SCIOPERO nell'Ohioback

 

Sciopero a Macedonia

Dal Philadelphia Inquirer del 6 maggio 1998, Macedonia-Ohio

Lo sciopero che ha scosso i nervi della McDonald's e che probabilmente costituirà un punto punto di svolta per la storia recente dei lavoratori americani, è cominciato da questa conversazione fra due amici che puzzavano di olio di frittura nel parcheggio di un fast-food a metà strada fra Cleveland e Akron.

Brian Drapp, di 19 anni, mani sul volante: "Voglio scioperare".

Jamal Nickens, 20 anni, guardando fuori dal finestrino: "Amico, non lo so. Ho veramente bisogno dei soldi".

Era da tempo che i due studenti-lavoratori erano sconvolti dal trattamento riservato dai capi ai lavoratori. Avevano le stesse rimostranze dei loro colleghi nei fast-food in ogni parte del mondo: bassi salari e orari imprevedibili; ma quello che li rendeva furiosi era il modo in cui un manager aveva preso per un braccio una lavoratrice anziana e l'aveva sgridata così duramente per un'infrazione minore che se ne era andata piangendo.

"Amico, non è per niente giusto", ha detto Drapp.

Tornando a casa quel venerdì sera, Drapp ha convinto il normalmente tranquillo Nickens che, dopo aver richiesto incontri con il capo ed essere stato snobbato, c'era solo un modo per attirare la sua attenzione. I due amici hanno messo giù un piano.

Al lavoro il sabato hanno avvicinato sottovoce gli altri lavoratori: "Noi domani scioperiamo. Sei dei nostri?".

Dopo essere stati su tutta la notte a far cartelloni, il giorno dopo, la domenica di Pasqua, invece di presentarsi in uniforme al lavoro, hanno formato con altri quattro coetanei un picchetto di sciopero.

Nel corso del loro sciopero di cinque giorni, il primo della storia in un McDonald's statunitense, i sindacati sono venuti ad aiutarli, i media hanno montato il caso e il management ha dovuto acconsentire a gran parte delle loro rivendicazioni, che andavano da paghe più eque alla richiesta del kit di pronto soccorso.

Il lavoro alla McDonald's di Macedonia è lo stesso che altrove, il cibo viene preparato come a una catena di montaggio da persone che se avessero scelta non vi lavorebbero: in gran parte giovani con altre aspirazioni, che vivono il lavoro come una fonte di reddito temporanea, in attesa di trovar di meglio. Visto che le persone vanno e vengono è difficile creare un movimento sindacale.

Così quando la squadra di picchetto di Drapp e Nickens si è insediata nel parcheggio, tutti sono rimasti sorpresi, prima fra tutti la McDonald's.

"L'idea di scioperare mi è venuta in testa all'improvviso", dice Drapp, "Non sono mai stato in un sindacato, ma so l'importanza che hanno avuto. La gente mi dice di trovarmi un lavoro vero o di andamene e trovare lavoro da un'altra parte. Ma questo non è il punto. La stessa cosa accadrà da un'altra parte. La gente non è più in grado di difendersi e si fa mettere i piedi in testa. Un tipo ha appena ricevuto un aumento di 10 cents l'ora e lavora qui da 13 anni. E' ridicolo."

Il secondo giorno dello sciopero, mentre i manager e funzionari della McDonald's facevano andare piastre e friggitrici, il segretario sindacale di Cleveland, ha fatto visita di solidarietà agli scioperanti, che quasi immediatamente hanno deciso di iscriversi al sindacato.

Drapp dice: "Ho pensato: se la McDonald's fa venire funzionari dalla sede centrale per negoziare con un gruppo di ragazzi, perché non dovremmo avere anche noi qualcuno potente alle spalle?."

I guidatori della UPS, sindacalizzati, hanno iniziato a smettere di fare consegne alla McDonald's di Macedonia, per non oltrepassare il picchetto. I funzionari della McDonald's finalmente si sono decisi a incontrare gli scioperanti, anche se senza rappresentanti del sindacato. Gli scioperanti hanno presentato le loro richieste scritte. Il management ha accettato alcune di esse, fra cui la settimana di 35 ore, una settimana di ferie pagate e corsi di relazioni umane per i capi. L'accordo è stato quindi firmato.

"Forse un po' troppo alla svelta", dicono ora Drapp e Nickens. La storia non è stata infatti a lieto fine come negli spot di McDonald's. Alcuni punti relativi ai salari non sono ancora stati risolti e i due amici non escludono la possibilità di un altro sciopero. Nickens, che come Drapp fa $6.70 all'ora, dopo un aumento di 20 cents grazie allo sciopero, dice che i lavoratori dovranno presto di nuovo incrociare le braccia e picchettare: "Fino a quando non ci saranno fra noi delegati sindacali riconosciuti dall'azienda, potranno fare di noi quello che vogliono."


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