Caselle Torinese: una tenda
sul monumento agli Alpini
"Coprire le vergogne del militarismo"
Prosegue la campagna antimilitarista volta a celare agli occhi della gente
la vergogna dei monumenti che celebrano il militarismo e la guerra. Questa
sera una vecchia tenda ha ricoperto il monumento agli Alpini nel parcheggio
posto all'ingresso di Caselle T.se. Sotto la tenda la scritta: "Copriamo
le
vergogne del militarismo" e accanto "Ciao Aldo!". Aldo Greco era
un
compagno della Federazione Anarchica Torinese scomparso il 24 aprile 2004.
La lotta contro il militarismo,
l'ottusità della gerarchia, la violenza
legalizzata degli eserciti aveva segnato il suo impegno di uomo e di
anarchico.
Aldo era stato tra i promotori di numerose iniziative di controinformazione
e lotta sia a Caselle dove viveva sia nei paesi vicini.
Quando l'esercito aveva cercato di arruolare uno dei suoi figli e questi,
anch'egli convinto antimilitarista, aveva scelto la non sottomissione,
l'obiezione totale sia al servizio militare sia a quello civile, Aldo e la
sua compagna, Eleonora, avevano inviato al ministero dell'Interno una
lettera nella quale comunicavano che loro non erano produttori di carne da
cannone e che, quindi, non desideravano essere più disturbati a casa loro
dagli emissari dell'esercito.
Aldo vive e continuerà a vivere nel nostro ricordo e nelle nostre lotte
contro tutti gli eserciti.
Quest'iniziativa arriva dopo un Primo Maggio in cui la presenza di piazza
degli oltre 200 anarchici raccolti dietro lo striscione della FAI torinese,
si è caratterizzata in senso fortemente antimilitarista con la diffusione
al corteo del volantone "Siamo tutti disertori!" in cui si annuncia
la
manifestazione nazionale antimilitarista del 29 maggio a Livorno.
In nostro nome uccidono, bombardano, torturano, depredano: noi non ci stiamo
Siamo tutti disertori!
Noi contro tutte le guerre, tutte le guerre contro di noi
Vogliamo un futuro senza eserciti, senza stati, senza padroni, perché non
c'è pace senza giustizia sociale
Foto e comunicato a quest'indirizzo:
http://italy.indymedia.org/news/2004/05/540242.php
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29 Maggio 2004 - manifestazione antimilitarista a Livorno
Partenza h. 15,30 da piazza Magenta.
Il corteo terminerà alle ore 18,30 nella medesima piazza ove si svolgerà
una festa antimilitarista con musica, teatro, interventi di
controinformazione sulle basi militari e le guerre in corso.
Da Torino partenza collettiva in pullman o in treno (a seconda delle
prenotazioni). Tel 011 857850 oppure 338 6594361
Le nostre città sono piene di monumenti, targhe, lapidi che ricordano
assassini, gente che si è guadagnata una statua per aver ucciso,
bombardato, sgozzato, violentato. Questi sono i vergognosi esempi che i
nostri figli studiano a scuola, che incontrano in ogni piazza, in ogni
strada, queste sono le macerie sulle quali è edificata la nostra
"civiltà".
Occorre che queste vergogne siano cancellate dalla nostra storia, dalla
nostra memoria, dal nostro futuro. Vogliamo che nelle piazze siano
raffigurati coloro che costruiscono, non i distruttori.
Non vogliamo che i nostri figli vedano per le strade delle nostre città le
effigi di chi si guadagna medaglie ed onori ammazzando altri bambini,
bambini che hanno avuto la sfortuna di nascere nella parte sbagliata del
mondo, bambini nati con la guerra e morti di guerra. Per loro nessuno erige
lapidi, né monumenti. Per loro persino la pietà è morta.
In questi anni, destra e sinistra, governo ed opposizione, hanno cercato di
arruolarci, di unirci con la paura, di coprire le nostre vite con un
sudario tricolore. Ma noi non ci siamo stati: abbiamo disertato la loro
guerra, stracciato le loro bandiere, sputato sulla loro retorica da caserma.
Opporsi alla guerra, agli eserciti è anche scegliere di rifiutarne la
disgustosa retorica, i simboli di odio e violenza, le immagini in cui lo
sfoggio di forza diviene l'emblema della ragion di Stato.
Le ormai quotidiane notizie delle stragi umanitarie perpetrate dalle truppe
di "pace" in Iraq mostrano ancora una volta il volto feroce di
un'occupazione che riporta alla mente gli orrori del colonialismo nostrano,
quello che oggi come allora si trincerava dietro il mito della missione
civilizzatrice. Incapaci di far da se gli iracheni vanno "educati"
alla
democrazia, alla pace, alla convivenza. Anche a costo della vita. Specie se
è la loro.
La definiscono "missione umanitaria", ma le migliaia di morti civili
massacrati a Falluja in una della più spaventose rappresaglie che la storia
recente ricordi, ci rammenta che in guerra il solo gesto umanitario è la
diserzione, il rifiuto di combattere ed uccidere.
Occorre fermare la mano di questi assassini in divisa, di chi in nome della
ragion di Stato si macchia dei più efferati delitti.
Federazione Anarchica Torinese - FAI