IL DISERTORE

Foglio di collegamento della Cassa di Solidarietà Antimilitarista

N. 17 - Giugno/Luglio 1998

 

Supplem. al n. 72/1997 di Senzapatria - Aut. Trib. SO n.156 - Dir. Resp. Piero Tognoli

 

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Mentre i ministri degli esteri dei paesi dell’Unione europea si incontrano a Bruxelles per stipulare un fittizio e per nulla vincolante codice di controllo sulla vendita e l’esportazione di armi a stati belligeranti, a Parigi - in occasione della fiera delle ultime novità nel campo degli armamenti "Eurosatory" - gli industriali di trentaquattro paesi (l’80% dei quali europei) ingrassano le loro tasche; nei fatti l’Inghilterra fa lucrosi affari con l’Indonesia e l’Italia con la Turchia.

Ancora fatti: i comandanti della Folgore vengono assolti per le violenze in Somalia in quanto trattasi di piccoli casi sporadici ed incontrollabili.

Sotto quali pressioni la vittima di torture per mezzo di scariche elettriche non riconosce il proprio carnefice?. Il caso è chiuso: di nuovo liberi di andare a pacificare conflitti con la forza delle armi, delle torture, degli stupri…

Archiviazioni capitolo secondo: per lo speronamento dello scorso anno da parte della corvetta militare italiana ai danni della nave albanese in cui morirono sessanta profughi (tra cui donne e bambini) sono stati rinviati a giudizio i comandanti delle due navi, speronatrice e speronata.

Giudicate ancora una volta non colpevoli le alte sfere militari e governative che hanno impartito i criminali ordini. Le nostre coste sono così salve dal pericolo dell’invasione stracciona, pronte ad ospitare ben più graditi turisti. E salvo è pure il governo sinistroide, sempre più di fatto responsabile della sua politica militarista.

Un fatto: d’ora in poi non possiamo certamente lamentarci del monopolio nucleare bellico in mano alle superpotenze.

Ora anche Pakistan e India diventano a pieno titolo protagonisti dei peggiori incubi catastrofici di fine millennio.

NATO uber alles. Per il Kosovo si dicono tutti pronti a scongiurare il deja-vu di un altro sanguinoso conflitto dei balcani. Ma mentre si afferma ciò, decollano ottanta aerei armati per mostrare alla Serbia di che morte potrebbe morire. A morire sarà la popolazione, a rinvigorire il proprio becero nazionalismo ci sarà Milosevic, più vivo che mai.

Fatti e misfatti non degni di rilievo, apparsi di striscio sulla stampa nazionale: qualche "missiletto" cade per sbaglio nel mar di Sardegna, si mormora di aerei militari precipitati nelle campagne pugliesi, il rischio di contaminazione radioattiva di qualche tempo fa è dovuto alla fusione di rottami dell’industria militare dell’ex impero sovietico.

Un mondo interamente incentrato sul militarismo ruota attorno a noi. La guerra è diventata globale. Tutti gli stati vi partecipano, ognuno con il suo ruolo. Da una parte le democrazie occidentali, dall’altra i paesi in via di sviluppo.

Immersi nella nostra bambagia massmediatica però stentiamo a riconoscere i crimini perpetrati dai signori della guerra, ad individuare le responsabilità precise di politiche, strategie militari, calcoli mercantili basati sulla violenta sopraffazione; passivamente spettatori di uno spettacolo – la vita nostra e di altri esseri umani - in cui scorrono immagini diverse ma alla fine uguali per le nostre coscienze alquanto anestetizzate, fin troppo addomesticate. Incapaci di pensare un mondo differente, inorridiamo quando il tubo catodico gronda sangue, ci crogioliamo quando va in onda il Mondiale.

Ma i fatti rimangono fatti.

