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Licenziamenti Interinali - Inchiesta di controinformazione
Ho fatto le stesse domande a molti lavoratori dei call center, sia
sindacalizzati che no. Quello che ne esce è uno specchio importante
della realtà del mondo del lavoro. Tim Wind e Vodafone da sole
hanno oltre 27mila dipendenti. Se a questi si aggiungono i precari
dei molti call center che tutte le aziende hanno, si arriva ad una
cifra molto alta. Tecniche di controllo psicologico e tramite pc+telefono,
il ruolo dei team leader, i particolari dei contratti firmati da CGIL
CISL e UIL etc..
E' un po' lungo ma queste sono le voci stonate della TIM
1.Sistemi di controllo a distanza nei call center
Tim. Nome e azienda. Chi
ha firmato gli accordi previsti dallo Statuto dei lavoratori alla
Tim?
I sistemi di controllo a distanza, essenzialmente si riassumono
in un unico
grande sistema, che varie evoluzione. Il sistema si chiama CCRM
ed è sostanzialmente un database collegato ad una piattaforma
telefonica. Il database serve a controllare matricola per matricola,
quante lavorazioni hai in sospeso, quante in lavorazione, quante
ne hai fatte quante ne hai ancora da fare. Questo diviso per giorno,
mese anno, tipologia di lavorazione ecc. ecc. Sui tempi di queste
lavorazioni cosiddette "backoffice" ci sono degli
obiettivi aziendali in tempi. Quindi una tot pratica non può
durare sul sistema piu' di tanto e se non la chiudi in tempo, l'assistente
o il coordinatore è in grado di controllare se ce l'hai o
meno assegnate di troppo vecchie.
Ugualmente con i tempi di risposta,che non solo sono segnalati a
livello di gruppo su un tabellone in ogni sala. Nel quale vengono
descritti i tempi di risposta, di attesa dei clienti, delle persone
totali pronte a rispondere, chi ha
risposto e non si è ancora rimesso a disposizione, chi si
è scollegato,
chi è ancora on.line con il cliente. Se però questo
tabellone da' dei numeri
anonimi. Poi c?è l?evoluzione di questo sistema, aperto solo
all?accesso
a chi di dovere (assistenti, gestione operativa, responsabili e
così via..)
che da? proprio una mappatura delle
postazioni, del loro stato (on-line,
blocco dopo risposta, non disponibile, disponibile ecc.) in modo
tale da
sapere di ogni lavoratore o lavoratrice, cosa sta facendo in questo
momento.
Il tutto da una postazione munita di PC in rete, da un?altra stanza,
un
altro piano, ecc. ecc. In piu' questo controllo è applicabile
a qualunque settore in TIM, perché come chiaramente si intuisce
in un?azienda ad alta informatizzazione, settori come Gestione Operativa
o Sistemi di Rete. Possono controllare dalle loro postazioni tutti
i computer dei dipendenti in rete, perciò non solo le loro
lavorazioni, ma eventualmente le loro attività sulla posta
elettronica, sul loro pc in dotazione. Quali file hanno sul loro
Pc. Per farvi un esempio banale ognuno di noi può scaricarsi
con un password dal sito intranet, la propria busta paga. Per poi
archiviarla per la maggior parte
di noi in formato elettronico sul proprio pc. Ci si da un pwd per
problemi di privacy per scaricarla con infinite procedure e complicazioni
di accettazione, poi si da' la possibilità ad un qualsiasi
collega impiegato nei 2 settori citati
di accedere e leggere eventualmente tutti i miei dati.
In TIM tutti gli accordi a livello nazionale sono soltanto firmati
finora
da Cgil, Cisl Uil e UGL, ovviamente con le categorie corrispondenti.
Ma
da un anno a questa parte, dopo la tornata delle nuove RSU, dove
sono entrati i delegati dei sindacati di base e alcuni di questi
come me e un altro compagno a Roma e un altro a Milano, siamo addirittura
espressione diretta di comitati indipendenti di lavoratori associatisi
con la lista unitaria Flmu-CUB, Cobas-TLC e SNATER, si è
cominciato a parlare sempre piu? insistentemente di questa problematica
sulla quale regge tutto il sistema di lavorazione e controllo dell'azienda.
