TRATTO DA il Manifesto, 12-02-02 back


Sciopero pulizie, stazioni in tilt



Gli operai delle pulizie ferroviarie appaiono ormai completamente esasperati e si moltiplicano in tutta Italia le occupazioni dei binari. Ieri molti treni sono stati bloccati a Roma, Napoli, Milano, Venezia, Palermo, Bologna, e a macchia d'olio lo stato di agitazione si diffonde in altre città. Tra i due e i tremila lavoratori rischiano di perdere il posto a causa del rinnovo degli appalti che scatterà il prossimo 22 febbraio. Quelli che otterranno un nuovo contratto, lavoreranno probabilmente per meno ore - si parla in molti casi di orari ridotti anche di un terzo - e potranno perdere i livelli retributivi pregressi, dato che le imprese possono prenderli con contratti da neo-assunti.

A essere contestati sono i bandi di gara delle Fs, che, come spiega Antonello Stella, segretario nazionale della Filt Cgil, "hanno assegnato i lavori di appalto senza fare riferimento esplicito al contratto nazionale, senza inserire la cosiddetta `clausola occupazionale' che obbliga e riassumere i lavoratori impiegati negli appalti precedenti, e, soprattutto, hanno previsto il meccanismo del massimo ribasso senza alcun tetto minimo.

Le imprese, in questo modo, hanno avuto mano libera nell'abbassare a piacimento i costi, tagliando lavoratori, ore di lavoro e salari". Le Fs, da parte loro, si difendono attraverso un comunicato aziendale: scusandosi con i passeggeri per i disagi dovuti alle proteste, spiegano che "le agitazioni in corso riguardano esclusivamente i rapporti contrattuali tra datori di lavoro vecchi e nuovi". Insomma, se la vedano lavoratori e imprese.

I sindacati di categoria (Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Salpas-Fisafs, Ugl) già dalle scorse settimane hanno proclamato due giorni di sciopero, dal 17 al 19 febbraio prossimi. E, proprio per preparare lo sciopero, gli operai delle pulizie si erano riuniti ieri in assemblea nelle diverse stazioni. "Ma - spiegano alcuni operai di Roma Termini - le lettere di licenziamento sono già nelle nostre borse, e temiamo di non rientrare al lavoro o di essere riassunti con 400-500 mila lire in meno. Così, spontaneamente, sono state decise un po' ovunque le occupazioni, e il tam-tam tra le stazioni ha fatto il resto". A Termini oltre 300 operai hanno occupato quasi tutti i binari e i treni sono rimasti bloccati per due ore. Passeggeri inquieti, cartacce dappertutto, ieri mattina la stazione era immersa nel caos.

Marcello Miglio, segretario Filt Cgil Roma Centro, spiega che "i sindacati non vogliono trattare con le imprese, ma direttamente con il governo e le Fs, perché i problemi provengono tutti dai bandi di gara, concepiti male in partenza. Basti pensare soltanto che, dei 1000 dipendenti di Termini, le imprese vogliono riprendere soltanto il 60%, mentre le ore di lavoro settimanali verrebbero ridotte da 36 a 24, ovvero 300-400 mila lire nette in meno in busta paga". E su stipendi di circa 1 milione e mezzo non è certo poco. E una ditta del Veneto ha già detto che riassumerà solo 325 dei 450 ex addetti, ridurrà le ore da 38 a 24 e farà a tutti contratti da neo-assunti. La liberalizzazione dei servizi, insomma, è stata condotta in modo selvaggio.

A questo punto i sindacati puntano a riaprire il tavolo delle trattative, che coinvolga in prima persona soprattutto Fs e governo. Già per dopodomani, giovedì 14 febbraio, tutte le parti sono state convocate al ministero dei Trasporti per continuare a discutere. Probabilmente, il tentativo è quello di scongiurare lo sciopero che inizierà domenica notte per concludersi soltanto nel pomeriggio di martedì, ma i sindacati vogliono soprattutto risposte chiare sul numero degli esuberi previsti, dato che i lavoratori sono privi di qualsiasi ammortizzatore sociale. Secondo il governo, saranno ripresi a lavorare 7500 operai, lasciando così escluse parecchie migliaia di addetti (non esistono cifre ufficiali sul settore, non è chiaro se gli operatori siano 10 o 11 o addirittura 13 mila, come si diceva fino a qualche mese fa).

E' chiaro però che i lavoratori sono esasperati, e, nel caso in cui allo sciopero di due giorni non dovessero seguire risultati significativi, sembrano intenzionati a proseguire le occupazioni a oltranza anche dopo il 19 febbraio.

Una soluzione? Secondo i sindacati le Ferrovie potrebbero costituire una società mista con il consorzio di imprese (il 51% andrebbe alle Fs), così da stabilire dei capitolati rispettosi non solo dei costi del lavoro, ma anche della qualità; il superamento dell'attuale frammentazione dei servizi, infine, assicurerebbe anche notevoli risparmi.



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