IL DISERTORE

Foglio di collegamento della Cassa di Solidarieta' Antimilitarista

N. 18 - Ottobre/Novembre 1998

 

Supplem. al n.168 di Sicilia Libertaria - Aut. Trib. RG n.1/87 - Dir. Resp. Giuseppe Gurrieri

 

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Sono passati alcuni mesi dall’ultimo foglio di collegamento. Un tempo che ci è servito anche per riflettere e sistemare le scartoffie, visto che il numero di compagni e compagne che d’ora in poi cureranno l’amministrazione della cassa e la realizzazione de "Il disertore" si è andato assottigliando.

Ci siamo presi un periodo di pausa, abbiamo valutato come continuare con un impegno che non sempre dà i frutti sperati. Poi, tra dubbi laceranti e slanci passionali, l’ha spuntata quella fottuta cocciutaggine nel non darsi per vinti, nel percepire che il nostro modesto lavoro continua ad avere un senso. Almeno fin quando le nostre vite non saranno in balìa di uomini addestrati ad uccidere a comando.

Perché le guerre si pianificano anche qui da noi e (per il momento) si esportano altrove. Perché dove i soldati non stanno combattendo, li si sta mettendo nelle condizioni di farlo: con i nostri soldi, la nostra indifferenza, la nostra rassegnazione, il nostro silenzio. Spezzare le complicità, sottrarre consenso e puntare il dito: ecco cosa si prefigge un piccolo strumento come quello della cassa di solidarietà. Ma che insieme alla determinazione di altri può concorrere a diffondere la disobbedienza come scelta etica di non collaborazione.

"Il disertore" sceglie da questo numero una scadenza bimestrale ma aumenta il formato, così da permettere a chi lo volesse di inviare contributi più sostanziosi dei semplici comunicati (è un appello sufficientemente esplicito?). Nel caso di scadenze (processi a obiettori, manifestazioni, incarcerazioni) che non possono essere pubblicizzate in tempo, la cassa di solidarietà antimilitarista attiva un servizio di "agenzia stampa" tramite fax; se desiderate essere inseriti nel nostro indirizzario, comunicatecelo.

Anche il sito internet della c.s.a. ovvierà alla nuova periodicità di questo foglio: vi si trovano, oltre a tutti i numeri del bollettino, articoli, comunicati, indirizzi.

L’invito è quello di sempre: sostenere l’attività della cassa, abbonarsi a "il disertore", sottoscrivere per metterci/vi nelle condizioni di essere incisivi. La cassa rimane a disposizione per contribuire alle spese legali dei processati, alla produzione di materiale antimilitarista, alla realizzazione di convegni, dibattiti, manifestazioni.

Continueremo a essere spina nel fianco e propugnatori di un rifiuto vitale nei confronti della pervasiva cultura militarista, sosterremo la lotta dei nonsottomessi, diffonderemo propaganda antimilitarista, costruiremo - insieme ad altri - momenti di confronto e discussione affinchè sia chiaro a molti che le pagliacciate di un corpo militare - autoproclamatosi via via indispensabile, pacifico, elargitore di umanità e democrazia - devono essere smascherate al più presto.

 

 

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NONSOTTOMESSI

Davide Agostinelli di Genova, condannato l'8 gennaio di quest'anno dal tribunale di Imperia a 2 mesi e 20 giorni di carcere per la sua scelta di nonsottomissione, ha cominciato a scontare la condanna nella forma dell'affidamento sociale. Finirà di scontarla a metà ottobre.

Nel frattempo Orazio Plantone di Massafra (TA) e Alessandro Tosatto di Padova si sono dichiarati nonsottomessi al servizio militare e civile: Orazio ha inviato la sua dichiarazione dopo aver ricevuto, il sedici agosto, la cartolina che lo invitava a recarsi in una caserma in provincia di Udine, mentre Alessandro dovrebbe ricevere la cartolina fra breve.

 

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Spagna

PESTAGGIO CONTRO NONSOTTOMESSI IN CARCERE

I quattro "nonsottomessi nelle caserme" rinchiusi nel carcere militare di Alcalá de Henares (Madrid) sono stati oggetto di ripetuti pestaggi ed aggressioni da parte di un gruppetto di militari reclusi vincolati all'organizzazione neonazista "Bases Autonomas" e coperti dai secondini e dal direttore del carcere. I fatti sono avvenuti in giugno: da allora una campagna di protesta a base di fax e lettere sembra avere dato qualche frutto.

