TRATTO DA il Manifesto, 5-11-00 back
|
Solo da McDonald's. Tra part-time violati e "manuali" di democrazia
.
ROMA - E' ormai bufera sulla McDonald's. I dipendenti hanno comiciato a raccontare le loro
storie di soprusi e angherie e ieri è saltato fuori anche un "segretissimo" regolamento
aziendale che non deve essere mostrato al di là dei banconi. Si può leggere che in
ogni locale vige la "politica delle porte aperte", che dovrebbe spingere i ragazzi a
discutere col management dei "problemi o ragionevoli preoccupazioni sulle condizioni
di lavoro". Un altro capitoletto si intitola "Le tue idee personali": i "boys" sono invitati a
porgere le loro critiche costruttive all'attenzione della direzione. Un modello
democratico insomma.
Peccato che la democrazia abbia bisogno dei suoi tempi e se è vero quello che
denuncia Roberta Migliaccia, del fast food sul raccordo anulare di Roma e
organizzatrice dello sciopero dell'1 novembre scorso - il management pretende che
venga impiegato al massimo 1 minuto e mezzo per servire ogni cliente, il lavoro viene
cronometrato - c'è ben poco tempo per formarsi delle idee costruttive o per varcare,
senza che qualcuno ti ringhi dietro, la soglia delle "porte aperte".
Manualetti a parte, forse è più utile leggere tra le pieghe dei contratti McDonald's: una
ragazza del locale di Via Cavour, a Firenze, ha firmato un contratto in cui veniva
assunta come "banconiere" - secondo il contratto nazionale del turismo, quindi, un
quinto-sesto livello - però, tra le sue mansioni, erano previste incombenze da settimo
livello: "carico e scarico, pulizie, oltre a sbarazzo e lavaggi", si legge nel testo.
E poi:
"L'orario sarà di 4 ore giornaliere (...). Precisiamo che i suoi orari potranno essere
spezzati e flessibili, e ciò in relazione alle necessità giornaliere (...)". Un'assunta
part-time, quindi, che dovrebbe aver diritto per legge a un part-time rigido (o
leggermente flessibile, ma con maggiorazione della retribuzione), si vede costretta a
spalmare gratis le sue 4 ore giornaliere in archi più ampi: "Il giorno stesso - racconta la
ragazza, ora dimissionaria - mi veniva detto che dovevo fare 2 ore la mattina e 2 il
pomeriggio".
Per questo motivo, il proprietario del locale di Firenze è stato costretto,
da una sentenza della magistratura, a risarcire parecchi ragazzi versando loro 6-7
milioni per ogni anno che avevano lavorato. Nel nuovo contratto proposto agli altri,
viene offerto un part-time rigido con una "clausola di elasticità": chi accetta una certa
flessibilità ha una maggiorazione del 10-20% rispetto alla propria retribuzione. Ma per il
risarcimento degli anni passati propone una somma forfettaria (appena 150.000 lire!)
da concordare coi singoli, anziché attraverso trattativa sindacale.
Davvero troppo poco.
Intanto, si aprono nuovi fronti di trattativa: per martedì prossimo - giorno in cui i ragazzi
dimissionari svolgeranno la loro manifestazione - il presidente della Provincia di
Firenze ha convocato la McDonald's Italia e i sindacati. La trattativa a livello nazionale,
invece, si svolgerà il 16 novembre, presso la sede della Fipe-Confcommercio, a Roma
|
|