IL DISERTORE

Foglio di collegamento della Cassa di Solidarietà Antimilitarista

N. 13 - Gennaio 1998

 

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Buon anno.

Il 1997 a cui abbiamo appena voltato le spalle è stato intenso: l'esercito ce l'ha messa tutta per apparire il più possibile quello che è, ovvero uno strumento criminale al servizio del potere. Dall'affondamento dei profughi albanesi nel Canale d'Otranto, alle rivelazioni sugli stupri e le torture in Somalia, alle campagne di autoassoluzione e di marketing (vedi R.A.P. Camp), fino alla creazione di una vera e propria "cortina di ferro" antimmigrati/antiprofughi attorno alle coste del Sud dello stivale. Il tutto, naturalmente, nell'Era del Governo della sinistra Progressista.

Non sono mancati nemmeno processi e incarcerazione di nonsottomessi (in Spagna, lo ricordiamo, un compagno insumiso è morto in carcere) ma anche diverse nuove dichiarazioni di nonsottomissione: ne diamo conto in un foglio allegato.

Pur se il panorama non è certo piatto, crediamo comunque che la situazione meriterebbe un livello di attività antimilitarista più intenso che per ora stenta a delinearsi all'orizzonte.

Noi, pur con un rallentamento di ritmi che avevamo preannunciato, ci proviamo.

Voi fatevi vivi, magari cominciando con l'abbonarvi o col rinnovare l'abbonamento al "Disertore". Buon anno.

 

I cassieri della Cassa

 

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LA SOLIDARIETÀ NON SI PROCESSA!

 

Il 12 marzo a Verona si terrà, salvo rinvii, il processo nei confronti di 21 compagne e compagni rei di aver dimostrato solidarietà a due nonsottomessi veronesi, Stefano Capuzzo e Max Terzi.

Stefano veniva arrestato il 25 novembre 1995 e rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Montorio (VR) per aver rifiutato di vestire la divisa e non aver accettato di servire la patria in abiti civili.

Una settimana dopo, esattamente il primo dicembre del 1995, Max veniva processato e condannato a cinque mesi di reclusione dal tribunale  civile di Verona per la sua scelta antimilitarista.

Fuori dal tribunale quel giorno si sono dati appuntamento una trentina di persone per improvvisare un presidio di protesta e solidarietà con striscioni e altoparlanti. La reazione della polizia non si è fatta attendere: dopo la carica seguono otto fermi in questura, dei quali cinque convertiti in arresto.

Scattano successivamente le denunce per ventuno tra i presenti (alcuni segnalati a vista, nemmeno identificati sul posto): manifestazione non autorizzata, oltraggio e resistenza aggravata a pubblico ufficiale, istigazione a commettere reato (per lo striscione "Quando la patria chiama rispondi signornò").

 

La Cassa di Solidarietà Antimilitarista, in previsione delle spese che si dovranno sostenere,

PROMUOVE UNA SOTTOSCRIZIONE a favore dei 21 imputati.

Per contribuire puoi utilizzare il

C.C.P. n° 13013370 intestato a: Luca Zevio,

Via M. Faliero 171, 37138 VERONA

specificando nella causale "PROCESSO 12 MARZO"

 

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NONSOTTOMESSI

 

Glemone dal Friul, 30 novembar 1997

Al 16° rgt. Belluno:

 

In data 10/12/97 sono "tenuto a presentarmi", secondo l'invito pervenutomi, presso il 16° rgt. "Belluno" per svolgere il servizio di leva. Dopo un lungo percorso di formazione personale al riguardo, ho maturato l'idea che espletare tale servizio nei confronti dello Stato italiano sia altamente nocivo alla mia dignità di individuo e cozzi con violenza con le mie convinzioni di cristiano e di libertario. Pertanto, per motivare la mia scelta di obiezione totale, ho deciso di inviare alla caserma di destinazione , al distretto militare e al ministero per la guerra questa lettera.

 

L'uomo è stato creato libero, e come tale deve vivere. L'uomo non è fatto per l'obbedienza in quanto l'obbedienza comporta la totale rinuncia alla propria responsabilità, alla propria intelligenza e ad ogni altra caratteristica che rende l'uomo "poco meno degli angeli" come recita il bellissimo salmo 8. Ritengo l'esercito la massima espressione del processo formativo che porta l'uomo a rinunciare a se stesso. Ogni brava mamma chiede al suo bimbo: se tutti si buttano in un burrone, ti ci butti anche tu? Eppure l'esercito insegna a farlo!

 

L'unica morale valida in caserma è quella per la quale chi ha più potere, per mostrine, anzianità, nonché forza fisica o furbizia, fa e disfa la legge secondo interesse personale, fase lunare o carenza d'affetto. Per il periodo di leva lo sventurato futuro "milite ignoto" viene aiutato a pensare ai suoi maestri non come a qualcuna da cui impara qualcosa, bensì come ad un essere superiore a cui dovere obbedienza assoluta. Nel milite viene così stroncato ogni spirito critico, essenziale alla liberazione personale, ed ogni traccia di individualità sopravvissuta a circa 20 anni di TV e clonazione scolastica. Infatti la cosa più allucinante delle testimonianze di che ha fatto la leva è l'assoluta arbitrarietà nel concedere premi e punizioni che vengono elargite non come, seppur barbaro, strumento educativo, ma come pura dimostrazione di potere. Ben presto il milite impara che l'importante non è svolgere bene il compito assegnato, ma il convincere il superiore (superiore in cosa non è dato sapere) che il compito è stato eseguito bene. Il milite impara così tutti i trucchetti per infinocchiare il prossimo, impara ad entrare nelle grazie di chi comanda come del resto già sapeva fare con i professori a scuola. Chi si rifiuta di diventare  ruffiano e sottomesso si accomodi in consegna. Tutto ciò non resta confinato all'interno della caserma, ma purtroppo si ripercuote nella vita di ogni giorno, perché le azioni non saranno più valutate in termini di moralmente giusto o sbagliato, ma a seconda se siano più o meno convincenti. Nasce così l'opportunismo, tanto diffuso quanto vilipeso dall'esercito. Esercito che falsamente si dice diffusore di sacrosanti valori quali la solidarietà e l'amicizia.