Per ora niente di particolarmente rilevante si è ottenuto,
se non per il fatto che è partita una commissione (farsa)
paritetica sul tema, dalla quale sono stati accuratamente messi
da parte tutti i delegati non confederali e per una consapevolezza
sempre piu? diffusa tra i colleghi di far valere i propri diritti
in materia, e di conseguenza i vari capetti stanno adeguando i loro
rimbrotti
2. Il ruolo del team leader, psiche e pratica
di controllo
Il ruolo di questi è particolarmente delicato, in quanto
sono l'ultimo terminale
gerarchico del sistema di controllo. Ma essi stessi non essendo
né quadri
né dirigenti sono sottoposti a turni infiniti, a umiliazioni
continue, perché
comunque non fanno parte delle caste di cui sopra. Ed anche perché
dopo
una bella lavata di testa, sono abbastanza carcichi e pronti a tutto
pur
di raggiungere gli obiettivi e umiliare gli operatori in sala.
Oltre alla gestione telematica del controllo, essi svolgono una
serie di
funzioni complessive, come quelle di primo e spesso quasi totale
filtro
per le elargizioni di ferie, permessi, premi, valutazioni e via
dicendo.
Non è raro che nei gruppi del 119 non si concedano ferie
o permessi, anche
a pochissime persone, che quindi non incida nella produttività
generale
del gruppo, perché semplicemente non si è stati abbastanza
bravi a chiudere
in vendita alcune promozioni. Mi spiego meglio, la TIM ormai da
tempo non
fa solo consulenza telefonica in entrata, ma anzi buona parte del
lavoro
oggi degli operatori del 119 è svolta in "outbound"
cioè nel chiamare il
cliente e proporgli nuovi prodotti. Pur non lavorando a cottimo
(per fortuna!)
ai dipendenti vengono negate le fruizioni di ferie e permessi dall'assistente
o dal coordinatore, per questi motivi. In palese violazione dei
diritti
dei lavoratori. E così di conseguenza le schede
di valutazione fatte ogni
anno su tutti noi, dove il giudizio viene dato da questi figuri,
con relative
poi ricadute sulle assegnazioni di premi individuali, livelli o
gratifiche.
Questo non solo è una pratica di controllo, in termini di
incentivazione
e di divisione tra lo stesso corpo dei lavoratori. Ma svolge anche
una funzione ideologica.
Perché la scheda non da solo valutazioni prodittive, cioè
hai fatto 10, pratiche, 100, o mille. Hai risposto a 50, a 500 a
5000 telefonate,
ma si arrogano il diritto di valutare alcuni aspetti come la tua
disponibilità
verso l'azienda, la tua condivisione degli obiettivi aziendali,
quanto sei
stato "proattivo", "imprenditoriale", trasparente,
cercando quindi di incidere
su una oggettiva contrapposizione tra una lavoratrice o un lavoratore
che
si accorge di essere schiacciato
da un lavoro alienante, rispondendo per
ore sempre la stessa cosa, facendo per ore sempre gli stessi identici
gesti
e quindi non si capisce dove dovrebbe stare l'imprenditorialità
nel dire
" Tim buongiorno, in cosa posso esserle utile??"
Un altro aspetto, che però sta mano mano perdendo la su a
efficacia con
l?acuirsi delle contraddizioni, è che i team leader hanno
anche il "dovere"
(finchè è possibile) di apparire agli occhi degli
operatori come uno o una
di loro. Perciò non è difficile trovarsi di fronte
a cene collettive organizzate
da questi. Uscite sempre sollecitate da questi "capetti di
reparto". Proprio
per cercare di superare quella rigidità a loro deleteria
che si instaura
oggettivamente tra subalterni e il loro responsabile. Una delle
cose peggiori
e che i team leader sono sempre pronti con il frustino e la carota,
ma se
si tratta per esempio di organizzare dei
balletti o delle scenette per le
feste aziendali o per le convention, per quei lavoratori che si
offriranno
di fare le marionette è concesso sotto la guida di questi
TL di saltare
le ore di lavoro, di essere trattati come amici per quel periodo.
