IL DISERTORE

Foglio di collegamento della Cassa di Solidarietà Antimilitarista

N. 11 - Ottobre 1997

 

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In ritardo di un mese, dopo la pausa estiva, torniamo con rinnovato impegno a proseguire il lavoro svolto fin qui, anche se con delle parziali modifiche progettuali e all'interno del collettivo che gestisce la cassa di solidarietà antimilitarista.

Dopo oltre un anno di gestione, infatti, il gruppo ha vissuto una crisi interna dovuta ad un'eccessiva dose di "pratiche da sbrigare" come mantenere i contatti, aggiornare il bilancio, evadere la posta, seguire le vicissitudini dei compagni in attesa di processo o incarcerati, realizzare questo bollettino, partecipare ad iniziative e produrre materiale informativo (tra le altre cose abbiamo dato alle stampe un manifesto sull'obiezione totale ed uno sulle nefandezze dei parà in Somalia che sembra siano stati apprezzati). Paradossalmente si rischiava di andare in tilt proprio perchè le cose andavano bene, funzionavano.

Purtroppo all'attivismo nostro e di un  ristretto numero di persone, attualmente non corrisponde una diffusa attenzione sulle tematiche e le proposte espresse dall'antimilitarismo.

Anzi, proprio perchè pochi e forse un po' stanchi, si fatica a decollare e a ridefinire metodi e obiettivi di un rinato movimento di cui si comincia a sentire pesantemente la mancanza.

La cassa e gli attuali compagni e compagne che la tengono viva attendono fiduciosi qualche segnale di ripresa, rimandando ad un futuro che rischia di essere sempre più prossimo eventuali interrogativi sul senso dell'esistenza stessa di uno strumento che dovrebbe essere voce di ciò che al momento se ne sta spesso zitto.

 

A novembre.

 

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GETTIAMO LE BASI

 

Convegno nazionale contro la militarizzazione del territorio e della societa' per un 2000 senza basi militari

PORDENONE, 6-8 DICEMBRE 1997

 

Da Aviano sono partiti gli aerei che hanno imposto la pax americana nel Golfo prima e nei Balcani poi; qui hanno trovato rifugio gli F16 cacciati dalla Spagna; qui sono custodite le atomiche. Da questa base, gli Stati Uniti controllano l'Italia, l'Europa dell'Est e del Sud, il Medio Oriente e il Mediterraneo.

Noi che viviamo accanto ad una base militare e ne subiamo quotidianamente i disagi, i rischi e i danni, vogliamo, insieme ai tanti che, sparsi per l'Italia, affrontano situazioni analoghe, interrogarci sul presente e sul futuro di queste istallazioni, cioè sul presente e sul futuro  di noi stessi, del nostro ambiente, della nostra società, dell'intero pianeta.

Sperando che dal convegno emergano gli strumenti e le idee per gettare le basi di un comune impegno contro la militarizzazione.

 

SABATO 6 DICEMBRE

Auditorium ITC "Mattiussi", via Interna

ore 15.00-19.00

 

- Presentazione del convegno

- Relazioni introduttive:

Alberto Castagnola - I fratelli siamesi: l'impero militare e la globalizzazione

Falco Accame - Nuovo Modello di Difesa o vecchio Sistema di Dominio ?

Giorgio Nebbia - Un'ambiente USA e getta ? L'impatto delle Basi militari sul territorio

Augusta De Piero Barbina - Uso ed abuso delle servitù militari in Friuli Venezia Giulia

Paolo Miggiano - Al cittadino non far sapere...tra segreti militari ed impunità

Michele gambino - Se vuoi la guerra...il ruolo del traffico d'armi nella costruzione dei conflitti

Tonino Drago - Le difese contro il pachiderma: la lotta contro le basi militari nel mondo

Marina Padovese - Lisistrata 2000 ? Femminismo ed antimilitarismo

 

DOMENICA 7 DICEMBRE

ore 9.00-13.00

 

- Suddivisione in gruppi di lavoro:

1. Risiko sulle nostre teste - Le strategie politico-militari del nuovo disordine mondiale

2. L'industria della morte - Produzione, commercio e traffico d'armi; riconversione o nuova militarizzazione

3. Una società sull'attenti - Quando ambiente, territorio, cultura soggiacciono alle logiche militari

4. Caduti sul campo - Democrazia, verità, giustizia, salute vilipese da chi dice di difenderle

 

ore 15.00-19.00

Casa del popolo di Torre, via Carnaro 10 - Pordenone

 

- Sessione Conclusiva

- Relazioni dei gruppi di lavoro

- Interventi degli ospiti stranieri

- Discussione e approvazione dei documenti conclusivi

 

LUNEDÌ 8 DICEMBRE

ore 9.00-13.00

Sit-in davanti ai cancelli della Base USAF di Aviano

 

Il convegno è interamente autofinanziato.

