TRATTO DA il Manifesto 03-02, back


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ALLA DUE GIORNI DEI SOCIAL FORUM DI BOLOGNA APPROVATO IL PATTO DI LAVORO E L'AGENDA POLITICA

Mille persone per un'assemblea durata due giorni, con gruppi di lavoro che si riuniscono fino a notte inoltrata e una lista di interventi che sembra non finire mai. E' stata questa la cornice dell'appassionata assemblea nazionale dei social forum che si è tenuta sabato e domenica a Bologna. Un appuntamento importante per il "movimento dei movimenti", che si ritrovava per la prima volta dopo il forum sociale mondiale di Porto Alegre per stabilire il "patto di lavoro" e la forma organizzativa con cui continuare la battaglia contro l'ordine neoliberista. Ma alle porte della sala di Via Mascarella premevano tante urgenze e fatti "nuovi": la manifestazione nazionale della Cgil in difesa dell'articolo 18, l'annunciato sciopero generale sempre della Cgil il 5 aprile, nonché la mobilitazione nazionale dei media indipendenti il 16 marzo per la libertà di comunicazione, l'appuntamento di Barcellona contro la riunione dell'Unione Europea a metà del mese.

Il "movimento dei movimenti" è una realtà in continuo divenire che ha ribadito la scelta della "pratica del consenso": cercare punti di convergenza significativa che salvaguardino le differenti culture e sensibilità politiche. Questo però non significa che non si siano manifestate diversità. Ad esempio sulla partecipazione alle iniziative della Cgil; o sui temi "nuovi" entrati nell'agenda del "movimento" (il lavoro precario, il reddito di cittadinanza, una campagna contro il regime della proprietà intellettuale, solo per citarne alcuni).

La partecipazione alla mobilitazione del 23 marzo della Cgil è stata al centro del dibattito bolognese: il "movimento dei movimenti" non vuole difendere l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, lo vuole semmai estendere a chi lavora nelle imprese con meno di 15 dipendenti e ai tanti, tantissimi precari che costituiscono ormai la maggioranza dellle "nuove leve" del mercato del lavoro. Inoltre, i sindacati di base presenti nel movimento hanno una lunga tradizione di opposizione alla concertazione. Piero Bernocchi, della confederazione dei Cobas, su questo punto è stato netto: "abbiamo qualche problema ad aderire alla manifestazione del 23, perché vediamo che la Cgil la pratica della concertazione non l'ha ancora abbandonata. Basta guardare al nuovo contratto del pubblico impiego o a quello dei chimici. Penso che il movimento debba scegliere come priorità politica lo sciopero generale del 5 aprile". E la sua proposta rimette tutto in discussione.

Molti interventi avevano infatti dato per scontata l'adesione alla manifestazione del 23 marzo. Ma è proprio da qui che riprende nuovamente avvio quella "pratica del consenso" che ha segnato la due giorni di Bologna. In molti hanno cercato di stabilire un filo rosso tra il 23 marzo e lo sciopero generale: "lo sciopero generale lo chiediamo da tempo, ovvio che ci impegnamo affinché ci sia", hanno sostenuto con accenti diversi Alfio Nicotra e Francesco Caruso. Ma l'intervento che ha rappresentato una vera e propria "mediazione" è stato quello di Luca Casarini. In maniera non rituale, l'esponente dei disobbedienti ha riconosciuto legittime e fondate le riserve dei Cobas, sostenendo che "il passaggio politico del 23 va costruito con i Cobas e gli altri sindacati di base che, spesso soli, hanno costituito la resistenza nei luoghi di lavoro. Siamo consapevoli che il 23 marzo si manifesterà una potenza sociale e va usata per lo sciopero generalizzato contro il neoliberismo. Se poi la Cgil cancellerà l'appuntamento del 5 aprile, noi lo dobbiamo mantenere e puntare a fermare questo paese".

Di nuovo interventi a raffica, fino a quando prende di nuovo il microfono Bernocchi, che apprezza l'intervento di Casarini e afferma che "c'è una sostanziale adesione alla proposta di andare al corteo del 23 marzo, caratterizzandolo con i contenuti del movimento. Ne discuteremo nella confederazione dei Cobas senza opporsi a ciò che è emerso a Bologna. Pensiamo però che se qualcuno dei movimento parlerà da quel palco, ribadisca i contenuti del movimento senza se e ma".



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