 

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APPUNTI SPARSI DI CASSA

- Appuntamento con il foglio de "il disertore" a Settembre. Rinnoviamo l’invito a sostenere l’attività della cassa di solidarietà sottoscrivendo l’abbonamento, spedendoci contributi scritti, informandoci di eventuali iniziative sul territorio.

- Per chi ci ha richiesto il manuale di autodifesa sull’obiezione totale, non disperate! Stiamo uscendo dal magma giuridico a testa alta e in tempi brevi dovremmo editarlo. Verrà spedito immediatamente… intanto continuate a prenotare la vostra preziosa copia.

 

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NONSOTTOMESSI

 

Al compimento del mio 18° anno d’età, lo stato come regalo di compleanno mi recapita la cartolina di precetto per le selezioni di leva. Rifiutando di presentarmi, ho iniziato il mio periodo di renitenza.

Dopo un anno di ripensamento, di riflessione, che mi ha portato alla scelta del "menopeggio", ovvero quella del servizio civile, ho presentato domanda come obiettore di coscienza. Dopo 18 mesi di inutile attesa, nella seconda decade del mese di febbraio ’97, lo stato italiano mi riconosce come obiettore di coscienza, ed allo stesso tempo mi arriva la chiamata per prestare servizio in un ente della mia città. Essendo per natura libertario, anarchico ed antiautoritario, non riconoscendomi in nessuna forma di governo, di stato e religione, quindi, non penso di delegare la mia vita, la mia socialità nelle mani di un ministro, di un papa o di un caporale di turno. Dopo un mese di prestazione ho deciso di diventare nonsottomesso, assumendomi tutte le responsabilità per l’iter processuale, eventuale condanna da scontare in un carcere di stato. Tutto ciò non mi intimidisce e non mi reprime; la scelta di nonsottomesso è stata del tutto personale.

Rifiutando di indossare una divisa, o di essere sfruttato in un ente, rifiuto questo stato di cose, rifiuto ogni forma di gerarchia militare e civile, rifiuto di delegare la mia vita ad una minoranza di politici e burocrati.

Io credo in un’altra forma di organizzazione, credo in un pianeta abitato da uomini liberi ed eguali, credo nella spontaneità e nel rispetto reciproco della collettività, credo nell’autogestione.

 

Salvatore Fierro

 

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"Ogni bandiera da me verrà bruciata

ogni divisa da me verrà calpestata"

 

Queste righe sono rivolte verso chi il 7 luglio mi giudicherà e sicuramente mi condannerà in base alle sue leggi.

La mia colpa? Aver disertato la "gloriosa marina militare italiana", gesto che ripeterei all’infinito. Penso che la condanna non sarà solo per la mia nonsottomissione ma anche per il mio pensiero anarchico. E l’agire in quanto tale. Questo fatto mi disgusta enormemente.

Io non sono il primo a dichiararvi guerra, né sarò l’ultimo perché molti sono coloro che non vogliono subire, che credono che l’individuo non può essere addomesticato. Perciò io lotto contro il vostro "desiderio" di dominarmi per affermare la mia libertà.

Io sono, vorrò essere e sarò sempre libero e quindi sono contro ogni potere che "stritola" l’individuo. In poche parole questa repressione mi fa schifo e mi fate schifo voi che l’attivate.

Verso di voi cari nemici giudicanti, il mio odio è troppo immenso, sono cosciente che tenterete di rinchiudere il mio corpo in una fottuta galera ma non riuscirete mai ad imprigionare il mio pensiero.

E poi che schifo, che rabbia ad essere giudicati da voi, con le vostre infami toghe sporche del sangue di molti esseri umani.

Sulla vostra coscienza –se ne avete una!- c’è un altro individuo morto; un amico Edoardo Massari nonché compagno di lotta e per questo vi meritate una sola parola: assassini!!!

Concludo questa lettera dicendo: "Proteggerò la mia libertà a qualunque costo e con ogni mezzo".

