TRATTO DA Liberazione, 15-04-01 back


«Uno schiaffo dalle aziende»



INTERVISTA A IVANO CORRAINI
SEGRETARIO GENERALE DELLA FILCAMS.
Ivano Corraini non è certo la prima volta che si trova davanti al muro di gomma della Confcommercio, ma questa volta non nasconde il suo malumore.

La trattativa si sta trascinando da diversi mesi. Anche voi come i metalmeccanici avete aspettato pazientemente che facessero la fatidica cifra e poi...

E poi si sono presentati offrendo settantamila lire. Al di là del valore monetario, molto, ma molto lontano dalle nostre 115mila lire, il punto è che hanno tentato di minare la nostra base di calcolo che oltre all'adeguamento dell'inflazione fa riferimento ad una certa crescita del settore. E' una cosa davvero strana. Con quella stessa base di calcolo, che ormai è diventata una sorta di gentlemen agreement ci abbiamo siglato due contratti e mezzo. Voglio ricordare che negli stessi giorni in cui si consumava la rottura Sergio Billé ' E " andava da Cofferati a dirgli che la Cgil non doveva essere isolata. E' chiaro che Billé non può fare affermazioni di quel tipo e poi pensare di non pagare il dazio. Sono gli imprenditori stessi che hanno sempre ribadito l'importanza di fare i contratti perché si tratta di reddito spendibile nella ripresa dei consumi.

Il commercio è un settore in crescita che sta attraversando una fase di forte concentrazione. Con quali risultati?

E' un settore in crescita che ha beneficiato dell'andamento dei consumi. Non solo abbiamo assistito ad una concentrazione eccezionale ma si è verificata anche una esplosione di attività cosiddette marginali nel piccolo commercio. In questa tranche c'è una evidente inversione di tendenza a beneficio di tutto il settore nel suo complesso.

E' un settore con una altissimaflessibilità

Nel commercio c'è un parttime sviluppatissimo. Spesso capita, poi, che questa forma di contratto venga accompagnata da straordinari vari. Ma noi siamo molto vigili su questo perché sappiamo che è un punto delicato. Questa frammentarietà di orario porta ad una busta paga che potremmo definire difficile. Questo rende i lavoratori particolarmente vulnerabili e le imprese con una organizzazione del lavoro molto funzionale. Per questo Billé sulla flessibilità non ha proprio nulla da eccepire.

Un altro punto molto delicato è la questione delle rappresentanze sindacali.

Anche su questo punto ci hanno fatto una proposta irricevibile. In pratica, vogliono una elezione valida soltanto se la partecipazione supera il 50% degli aventi diritto ed in più i rappresentanti aziendali che dovrebbero preparare liste ed elezioni.

Nella vostra categoria ci sono molti giovani.Come avete impostato con loro il discorso sindacale?

Non vorrei sembrarti retorico ma è una sfida appassionante perché dobbiamo conciliare la cultura dei nostri quadri tradizionali che guardano innanzitutto alla difesa dei diritti consolidati con quella delle giovani generazioni, più disponibili alla flessibilità oraria, sempre nei limiti della decenza, certo.

Il commercio, contrariamente agli altri settori,è caratterizzato dalla tendenza al monopolismo. Cosa ci aspetta nel futuro?

Non te lo so dire con precisione. Nessuno è in grado di dirlo, del resto. Osservo quello che sta facendo un gruppo americano, Wall Mart, che ha in giro per il mondo un milione di dipendenti e fattura qualcosa come 300mila miliardi. Nella fase di acquisizione mediamente il valore di un esercizio commerciale viene calcolato al 50% del fatturato. Wall Mart fa offerte che raddoppiano il fatturato del vecchio proprietario. Ha una redditività d'impresa che è 56 punti avanti alle imprese europee. E' uno dei tanti competitor che potrebbe sbarcare in Italia.



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