Fortuna
e lavoro di molti compagni sta rivelando la vera natura di tutti
questi
aspetti e si sta smascherando il ruolo di "CANI DA GUARDIA"
per citare un
volantino apparso a Bologna in merito alla questione
3. Contratto delle tlc: una conquista o
una riduzione di diritti?
Senza ombra di dubbio una sconfitta pesante. Ma dalle sconfitte
non è detto
che non nasca qualcosa di buono..per fare una battuta per esempio
Voci Stonate nasce proprio dentro le mobilitazioni contro questo
contratto firmato da Cgil, Cisl, Uil e UGL con il 75% dei lavoratori
che avevano votato per il
no!! Ed i disastri di ora non solo nelle telecomunicazioni quel
contratto
li preannunciava tutti. Per andare sempre con esempi, il
job sharing (lavoro
ripartito) sbandierato come uno degli spauracchi della legge Biagi
nel contratto TLC del 2000 è già presente. Ma anche
l?introduzione concertata della precarietà, dove nel contratto
viene concertata, accettata e secondo i confederali regolamentata.
Di fatto ed anche secondo la giurisprudenza attuale a distanza di
soli due
anni, è stato sentenziato quanto sicuramente sia stata concertata,
accettata in linea di principio, ma anche come viene indiscriminatamente
utilizzata. Con enormi ricadute nei ritmi, nell'organizzazione del
lavoro e nella precarizzazione della vita di chi non avrà
mai un lavoro stabile in TIM e della precarizzazione del rapporto
di lavoro per coloro che lo hanno a tempo indeterminato. Quel contratto
tra l'altro ha inserito un doppio livello salariale. Uno per gli
assunti prima del 2000, uno per gli assunti post 2000 con una differenza
di circa 250 mila delle vecchie lire. Senza contare che gli interinali
hanno ancora un altro trattamento salariale e i cocco un altro ancora.
Perciò
quel contratto introducendo disparità
salariali e precarietà stabilisce
una differenza di trattamento per la stessa attività con
quattro salari
e conseguentemente condizioni diverse!
Per fare qualche numero, con quel contratto in telecom sono usciti
13.200
persone in mobilità, si è aperta la cassaintegrazione
che solo grazie alle
determinate mobilitazioni ha permesso il rientro dei 750 colleghi
interessati
dopo soli 8 mesi. Ma anche in Tim quest?anno sono partite le procedure
per
71 lavoratori in mobilità, e 161 per cessione in ramo d?azienda
che parleremo
piu? tardi. Ma qui è da notare che grazie a quel contratto
e agli accordi
sull?organizzazione del lavoro e degli strumenti messi in mano all?azienda
si sta procedendo per una società che fa 6000 miliardi di
lire di profitti
verso la riduzione del personale a tempo indeterminato!
Per finire si disse che un contratto di settore faceva perdere qualcosa
ai lavoratori del Gruppo telecom ma permetteva di regolarizzare
tutte quelle
posizioni che stavano peggio, come i colleghi di Omnitel che avevano
il
metalemccanico ma soprattutto tutta quella miriade di ziende che
lavorano
in subappalto coni contratti piu? disparati, soprattutto abusando
della
precarietà come Atesia con (all'epoca) 6000 collaborazioni
continuate continuative, con un lavoro pagato a cottimo!
Nessuna delle aziende di Call center come Atesia ha aderito a questo
contratto, intendo chiaramente per i lavoratori co.co.co. Anzi dal
1 gennaio del 2004 peggioreranno le condizioni passando dalla vecchia
tipologia co.co.co a quella nuova della Legge Biagi, cioè
a progetto! Del resto era scontato visto che Atesia, controllata
al 100% da telecom avrebbe potuto aderire anceh prima al contratto
telefonici se avesse voluto!
