppo e dal contatto con
queste realtà, si è fatta via via più nitida la dimensione globale in cui si
collocano i singoli processi di modernizzazione ed ampliamento delle basi
militari (non solo Aviano, ma anche Sigonella, San Damiano, Ghedi, Napoli...).
E' così pian piano maturata l'idea di costruire
un'iniziativa di studio ed insieme di confronto fra i gruppi cui facevamo prima
riferimento per tentare di mettere assieme tutti gli aspetti della complessa
questione.
Questa idea ha ora cominciato a concretizzarsi: da una
prima serie di incontri è emersa la proposta di un CONVEGNO NAZIONALE SULLA QUESTIONE
DELLE BASI MILITARI E PIÙ IN GENERALE DELLA MILITARIZZAZIONE DEL TERRITORIO,
che vorremmo tenere a Pordenone dal 6 all'8 dicembre prossimi.
Vorremmo però che questo convegno non fosse un episodio
isolato, ma il culmine di un percorso cui partecipino tutti i gruppi
interessati al problema.
Siamo infatti convinti che, se non riusciamo a dare -
alla questione delle basi militari nel suo complesso - una caratterizzazione
quanto meno nazionale, sarà impossibile riuscire ad ottenere qualsiasi
risultato positivo e non effimero.
Sulle basi militari, come fu al tempo di Comiso e degli Euromissili, è
necessario che si esprima l'intero corpo sociale, altrimenti i singoli comitati
in lotta contro la base sotto casa non potranno che risultare perdenti.
Vi chiediamo quindi di aiutarci a costruire questo
appuntamento, sia nella raccolta di materiali e di testimonianze da presentare
al convegno, sia nella diffusione e pubblicizzazione.
Abbiamo elaborato una bozza di programma, che ora
vorremmo condividere con voi. L'intenzione è quella di suddividere il convegno
in tre fasi: una prima sessione, il Sabato pomeriggio, dedicata alle relazioni
introduttive; una seconda sessione, la Domenica mattina, dedicata ai lavori di
gruppo, incentrati sullo scambio di esperienze e di prospettive dei vari
comitati sparsi per il territorio italiano; una terza sessione, la Domenica
pomeriggio o il Lunedì mattina per riprendere in plenaria le conclusioni dei
gruppi di lavoro.
In questo schema potrebbe inserirsi un'ulteriore
sessione con ospiti dall'estero, qualora riuscissimo a far partecipare al
convegno anche rappresentanti di altri movimenti di lotta nel mondo contro le
basi militari: non possiamo ignorare, infatti, che la presenza delle basi
militari delle superpotenze è diffusa in tutto il pianeta.
Sul piano dei contenuti, il percorso che vorremmo
proporre riguarda essenzialmente due versanti: da un lato tutto ciò che sta
"a monte" delle basi: la stretta connessione tra il processo di
globalizzazione all'insegna del neoliberalismo (con i suoi effetti sulla
società, l'ambiente, la libertà dei popoli, i diritti umani) e la
militarizzazione a sostegno del "Nuovo Ordine Internazionale" (e qui
ritroviamo il "Nuovo Modello di Difesa", mai ufficialmente approvato
e tuttavia già in fase di progressivo dispiegamento, il ruolo delle
"missioni di pace", a cavallo tra gendarmeria mondiale e
neocolonialismo, l'allargamento della NATO che prosegue di pari passo con
l'espansione economica dell'occidente verso est).
Dall'altro, quello che sta "a valle": le
relazioni che si instaurano tra la base e il territorio che le circonda. Luci
ed ombre di un impatto economico che "droga" l'intera struttura
sociale, i danni all'ambiente, i diritti calpestati, la cultura del più forte
che inquina le coscienze. E poi il ruolo diretto che le basi USA hanno avuto ed
hanno tuttora in Italia, dal coinvolgimento nella strategia della tensione,
alle innegabili limitazioni di democrazia che la loro presenza pone. Ma anche
le mille esperienze di resistenza e di ribellione che a volte intere
popolazioni, altre volte piccoli gruppi anticipatori, hanno saputo mettere in
atto nel corso degli anni.
