TRATTO DA il Manifesto, back
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I McLavoratori sono tutti uguali
I SINDACATI CHIEDONO UN INCONTRO CON IL MINISTRO SALVI. L'OBIETTIVO: OTTENERE NORME PIÙ EQUE PER I 15 MILA DIPENDENTI MCDONALD'S
Non c'è pace sotto gli archi dorati. Dopo la rottura delle
trattative con la McDonald's e lo sciopero milanese di S. Silvestro e Capodanno,
i sindacati mettono sul tavolo una nuova carta: un incontro al
Ministero del Lavoro ipotesi già rifiutata dalla Company durante l'ultimo
incontro.
Saranno le organizzazioni dei lavoratori a chiedere autonomamente
al ministro Salvi di intervenire per trovare una mediazione e fissare
regole certe sul lavoro. Per definire l'uso dei part time, il rispetto
delle mansioni, il riconoscimento delle anzianità e delle carriere. E
mettere fine al mobbing.
Nel frattempo, è confermato lo stato di agitazione nazionale.
"Il pressing - dice Gabriele Guglielmi (Filcams Cgil) - deve
essere mantenuto su un doppio binario: quello della trattativa nazionale,
e localmente. I singoli ristoranti, quelli più sindacalizzati, devono
cercare di sostenere le ragioni di tutti i dipendenti". La strategia
dell'azienda, infatti, è di dividere i lavoratori e isolare le proteste a livello
locale.
Con la scusa, ormai nota, che la Company può rispondere soltanto
dei 1.200 lavoratori dei 30 locali a gestione diretta. Gli altri
14.000 dipendenti, quelli dei 270 locali affidati a concessionari in
franchising, sono affare dei "liberi imprenditori" che hanno deciso di
investire in proprio sul marchio.
Se l'unione fa la forza, bisognerà unirsi per fronteggiare la
multinazionale per eccellenza: McDonald's è globale, e ha
un'organizzazione globale. Se i sindacati si limitano al locale,
la sconfitta è certa. Dovrebbero, anzi, cercare contatti con i
lavoratori europei, e se possibile mondiali: sono in tutto un milione e mezzo,
una forza lavoro gigantesca.
A ben vedere, la multinazionale si piega a trattare in paesi come
la Svezia o la Germania, dove la legge prevede che i lavoratori
abbiano spazio nei consigli di amministrazione. In Italia, al contrario, la
legge non tutela abbastanza i McLavoratori e più in generale tutti
i dipendenti che lavorano con orari part time. Il ministero del
lavoro ha le mani legate, e agli impiegati non resta, nel caso di violazioni dei
part-time, che fare ricorso individuale alla magistratura. Lo dimostra
il caso di alcuni dipendenti dei McDonald's di Modena.
Nel locale di Via Emilia, gestito direttamente dalla McDonald's
Italia, l'ispettorato del lavoro ha rilevato, lo scorso ottobre, anomalie
nei contratti di formazione lavoro e violazioni dei part time.
"Una lavoratrice - dice Marzio Govoni (Filcams) - dopo cinque anni, era
già al suo terzo contratto di formazione, quando ogni azienda ne può fare
al massimo uno della durata di due anni. Gli ispettori del ministero
hanno anche constatato che la flessibilità dei part time non era
concordata coi lavoratori. Ma la stessa legge che prevede la flessibilità
concordata non prevede sanzioni, e così ci hanno rimandato ai giudici del
lavoro".
E visto che proprio a Salvi si devono le nuove regole sul part time,
sarà certamente la persona più adatta con cui discutere, insieme ai
capi della McDonald's, norme più dignitose per i McLavoratori.
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