 

Potete inviare fax di protesta a:

Coronel Jesùs Ranera Alós

Prision militar de Alcalá de Henares, Madrid.

Tel. 0034-91-8880321 oppure 0034-91-889-31-72 / Fax 0034-91-8823493

Per scrivere ai nonsottomessi nelle caserme in carcere:

José Ramiro Paz, Plácido Fernández, Miguel Ángel Burón, Elías Rosas

Prisión Militar, Carretera de Meco, Km. 5, 28805 ALCALÁ DE HENARES, Madrid, Estado Español

Info: Molotov, boletín de controinformación

www.nodo50.org/lucha-autonoma/molohome.htm

 

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Germania

ARRESTATO UN NONSOTTOMESSO

Il 23 giugno è stato arrestato Torsten Froese, nonsottomesso tedesco, durante il secondo processo a cui è stato sottoposto. Nel 1993 era già stato condannato a tre mesi di carcere per essersi rifiutato di fare il servizio civile. La giudice Mickerts ha negato una sala sufficientemente grande per il numeroso pubblico ed inoltre ha ricusato gli avvocati difensori Jörg Eichler e Detlev Beutner (entrambi nonsottomessi). La giudice, mentre gli avvocati stavano per denunciarla per parzialità, ha ordinato a sorpresa l'arresto di Torsten - che è stato aggredito dai poliziotti - e lo sgombero della sala. Almeno due persone sono rimaste ferite in seguito alla carica della polizia, una delle quali è l'avvocato J. Eichler, ricoverato in ospedale con la clavicola rotta. Torsten è stato rinchiuso nel carcere di Weiterstad.

 

Info: - "Campi qui pugui", C/Perill 52, bajos, 08012 BARCELONA (Estado Español) - Tel. 0034-93-4584637. Oppure in internet: cgtburgos@cgt.es

 

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Padova, 28 maggio 1998

 

Io sottoscritto Alessandro Tosatto, matricola n. 028720051770, dichiaro la mia ferma ed irrevocabile decisione di non prestare servizio militare ed ancor meno il servizio sostitutivo cosiddetto civile. Non riconosco a chicchessia il diritto, e di conseguenza non gli concedo il potere, di estorcermi formalmente anche un solo giorno della mia esistenza. È già abbastanza odioso ed avvilente che la mia sopravvivenza quotidiana trascorra sostanzialmente sussunta dalla logica della società della merce e dal suo tempo morto per poter sopportare l'imposizione di altre perniciose inutilità.

L'esercito è strumento di controllo, di oppressione e di massacro, sia che venga impiegato in guerre ufficiali, in operazioni di polizia (internazionali o nazionali), in demagogiche o ridicole, eccetto per chi le subisce, operazioni "umanitarie" condite di stupro e tortura; è strumento di potere nel gioco, interno ed esterno, di definizione e ridefinizione di interessi economici e politici di apparati dell'amministrazione statale e di lobbies economiche. In altri termini è strumento dello Stato-capitale. Superfluo dire che io non ho intenzione di prender le sue parti in questa rappresentazione, ancorché in veste di comparsa come soldatino.

A voi la divisa e il ruolo del pagliaccio, militare o civile. A me quel briciolo di "libertà" che si respira quando si respinge e si irride un'imposizione. Niente di più, ma niente di meno.

Qualcuno afferma che il servizio militare e il servizio civile, ora che l'esercito di leva tende a lasciar spazio a quello professionale, abbiano lo scopo di intruppare le persone, renderle docili, obbedienti, dei burattini che dicono signorsì; di far ritenere necessarie e positive la gerarchia, la disciplina, il culto della forza e il sentimento nazionale. È probabile ma non credo, e con soddisfazione, che raggiungano davvero questo scopo. Penso invece che, congiuntamente ad istituzioni quali la famiglia e la scuola, l'obiettivo profondo sia quello di abituare i soggetti alla deprivazione di qualunque proposito e piacere di decisione sul proprio spazio e tempo, ovvero di assuefare all'insensatezza della sopravvivenza imposta. Non si vuole più inculcare sedicenti "valori" ormai inutili e svalutati, bensì educare gli individui ad accettare con indifferenza lo scipito consumarsi della vita corrente in un intrico di ruoli privi di senso umano. Per questo motivo, al contrario, "è lo Stato che ha bisogno di un'assai rude educazione".