C'è poi la fase propositiva: vorremmo concludere il
convegno dandoci, tutti insieme, una prospettiva per il futuro. Ci piacerebbe
che dal convegno nascesse una rete di coordinamento sulla questione delle basi
militari, magari qualche proposta "forte" per rilanciare il problema
a livello nazionale. Ma questo cammino è ancora tutto da costruire... Per
quanto riguarda i relatori, abbiamo già contattato, ottenendo la loro
disponibilità, Alberto Castagnola (per un'analisi della globalizzazione e delle
sue conseguenze) e Falco Accame (per i problemi più strettamente connessi alla
militarizzazione e al "Nuovo Modello di Difesa"). Stiamo ancora aspettando
alcune conferme per un esperto di questioni ambientali. Stiamo inoltre cercando
di ampliare il numero di contatti con altri gruppi e comitati di tutt'Italia
impegnati sull'argomento.
Ci appelliamo a voi tutti che leggerete queste righe
affinché contribuiate a diffondere l'iniziativa, ma anche e soprattutto a farla
crescere fornendoci i vostri contributi in idee, esperienze, suggerimenti.
Vorremmo, lo ripetiamo, che questo convegno si
costruisca strada facendo. Per questo cercheremo di tenerci in contatto, da qui
a dicembre, con tutti voi, per continuare ad informarvi dei progressi
dell'iniziativa.
Pordenone, 25 giugno 1997
Comitato Unitario Contro Aviano 2000
Per informazioni e adesioni:
e-mail: cuca2000news@theOffice.net
fax: 0434/520235 (Tiziano)
tel.: 0434/550249 (Bepi) - 960192 (Lino)
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Nota per le riviste:
"Il Disertore" viene inviato gratuitamente o
per scambio a numerose riviste di ambito antimilitarista, pacifista e
libertario. Ricordiamo che il bollettino ha anche la funzione di "agenzia"
per le notizie riguardanti la nonsottomissione. Invitiamo quindi le riviste a
saccheggiarci a più non posso riproducendo le notizie ed in particolare quelle
degli arresti ed i recapiti dei nonsottomessi in carcere, per dare modo di
ampliare il più possibile la solidarietà nei loro confronti, per non lasciarli
in un isolamento che è fatto principalmente di silenzio.
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Le barbarie commesse in Somalia sono ormai scomparse
dalle prime pagine: sarebbero esagerazioni di qualche sbandato, o in ogni caso
atti isolati inevitabili in un clima di "tensione". Alla barbarie dei
fatti corrisponde la barbarie del riduzionismo e del giustificazionismo. Per
questo è ancora più importante non tacere. Noi ci abbiamo provato anche con
questo manifesto. Ordinatecelo, diffondetelo: è fatto apposta. E' a colori e a
noi è costato 500£ a copia, ma se avete problemi per il pagamento mettetevi in
contatto con la Cassa. Per richiedercelo scrivete alla casella postale o
telefonateci; la spedizione sarà con pagamento in contrassegno quando
riceverete il pacco.
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Come avrete modo di notare dal resoconto del bilancio
economico la Cassa di solidarietà antimilitarista ha subìto ultimamente un
salasso a causa soprattutto della stampa del manifesto "Solo Odio".
Molti di coloro che ancora ricevono "Il disertore" non si sono
abbonati. Se la cassa continuerà ad essere uno strumento concreto per la
solidarietà e la propaganda antimilitarista lo sarà per merito di coloro che
contribuiranno a mantenerla più viva che vegeta. La stessa esistenza di questo
foglio di collegamento dipenderà dal numero di compagni e compagne che ne
faranno richiesta abbonandosi o rinnovando l'abbonamento. Per sostenere la
cassa inoltre ordinate il manifesto, il volantone sui nonsottomessi, il
materiale in distribuzione. Ci sentiamo a settembre...