Chi vuol partecipare alla copertura delle spese organizzative può effettuare un versamento sul c.c.p. n.11061595 intestato a Marco De Sibio - Pordenone

Al fine di facilitare l'accoglienza, preghiamo chi vuole partecipare al convegno, di darne pronta comunicazione (possibilità di alloggio gratuito).

Per informazioni, suggerimenti, segnalazioni, adesioni:

COMITATO UNITARIO CONTRO AVIANO 2000

c/o Circolo Zapata, via Pirandello 22, Pordenone

http://qnet.conecta.it/noprofit/aviano2000

fax: 0434/520235 (Lino)

tel: 0434/550249 (Bepi) - 960192 (Lino)

e-mail: cuca2000news@theOffice.net

 

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NONSOTTOMESSI

 

Suonino le campane, si sventolino le bandiere, si soffino i nasi! Dopo tre mesi di galera per rifiuto del servizio militare e civile prima a Sulmona, poi ad Altamura È USCITO IL MICHELE PIRCHER, nonsottomesso veronese (o quasi)... fate festa nei vostri cuori!

 

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Il 15 di ottobre 1997 non mi presenterò in caserma, non indosserò la divisa e tantomeno concederò a qualche graduato di darmi degli ordini.

Non ho nessuna intenzione di sottomettermi o collaborare ad alcun progetto autoritario (militare o civile che sia) perchè li ritengo le principali cause dei problemi sociali che mi circondano. Infatti dove ci sono gerarchie, c'è sfruttamnento e impoverimento.

Basta guardarsi attorno: guerre, lavori opprimenti, merci sofisticate, fabbriche di veleni, famiglie, chiese e poi questure, prigioni, cliniche psichiatriche, comunità terapeutiche, case-famiglia.

Il servizio militare e quello civile sostitutivo servono innanzitutto a riprodurre queste porcherie. Nulla cambia se si vestono i panni del soldato in missione di pace o quelli dell'assistente impiegato nei servizi sociali. Entrambi veicolano la cultura del potere: QUELLA DEI SERVI E DEI PADRONI

Ho deciso di rendere pubblico il mio rifiuto della leva perchè penso che molti altri come me si ritrovano tutti i giorni a dover fare i conti con questa realtà delirante.

Alla rassegnazione preferisco la rivolta aperta, praticabile da tutti, che sappia sbarazzarsi di qualsiasi autorità. Alla chiamata alle armi preferisco rispondere disertando.

La minaccia della prigione non mi impedirà di continuare a cercare complici con i quali commettere il più grave dei reati: VIVERE LIBERI

 

Tommaso Paiano - Bologna

 

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Io sottoscritto SMIDERLE SIMONE, nato a Schio (VI), in data 11/12/76, iscritto nelle liste di leva del comune di Schio, matricola n.02976009709,

Dichiaro, con la presente, di non voler svolgere, nè ora nè mai, qualsiasi tipo di servizio, sia esso civile o militare in quanto considero diritto inalienabile di ogni individuo l'effettuare le proprie scelte nella più assoluta libertà e senza alcuna imposizione da nessuno, ivi compreso qualsiasi tipo di "strumento" istituzionale, sia esso l'esercito, la religione, la famiglia, il lavoro, il denaro...

Scrivo questa lettera con rabbia e perchè costretto dalle vostre leggi, poichè mai e poi mai in una società libera e democratica avrei dovuto spiegare al alcuno le mie scelte e le mie ragioni.

So che con questo mio atto infrangerò i vostri ordinamenti ma sono cosciente che non priverò la libertà a nessuno, che non causerò sofferenze e ingiustizie, che non lederò a nessuno tranne che a questo sistema (e a chi lo difende), colpevole di aver privato tutti gli esseri viventi e vissuti per migliaia e migliaia di anni, della loro libertà, e di averli trasformati in esseri senza autocoscienza, pronti ad eseguire qualsiasi tipo di ordine permettendo così il mantenimento di questo stato di cose, basato sull'oligarchia e sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.

la maggioranza delle persone rispetta queste leggi e accetta questa società, ma ciò non vuol dire che questo sistema sia giusto, poichè ogni individuo, da quando nasce a quando muore viene inconsciamente plagiato (la società dispone di innumerevoli "armi" che vanno a "colpire" le varie fasi della nostra vita), ed abituato ad accettare passivamente e senza mai chiedersi il perchè tutte le imposizioni e le abitudini di questa società.

