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05-01-03

  L'occupazione torna atipica

AUMENTANO I POSTI DI LAVORO MA RESTA FORTE IL DIVARIO TRA nORD, CENTRO E SUD.

La precarietà è totale: la nuova occupazione è a termine e a tempo parziale Occupazione ancora in crescita, ma il ritmo di incremento è in forte decelerazione. Nonostante ciò, il tasso di disoccupazione è sceso al di sotto della soglia del 9%, anche se gli squilibri regionali rimangono fortissimi (4,1% al Nord; 18% al Sud) e il lavoro femminile, soprattutto giovanile, è fortemente penalizzato.

Di più: sembra essersi arrestata la positiva tendenza che nell'ultimo annno aveva visto aumentare il lavoro a tempo pieno e indeterminato. I nuovi posti di lavoro, infatti, sono in maggioranza «atipici», cioè precari. Questa la sintesi dei dati sulla rilevazione trimestrale di forze di lavoro relative al mese di ottobre, diffusi ieri dall'Istat.

Nell'ultima rilevazione dell'anno l'Istituto di statistica ha contato 21,932 milioni di occupati, dei quali quasi 14 milioni nei servizi, 5,2 milioni nell'industria e il resto (1,122 milioni) in agricoltura. «Il ritmo di crescita su base annua - specifica l'Istat - è pari all'1,1% (+234mila unità), in decelerazione nei confronti del recente passato». Il risultato, viene spiegato, «ha riflesso il rallentamento del ritmo di sviluppo dell'industria in senso stretto (-0,1% su base annua) e dei servizi (nonostante un incremento di 142mila unità, pari all'1%, che si confronta però con un incremento dell'1,9% della media annua), nonché il sostenuto calo dell'agricoltura» pari al 2,4% degli addetti. Tiene anche l'occupazione nell'edilizia: 1,789 milioni in ottobre, 49mila in più (2,8%) rispetto all'ottobre 2001.

La crescita dell'occupazione (su base annua) è concentrata tutta nel lavoro dipendente (+283mila addetti, contro una flessione di 49mila occupati indipendenti). Un dato parzialmente positivo da un punto di vista quantitativo, ma di scarsa qualità. Invertendo una tendenza emersa nell'ultimo anno e mezzo, la crescita degli occupati è quasi tutta concentrata nei lavori atipici. Tra l'ottobre 2001 e l'ottobre di quest'anno, infatti, l'Istat ha registrato una crescita di appena lo 0,6% dei lavoratori permanenti a tempo pieno (in totale 80mila in più).

Salgono, invece, dell'8,5% (+203 mila, per un totale di 2,586 milioni) ) i lavoratori «a termine e/o a tempo parziale». In particolare aumentano del 12,4% gli occupati dipendenti part-time; del 6,7% quelli a termine a tempo pieno e del 5,2% i «dannati» a termine e al tempo stesso part-time. Quasi sicuramente il blocco delle assunzioni a tempo pieno e tempo indeterminato è legato al venir meno delle agevolazioni per i nuovi assunti.

Thanx to Manfo
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