Ma per fare un altro esempio di chi ha aderito, l'Omnitel ora Vodafone,
ha significato 2 anni di lotta dei lavoratori che non volevano cambiare
contratto perché ne capivano il peggioramento futuro e vedevano
anche le
perdite di garanzie nel passaggio da metalmeccanici a telecomunicazioni.
Aggiungo che c'è voluto un altro anno per convincere i delegati
RSU FIOM,
a passare poi sotto le grinfie della SLC!?
4. Ruolo dei sindacati confederali nelle
tlc
Qui potrei sembrare molto duro, e con tutte le pregiudiziali di
chi come
me fa sindacato di base ed è inserito in comitati di lavoratori
indipendenti
e autonomi. Ma ti assicuro non è così, anzi nonostante
tutto il mio lavoro
cerca sempre di coinvolger tutti i delegati e le organizzazioni
in maniera
unitaria, almeno quando si può. Ma le categorie telecomunicazioni
nei confederali sono la destra del sindacato generale, nonostante
di contraddizioni ce ne sono molte nella categoria, nonostante (almeno
l'esperienza romana che conosco meglio) i lavoratori coinvolti sono
tendenzialmente di sinistra. Per capirci a Roma dove i sono 4000
dei 10000 dipendenti TIM, il 75% delle preferenze alle RSU sono
andate alla Cgil e alla Lista CUB-Cobas-SNATER.. Eppure non solo
sindacalmente ma anche politicamente la SLC, la UILCOM e la Fistel,
sono schierate nettamente alla destra del sindacato.
L'esempio di prima che facevo dei delegati dell'Omnitel Fiom né
è un esempio esemplificativo. Questo atteggiamento è
capibile se consideriamo i grandi profitti che girano nella new
economy e nella telefonia nello specifico. Nel ruolo di coogestione
che questi sindacati hanno e per i quali vengono ricompensati con
poltrone molto remunerative nei Cral,
nella assegnazione di alcuni posti nei vari consigli di amministrazioni
di società collegate e controllate. O peggio di tutto secondo
me, l'acquisizione da parte della TIM di interinali dalle agenzie
partecipate dai sindacati. A noi per esempio è capitato piu'
volte di essere sottoposti a provvedimenti disciplinari o a tentativi
di provvedimenti, dopo spiate al personale di delegati Cisl. Non
è raro partecipare a trattative dove ci si scambiano occhietti
e battute amichevoli tra delegati Cisl e UIL e i rappresentanti
aziendali. La Cgil da questo punto di vista ha ancora una dignità,
ma comunque è coinvolta in tutte le dinamiche che citavo
prima, Cral, agenzie interinali, lottizzazioni di posti e assunzioni.
E spesso per il ruolo generale che ha nel paese è l'organizzazione
che fa di piu' alla fine per convincere i lavoratori ad accettare
quei passaggi disastrosi che stanno avvenendo nel mondo delle telecomunicazioni
che effettivamente in buona fede si occupano del lavoro di aggregazione
e di consenso.
E poi un'altra faccia tutta in mano a delegati e funzionari determinati
a lanciarsi nella carriera politica-sindacale che gestiscono tutta
la parte marcia. La crisi che attraversano invece Cisl e Uil, non
gli consente questa complessa articolazione e perciò è
sempre tutto accentrato nelle mani
delle segreterie e dei funzionari con dei peli sullo stomaco da
far rabbrividire. Dove sono pronti a tutto pur di schierarsi senza
pudore sulle posizioni aziendali
e strappare grazie alla garanzia della loro firma qualche benefit
in piu'.
Credo comunque che in Tim la situazione è particolare dal
punto di vista
sindacale, c'è una scarsa sindacalizzazione solo il 7% è
tesserato. C'è
un'età media molto giovane sui 30 anni, e liberi dalla cultura
della sconfitta
degli anni 80 e 90, è come sta accadendo è piu' facile
paradossalmente organizzarsi come lavoratori in un comitato
autonomo che in un sindacato. Ce ne sono infatti già
a Roma e Bologna ed in una recente Assemblea nazionale dei Lavoratori
e Lavoratrici delle telecomunicazioni l?odg conclusivo halanciato
tra le varie idee di costituire questi organismi che sollecitino
il protagonismo dei lavoratori invece di imbrigliarli in qualche
organizzazione sindacale.