Fortunatamente, per delle coincidenze della vita, alcune persone riescono a rompere questo innato legame con la società e iniziano a rendersi conto di tutti i falsi valori in cui prima credevano, di tutte le ingiustizie che prima non vedevano ed iniziano a lottare contro tutto questo, dando una speranza al mondo intero di poter un giorno eliminare tutte le ingiustizie (e sono tante) ancora presenti.

L'esercito, come il servizio civile, sono due delle molteplici "armi" che il sistema adopera per mantenersi e rafforzarsi.

Sono un Uomo, e sono Libero, la mia coscienza non potrà mai permettermi di aiutare a sorreggere questa società che vuole distruggere i rapporti umani.

Non ci riuscirete. Non ve lo permetteremo.

 

Schio, 12/8/97

Simone Smiderle

 

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R.A.P. CAMP '97 OVVERO: COME È BELLO FAR LA GUERRA DA TRIESTE IN GIÙ

 

Forse non tutti hanno avuto la fortuna di assistere, tra metà agosto e i primi di settembre, a quell'efferatezza patrocinata dall'esercito italiano, in collaborazione con marina militare e aeronautica,  di "R.A.P. CAMP '97". Purtroppo noi c'eravamo e ci sembra degno di nota segnalare a chi se l'è persa questa formidabile operazione di maquillage militarista per il rilancio della macchina bellica italica. Una campagna pubblicitaria fatta a suon di manifesti e volantini indirizzati ad un "target" giovane (grafica accattivante stile biglietti ingresso da discoteca, slogan del tipo "Tieniti pronto per vivere l'avventura più spettacolare della tua estate" o "Prendi il comando !", inviti a portare "amici, amiche e fidanzate" per dimostrare la propria maschia attitudine alla guerra) ha preceduto gli eventi da Luna Park tenutisi in 14 città italiane.

Due gli scopi dei militaristi trendy. Per prima cosa invogliare il giovane disoccupato ad una carriera da Volontario in Ferma Breve (V.F.B.) (del resto imparare ad uccidere, comandando od ubbidendo, è un mestiere come un altro, no?) dopo averlo rincoglionito con musiche gggiovani, avvenenti presentatrici con attillate tute mimetiche, giochini da deficienti che simulano la guerra come si trattasse di un videogioco. Sette erano infatti le sfide da vincere per aggiudicarsi i capi originali dell'esercito. La salagiochi grigioverde proponeva "Navigator", "Combat Dressing", "Action Cross", "Blindo Start", "Bersaglio Mobile", "Laser Shooting", "Tanks Attack"; delusione tra i presenti per non aver potuto giocare a "Genital Stimolation", un videogame che ha riscosso un discreto successo tra i parà della folgore in Somalia qualche anno fa. Il baraccone approntato per l'occasione si avvaleva inoltre delle prestazioni coreografiche di paracadutisti, fanfare, aerei, sommergibili, batterie a cavallo che allietavano la visita di mamme, bimbi, papà a cacciabombardieri F104, elicotteri da combattimento, autoblindo,

lanciamissili e puntatori a raggio laser.

Secondo obiettivo strategico del ministero della difesa quello di recuperare il consenso dopo aver perso qualche  punto con  gli affondamenti di Otranto contro il pericolo albanese e con le accuse di violenze, stupri, rappresaglie, omicidi avvenute in Somalia e far accettare senza storcere il becco ai contribuenti una ulteriore spesa di 50.000 miliardi necessari al Nuovo Modello di Difesa (oltre ai 32.000 miliardi di lire all'anno per le spese militari).

Insomma, anche gli incartapecoriti generali delle forze armate si sono resi conto dell'importanza dell'immagine nel pubblicizzare il proprio prodotto e quindi, abbandonate le noiose parate militari, con la consulenza di qualche rampante pubblicitario, hanno convenuto sulla necessità di rendere appetibile a molti ragazzi, con il contributo di lustrini, tette e modi di sterminio virtuali, la loro vocazione alla guerra.

C'era comunque da aspettarselo: nella società dello spettacolo anche la guerra, prima o poi, diventa uno spot.


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