Sciopero del lavaggio
2 dicembre '00 - A Capodichino, l'aeroporto di Napoli, è stato inventato un nuovo sciopero,
quello del "lavaggio". Il brevetto è dei dipendenti Autogrill. La lampadina si
è accesa quando la direzione ha chiesto ai ragazzi che lavorano per Spizzico
(marchio della catena), di recarsi nel retrobottega del ristorante a lavare
mestoli e pentoloni.
"Non esiste proprio - hanno risposto molto "napoletanamente" i lavoratori -
siamo inquadrati nel quinto livello e queste mansioni non ci toccano". La
ribellione non è passata inosservata presso le alte sfere, a Milano, tanto che
è stato inviato sul posto addirittura il capo del personale, che ha ritirato
la richiesta.
Proprio in questi giorni è stata licenziata la piattaforma per il rinnovo del
contratto integrativo aziendale, firmata da Filcams, Fisascat e Uiltucs: si
chiede innanzitutto un chiarimento dell'attuale giungla contrattuale.
Autogrill occupa oggi circa 10.000 persone in Italia e ormai oltre il 60% dei
dipendenti ha contratti part-time. In questi anni sono aumentati pure i
contratti a tempo determinato, che raggiungono nei locali di recente apertura
anche il 30% del totale. Secondo il contratto nazionale, dovrebbero
ragiungere massimo il 10%, ma l'azienda calcola il dato a livello nazionale e
si dichiara in regola.
Un altro punto su cui vertono le richieste in piattaforma è quello del
rispetto delle mansioni.
Si richiede anche più spazio per poter stabilire nei punti vendita
rappresentanze di base che possano intervenire sulle questioni organizzative e
la fissazione degli organici.
La sicurezza. Per chi lavora in autostrada, soprattutto di notte, è un vero
problema. I sindacati non chiedono più polizia o guardie giurate, ma più
lavoratori nei turni notturni. Perché, come spesso capita, molte donne non
siano lasciate sole al lavoro, in zone disagiate, dalle 22.00 alle 6.00.
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