Considero il servizio civile, se possibile, più esecrabile di quello militare proprio in virtù della sua maggiore valenza educativa a questo stato di cose. Rigetto perciò il pacifismo umanitarista e generico, che informa l'ideologia del servizio civile, che nulla modifica delle condizioni sociali esistenti, né dei rapporti di autorità e potere, e che anzi di questi si fa perpetuatore spacciando sfruttamento e sottomissione per solidarietà.

Per queste ragioni, succintamente espresse, ribadisco, consapevole delle conseguenze che ne potranno derivare, il mio rifiuto a vestire la divisa militare e a svolgere il servizio civile sostitutivo.

 

Alessandro Tosatto

 

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Nuova legge sull'obiezione di coscienza:

COSA CAMBIA PER I NONSOTTOMESSI

In un precedente articolo, redatto per "Umanità Nova" (potete leggerlo anche sul sito Internet della Cassa), avevamo analizzato la nuova legge sull'obiezione di coscienza, in vigore dal 15 luglio.

Fra l'altro rilevavamo: "Le sanzioni rimangono invariate per i nonsottomessi ed i disertori, da sei mesi a due anni per chi rifiuta il servizio civile dopo averlo ottenuto o per chi rifiuta il servizio militare per motivazioni di coscienza senza richiedere il servizio civile; non inferiore ad un anno per chi rifiuta il servizio militare senza addurre motivazioni di coscienza (Art. 14, commi 1, 2 e 5).

La nuova legge è il frutto - seppure con numerose e sostanziali modifiche - delle proposte delle associazioni pacifiste e degli obiettori di coscienza. Risulta quantomeno paradossale e dovrebbe far riflettere che il frutto di questi anni di iniziative sia una legge che mentre a parole sostiene di promuovere forme di sperimentazione di difesa civile non violenta (Art. 8, comma 2/e) nella realtà:

- Continua a prevedere la punizione (e non diminuisce nemmeno le pene) per gli antimilitaristi che rifiutano sia il servizio militare che quello civile. - Prevede comunque il diritto di richiamo degli obiettori da parte dello Stato sotto le insegne "nazionali" in caso di guerra. - Promuove una ulteriore gerarchizzazione e militarizzazione degli enti che gestiscono gli obiettori (in teoria di ispirazione pacifista). - Avanza nell’utilizzazione dei serviziocivilisti come manodopera a basso costo e altamente ricattabile in concorrenza con i giovani disoccupati in campi come i servizi sociali, i lavori socialmente utili ed il terzo settore. - Persiste, anche se in maniera minore della precedente legge, nella discriminazione fra chi svolge il servizio militare e chi svolge quello civile.

L’aspetto se vogliamo più negativo della nuova legge è il carattere di transizione che acquista nei confronti del progetto di creazione di un Servizio Civile Nazionale nell’ambito di quella riforma del sistema militare italiano ed europeo che va sotto il nome di Nuovo Modello di Difesa. E’ un inciso dell’Art. 9, comma 4 ("In attesa dell’istituzione del Servizio Civile Nazionale...") che ce lo rende evidente. Si tratta di un progetto che prevede un servizio civile obbligatorio di massa (volontario per le donne) parallelo alla professionalizzazione del servizio militare. Nel servizio civile confluirebbero oltre agli attuali 46.000 obiettori di coscienza annuali anche 2-300.000 giovani arruolati ma non più utili alle necessità dell’esercito, in prospettiva composto prevalentemente da volontari, ma che potrebbero comunque essere richiamati qualora le gerarchie militari lo ritenessero necessario. Servizio civile e servizio militare diventerebbero a tutti gli effetti un unico sistema di vasi comunicanti dove l’obiezione di coscienza perderebbe definitivamente quelle valenze antimilitariste di opposizione agli eserciti che già oggi risultano essere scarse. Per non parlare delle conseguenze per il mondo della disoccupazione giovanile di un vertiginoso aumento numerico del "crumiraggio di stato" costituito loro malgrado dai serviziocivilisti.

