TRATTO DA il Manifesto, 10-01 back
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MCDONALD'S CONTRO IL SINDACATO
Paola è stata licenziata. Era manager in un McDonald's
milanese. E, insieme, delegata sindacale della Cgil.
Due ruoli inconciliabili, per la multinazionale. O
accetti di essere la longa manus del direttore,
chiudendo tutti e due gli occhi sulle irregolarità
quotidiane compiute ai danni della "ciurma", i ragazzi
che stanno dietro al bancone, o alzi la testa per
affermare il rispetto delle regole. Non c'è una "terza
via", la logica ferrea della multinazionale non
concede deroghe.
Paola non è stata rispettata dal proprio datore di
lavoro, il titolare della Planet Food, impresa che
gestisce in franchising (affitto del marchio) due
McDonald's, uno a Vercelli e l'altro a Corbetta, nel
milanese.
"Ho cominciato a lavorare nel locale di Corbetta -
racconta Paola Esposito - dal 1998, quando fui
trasferita da un altro McDonald's per sostenere la
Planet Food nell'apertura del nuovo locale. Lavoro
nella ristorazione veloce da oltre 10 anni, stavo già
nella catena Burghy prima che venisse acquistata dalla
McDonald's. Quando fui chiamata a Corbetta, ero
manager di terzo livello, e mi fu promesso che avrei
migliorato la mia posizione, che presto avrei avuto un
contratto di primo livello".
Al primo livello, Paola non c'è mai arrivata. Dopo tre
anni, in compenso, ha rimediato un licenziamento in
tronco. "Appena giunta nel locale - continua - il
nuovo direttore mi ha chiesto perché ero iscritta al
sindacato. 'E' una detrazione inutile', mi disse.
'Posso cancellartela?'. Io risposi di no, ma sin dalle
prime buste paga, vidi che la mia iscrizione al
sindacato era comunque stata cancellata. Mi iscrissi
così alla Filcams Cgil anonimamente. Avevo molte
mansioni di responsabilità, tra le altre cose decidevo
anche la tabella dei turni. Ma cominciai a notare che
il proprietario compiva molte irregolarità, confermate
successivamente dall'ispettorato del lavoro".
"Non venivano rispettati - spiega Paola - i turni e
gli orari, c'era un abuso dei contratti di
apprendistato, attivati per risparmiare, ma senza fare
formazione e, goccia che ha fatto traboccare il vaso,
non fu confermato un ragazzo che aveva concluso il
contratto di formazione e contemporaneamente ne furono
assunti due nuovi. Decisi a questo punto di farmi
nominare delegata sindacale, non sopportavo tutti
questi soprusi. Il capo la prese male, mi chiese di
andare via e di accettare le offerte che nel frattempo
mi arrivavano da altre sedi: 'Ti consiglio di
accettare', disse, 'altrimenti d'ora in poi la tua
permanenza qui sarà difficile".
Paola, però, decise di restare, e da quel momento in
poi, il capo cominciò a tempestarla di lettere di
contestazione - "cinque in un anno, quando non ne
avevo mai ricevuta una in due anni" - le tolse la
tabella dei turni e cominciò ad assegnarle orari che
lei non poteva conciliare con la propria vita privata.
Analogamente, anche i turni di altri 4 iscritti al
sindacato peggiorarono visibilmente". Le lettere di
contestazione sono oggi citate nella lettera di
licenziamento, insieme a una non meglio precisata
"fine del rapporto di fiducia con la direzione".
I rapporti tra McDonald's e sindacato sono sempre
difficili, e la quarantina di locali nel milanese
presenta poche eccezioni. Adesso nel locale di
Corbetta i ragazzi hanno più timore nei confronti
della direzione.
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