Mai vostro

 

Donato di Domizio

 

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INCARCERATO LUCA BERTOLA

Mentre si trovava agli arresti domiciliari in seguito ai fatti avvenuti durante il funerale di Edoardo Massari, "Baleno", Luca Bertola è stato raggiunto da un mandato di carcerazione per la sua scelta di nonsottomissione. Ora si trova nel carcere di Brissogne e dovrà rimanerci fino a fine Luglio.

Per chi volesse scrivergli e manifestare così la propria solidarietà, l’indirizzo è:

LUCA BERTOLA – LOCALITA’ LES ILES 150

11020 BRISSOGNE (AO)

 

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PROCESSI

 

Lunedì 8 Giugno

Si è svolto presso il tribunale militare di Verona il processo a Fabio Sgarbul, nonsottomesso anarchico triestino che dopo essere stato condannato a 10 mesi e 20 giorni con la sospensione condizionale della pena dal tribunale militare di Padova la scorsa primavera, era ricorso in appello.

La pena gli è stata ridotta a 9 mesi.

 

Martedì 7 Luglio

Presso il tribunale militare di Roma (via delle Milizie 5/c) si svolgerà il processo (fissato erroneamente per il 28 Maggio scorso) a Donato di Domizio, antimilitarista anarchico di Pescara, imputato di diserzione aggravata per non essere rientrato in caserma alla fine di una licenza lo scorso anno.

 

Andrea Ventrella, già condannato il 23 Aprile scorso per non essersi presentato alla visita di leva a nove mesi senza la condizionale (per questo è ricorso in appello), è stato rinviato a giudizio (Giugno ’99) per mancanza alla chiamata dopo essere stato arruolato d’ufficio.

 

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GIORNATA NAZIONALE DI LOTTA CONTRO LE BASI MILITARI – SABATO 27 GIUGNO

Promosse dal coordinamento nazionale "Gettiamo le basi", si svolgeranno iniziative a Ghedi, Firenze, Napoli, Sigonella., La Maddalena, Teulada, Roma e Pordenone.

I compagni e le compagne di Pordenone ci hanno fatto pervenire il programma della manifestazione:

- ore 10.00 Aviano (PN) Presidio davanti alla base militare.

- ore 15.30 Pordenone Concentramento davanti alla stazione ferroviaria. Il corteo si snoderà per le vie del centro, sosterà davanti al comando della "brigata ariete", per poi approdare in piazza dove ci saranno interventi, esposizione di materiale, banchetti, mostre e verso sera il concerto di Tacabanda (VE) e Infranti (PD).

Per informazioni: 0434/960192 (Lino)

fax 0434/520235

 

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Chi ha organizzato iniziative all’aperto il 2 e 3 maggio di quest’anno può capire molto bene di cosa si sta parlando. Nonostante l’umidità, il freddo e la pioggia l’assembramento antimilitarista ha rispettato tutti i programmi che si era dato.

Buona la disponibilità della polisportiva che ci ha accolto dimostrando anche la capacità dei compagni ad avere rapporti col territorio, buono anche il numero di gente che anche per sola mezz’ora comunque si è fatta viva. Registriamo anche un lieve attivo economico. Il punto dolente rimane la progettualità antimilitarista, che nei dibattiti è risultata quasi inesistente. Sgombriamo subito il campo dicendo che "Senzapatria" non crede minimamente di rappresentare tutto il movimento antimilitarista, ma anche le difficoltà ad uscire sono sintomo di uno sfilacciamento dei rapporti tra i compagni e una mancanza, come si diceva prima, di un progetto chiaro aldilà della giusta e sempre valida critica al militarismo. Una trentina di compagni, la metà venuti con estremo coraggio da fuori, hanno partecipato alle due assemblee previste lasciandosi a contatti telefonici futuri dopo che la redazione di "Senzapatria" avrà deciso del suo futuro.

Per la redazione di "Senzapatria", Colby.

4/6/98 Modena


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