L'esercito non crea amicizia e solidarietà, caratterizzate dall'essere doni disinteressati, ma spirito di corpo, che nasce dalla contrapposizione a un nemico e quindi dalla reciproca necessità di avere un compagno che ti guardi le spalle da ufficiali severi o nemici esterni. Lo spirito di corpo si basa perciò proprio sull'opportunismo. Lo spirito di corpo è ciò che spinge gruppi di persone a trovare ragion d'essere nella distruzione di altri gruppi di persone e come tale va combattuto. Ogni volta che qualcuno ne tesse le lodi dovrebbe chiedere perdono alle vittime cadute in nome di tale morale. E così le associazioni che lo elevano a ideale.

L'esercito chiama sacra la patria ma la bestemmia perché nulla nel nome del quale si uccide può essere sacro. La patria, se per essa si intende non assurde idee ancestrali ma semplicemente l'ambiente in cui vivo, deve essere difesa soprattutto da chi la sfrutta e umilia, da chi obbliga ad uccidere in suo nome. La difesa della patria per quanto mi riguarda passa per il rifiuto di portare le armi, di uccidere e di giurare fedeltà allo stato italiano, cosa vietata esplicitamente nel vangelo (Matteo 5,33-36). Che valore può mai avere un giuramento coatto? Ancora una volta l'unica moralità conciliabile con ciò è quella per la quale pur di evitare rogne si obbedisce. E tale moralità non è certo la mia.

Per quanto mi riguarda come cristiano e libertario, ogni violenza dell'uomo su un suo fratello è immorale. L'obbligo di servire un esercito è un atto di violenza contro ogni cosa in cui credo e pertanto va rifiutato. Divertitevi in mia assenza. Saluti.

 

Igor Londero

 

"Cosa importa al popolo libero degli ordini di chi non appartiene al popolo libero?"

(Akela, Il libro della giungla)

 

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PROCESSI

 

L'8 gennaio il tribunale di Imperia ha processato e condannato Davide Agostinelli, nonsottomrsso, a 2 mesi e 20 giorni di carcere.

 

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...IL DENARO RICHIESTO PER PROVVEDERE A CIBO, ACQUA, EDUCAZIONE, SALUTE E ALLOGGI ADEGUATI PER OGNI PERSONA AL MONDO E' STATO STIMATO IN CIRCA 40.800.000 MILIARDI DI LIRE L'ANNO. E' UNA CIFRA IMMENSA! ALL'INCIRCA LA STESSA CHE IL MONDO SPENDE IN ARMI OGNI DUE SETTIMANE.

 

La finanziaria '98 prevede anche per quest'anno un bilancio della difesa attestato attorno ai 31.000 miliardi.

Nello specifico delle spese militari si può notare il calo dei costi per il personale - dovuti alla riduzione della coscrizione obbligatoria, non certo della componente professionale, che anzi aumenta quest'anno di circa 500 unità, come del resto previsto dal Nuovo Modello di Difesa (NMD) - e contestualmente un aumento cospicuo (per un totale di 5.500 miliardi) delle spese per l'acquisizione di nuovi sistemi d'arma.

Tale andamento è destinato a proseguire; infatti la strada delineata dal NMD del 1995 indica un progressivo incremento di circa 500 miliardi all'anno delle spese di investimento, per raggiungere il livello di 7.000 miliardi/anno nel 2001, per poi passare a 7.500 mld/anno, sempre di soli investimenti, negli anni successivi (per una spesa complessiva di 78.000 miliardi in 15 anni, riferita ai soli programmi principali).

Il bilancio della difesa non comprende una fetta sostanziosa delle spese militari: da esso sono escluse le missioni militari (quella in Somalia è stata finanziata con fondi del Ministero degli esteri destinati alla cooperazione, quella in Bosnia coi fondi speciali del Tesoro, quella in Albania con l'8 per 1000) e i finanziamenti all'industria bellica - la produzione e il commercio delle armi da parte dell'Italia sono aumentati di ben il 45% - che sono iscritti nel bilancio del ministero dell'industria (oltre 15.000 miliardi da qui al 2001, sulla carta destinati alla riconversione, ma i progetti di riconversione non sono in alcun modo documentati). Ma la spesa nascosta serve anche per l'acquisto di armi: le Forze di Intervento Rapido sono nate utilizzando 600 miliardi stanziati dalla Protezione Civile per il terremoto in Irpinia.

 

Tratto da: "Spesa militare 1998" a cura della Convenzione pacifista di Milano

 

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NOVITÀ

 

La Cassa di Solidarietà Antimilitarista sta ultimando un agile depliant "fotocopiabile" sulla questione della non-sottomissione. E' un modesto contributo esplicativo su leggi, iter processuali, casistica dei reati, pene da scontare nel caso si voglia entrare nel magico mondo dell'obiezione totale. Per richieste di una copia inviare 2.000 £ all'indirizzo della Cassa.


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