In realtà non ci eravamo accorti anche di un cambiamento importante nella forma in cui verrà repressa la nonsottomissione: il processo, infatti, sarà non più davanti ad un tribunale militare bensì in un tribunale civile: davanti al pretore del luogo di assegnazione al servizio civile o militare. La seconda novità riguarda coloro che si dichiareranno nonsottomessi dopo aver richiesto ed ottenuto un servizio civile: subiranno un solo processo e non due come avveniva fino ad ora. Cosa cambia? Innanzitutto, per chi sceglieva di presenziare ai propri processi, verrà a mancare un confronto con la controparte più diretta: la magistratura militare. Non dubitiamo comunque che anche su quella civile ci siano sufficienti argomenti di contestazione. Inoltre, con il passaggio alla magistratura ordinaria sarà possibile (ma non automatico) che il pretore ordini la conversione in multa (all'incirca 7 milioni) della pena. Da una parte si legittima l'esonero dalla naja civile e militare per chi può permetterselo (Già sono esonerati i "giovani imprenditori"), dall'altra si tende a dividere i nonsottomessi in base alle loro possibilità economiche. Per rifiutare questa possibile nuova prassi ci saranno due strade: il rifiuto di pagare la multa con conseguente pignoramento oppure l'opposizione legale per farsi dare una condanna "normale". In ogni caso occorrerà aspettare i primi processi per vedere come si comporteranno i giudici. In caso di procedimento "normale" (celebrazione del processo più condanna) c'è da aspettarsi un allungamento dei tempi rispetto alla media. In sostanza ci pare che il pericolo maggiore di queste novità sia la possibilità di ulteriore "burocratizzazione" della nonsottomissione, quasi si voglia ridurla a pratica amministrativa fra un individuo e lo stato, privandola di visibilità e del suo carattere di scelta politica ed, in prospettiva, anche collettiva. Occorrerà rifletterci meglio.

 

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BREVI

 

"Pari opportunità"

Il 31 luglio la camera ha approvato il disegno di legge sul servizio militare femminile: oltre ai maschi, d'ora in poi anche le donne potranno esercitarsi ad ammazzare, a torturare prigionieri, ad affondare barche di profughi, a tagliare cavi di funivie, a cimentarsi nelle acrobazie del nonnismo, a dare ordini o a dire signorsì. Ma non bastava il servizio militare: Bologna sarà infatti fra breve la prima città a sperimentare anche il servizio civile femminile, con un progetto pilota che riguarderà 50 ragazze: un raddoppio dello storico "lavoro riproduttivo e di cura" volontario ed intruppato?

 

Militari = depistaggi

Una certezza matematica, anche nel caso Ilaria Alpi, la giornalista uccisa in Somalia. I suoi genitori ne rendono conto nel libro "Chi ha paura di Ilaria Alpi?". Altre ombre sulla sciagurata missione italiana.

 

Rottami militari radioattivi

Erano rottami provenienti dall'industria militare ex-sovietica la causa della fuga radioattiva che da un'acciaieria di Algeciras (Andalusia - Spagna) si è diffusa un po' per tutto il sud Europa a fine maggio. Ma ogni anno solo alle frontiere italiane vengono fermate più di 100.000 tonnellate di ferraglia contaminata: quante altre tonnellate sono state già riciclate, per esempio come tondini nel cemento delle nostre case?

 

Traffici legali

Lo stato non perde tempo ad aggirare le sue leggi: la 374 proibiva la produzione ed il commercio di ogni tipo di mina, ma il governo tenta di "depennare" le mine anticarro che di fatto agiscono anche come mine antipersona. Ironia della sorte?

 

Traffici illegali

Carichi di armi sono stati bloccati a Durazzo (provenienti dal porto di Ancona) e nel porto di Ancona il 19 giugno ed il 24 agosto. Erano destinati all'Esercito di Liberazione del Kosovo.

 

Tutti a casa

Dopo sei anni si chiude l'operazione "Vespri siciliani" di militarizzazione della Sicilia in funzione "antimafiosa". Segnaliamo un incredibile articolo di Rino Cascio sul "Manifesto" del 21 giugno: vi si sostiene il senso di sicurezza che ha ispirato ai siciliani e la serenità addirittura di chi all'inizio "palesò preoccupazioni di un'eccessiva militarizzazione del territorio". Ma quale militarizzazione? Sono semplicemente state "identificate 811.987 persone (un siciliano su sei), effettuate 14.800 perquisizioni, consegnate 1.223 persone bloccate in flagranza di reato alle altre forze di polizia, sequestrate 166 armi e 3.113 chili di esplosivo e munizioni". Un risultato così brillante che si pensa ad una "definitiva istituzionalizzazione dell'impiego dell'esercito in funzione antimafia".

 

"Collisioni inevitabili"

Ancora. Il 23 giugno nel Canale di Otranto un guardiacoste della Guardia di finanza ha affondato un gommone con tre albanesi a bordo, di ritorno dopo uno "scarico" di immigrati. Uno dei tre a bordo è morto in seguito alla collisione, "inevitabile" secondo i militari.

 

Niente naja per i padroni

Francesco Marella, "imprenditore" di Potenza, è stato esonerato a fine giugno dall'obbligo del servizio militare dopo aver minacciato il licenziamento dei "suoi" 48 dipendenti: sarebbe stato impossibilitato a continuare il loro sfruttamento.

 

Sacri misteri

La polizia ha acquistato 5 milioni di pallottole (!) di calibro diverso da quello delle armi in dotazione al corpo. Vecchi metodi per "gonfiare" i bilanci o divertimento con armi fuori norma?

 

Volareee…

L'Associazione parenti delle vittime del Cermis ha denunciato il 17 luglio la ripresa di esercitazioni a volo radente in Trentino.

 

Europa unita

Il 9 settembre ha fatto il suo primo volo ufficiale il nuovo aereo Eurofighter. Al rombo dei potenti motori i ministri della difesa di Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia hanno posto le basi dell'Organizzazione congiunta di cooperazione per gli armamenti (Occar), embrione della futura Agenzia europea per gli armamenti.

 

La lista si allunga

Uno in più: si chiamava Daniele Papi, 22 anni. Si è suicidato il 13 agosto, in una caserma di La Spezia.

 

Attenti al gorilla

Alleanza Nazionale ha presentato in agosto un progetto di legge per favorire l'utilizzo della vigilanza privata. La proposta prevede per chi ingaggia guardie del corpo una detrazione del 20% (e fino ad un massimo di 25 milioni) sulle spese - paghiamo noi! - ed addirittura l'appalto per i comuni: gli istituti di vigilanza che si offriranno di "pattugliare" gratuitamente il territorio comunale, potrebbero detrarre del 70% (e fino a 50 milioni) il costo presuntivo del servizio.

 

Dal produttore al consumatore

Negli ultimi due mesi la Turchia ha fatto un grosso colpo. L'industria turca Fabbriche d'armi Sarsilmaz ha comprato la Vincenzo Bernardelli Spa di Gardona Val Trompia (BS), che produce armamenti antisommossa. Anche la Rinaldo Piaggio, ligure, è stata acquistata: si tratta di un'azienda specializzata in produzioni e tecnologie aereonautiche ed elicotteristiche.

 

Bosnia

A tre anni di distanza, i caschi blu olandesi dislocati a Srebreniza vengono accusati di complicità nei massacri del luglio 1995. In seguito al blocco di un carrarmato da parte di fuggitivi bosniaci armati, un comandante olandese avrebbe ordinato di aprire il fuoco, uccidendo una trentina di persone. Inoltre, dopo la caduta della città, i militari olandesi avrebbero collaborato con i serbi nel separare gli uomini dalle donne e i bambini, per quello che sarebbe stato uno dei peggiori massacri della guerra: forse 7.000 morti. Ce n'è anche per i nostri: i militari italiani presenti in Bosnia, secondo il quotidiano spagnolo "El Mundo", avrebbero messo in piedi una rete di prostituzione minorile.

 

Stragi, torture, mele marce, tragiche fatalità

Somalia. A fine maggio la Commissione Gallo ha presentato il suo rapporto: i militari italiani non hanno commesso torture; i casi, se ci sono stati, sono stati isolati ed in ogni caso non rappresentano una responsabilità diretta dei comandanti.

Canale di Otranto. Per la strage della "Sibilla" solo due sono i presunti responsabili, che verrano processati: il comandante speronatore della "Sibilla" e quello speronato della "Kater I Rades". I vertici militari stanno tranquilli in poltrona.

Cermis. Anche qui solo due presunti responsabili: il pilota ed il copilota dell'aereo che abbattè la funivia causando la morte di 20 persone verranno processati negli Stati Uniti fra il dicembre di quest'anno ed il gennaio del '99. Una tiratina d'orecchi ai comandanti della base di Aviano, che riceveranno provvedimenti disciplinari. "Puliti", come al solito, i vertici militari statunitensi ed italiani.

 

 


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