5. Permessi, ferie, maternità e malattia
Parto dalla maternità, un tema molto sentito perché
come dicevo con una
età media di 30 anni, sono molte le colleghe che sono interessate.
E l'ipocrisia della TIM, porta a sbandierare le attività
di aiuto alle lavoratrici madri. Ma nella sostanza viene fatta vivere
come una condanna o una discriminazione. Non è raro per una
lavoratrice che è appena tornata dalla maternità,
trovarsi trasferita, sottomansionata, discriminata nel ricevimento
dei premi. Ricordo una mia collega che a distanza di 1 anno dal
suo ritorno al lavoro non volevano (e non l'hanno piu' fatto!) concedergli
il passaggio di livello espressamente perché era stata 1
anno a casa per la maternità Oppure come è successo
recentemente in una vertenza nazionale
su un settore di callcenter della Tim, istituire dei turni specifici
per le lavoratrici mamme che usufruivano di un part-time o dei permessi
dell legge apposita per i bambini piccoli, in modo tale da annullare
le agevolazioni previste! Per la malattia se si può ancora
peggio, ovviamente ogni giorno di malattia ti viene portato a diminuzione
monetaria sul premio annuo che viene distribuito per il raggiungimento
degli obiettivi.
Perciò se il settore dove sono impiegato ha raggiunto l?obiettivo
(e inTim
tutti gli anni i lavoratori hanno fatto sempre superare gli obiettivi
non
raggiungerli!), ma per esempio sono stato malato 1 settimana nell?anno
quella settimana verrà sottratta dal premio in percentuale?
Ma questo sarebbe il meno se contiamo che quei lavoratori particolarmente
fragili o costituzionalmente piu' deboli vengono considerati dei
svogliati e questa cultura è disposta da team leader e responsabili
che non perdono occasione per fare battute in questo senso, sviluppando
una ideologia razzista e discriminatoria. A ciò si aggiunge
che particolari figure combattive vengono letteralmente perseguitate
ogni volta che vanno in malattia, con controlli fiscali immancabili.
Dulcis in fundo, l'atteggiamento aziendale nella cessione del ramo
d'azienda
di questi mesi, dove il settore che inseguito si sta cedendo, è
stato prima
stipato di lavoratori delle categorie protette, disabili, lavoratrici
con
problemi come anoressia o esaurimento nervoso, usufruenti dei congedi
parentali per genitori particolarmente malati ecc. Quindi tutti
dipendenti considerati improduttivi e spediti di fatto in società
precarie ed espulsi dal ciclo produttivo. Insomma dei licenziamenti
mascherati. Questa è la considerazione per la malattia.
Per fare un numero dei 161 lavoratori coinvolti dalla cessione di
ramo d'azienda 1/3 sono disabili!!!
Infine ferie permessi. Abbiamo 22 giorni di ferie o 27 per chi fa
i turni
6 giorni su sette invece che 5 su 7. Piu' 44 ore di permessi. Come
si vede
già un numero abbastanza esiguo rispetto ad alcuni contratti,
ma non è tanto questo quanto il fatto che soprattutto nei
callcenter prendere le ferie
diventa una vera lotteria. Immagina
che quest'anno (come tutti gli anni)
le persone che potevano andare in ferie per gruppo al 119 erano
2 su 16
in media!!! Questo nei periodi luglio agosto, quindi in quelli di
maggior
richiesta di fruizione. Oppure come a Natale per arrivare ad un
problema
presente in questi giorni. Per di piu' vengono negati con le peggiori
scuse,
e concedendoli come premi nella logica che descrivevo prima nel
ruolo degli
assistenti, quindi annullando un diritto del lavoratore di usufruire
del
suo salario accessorio come ferie e permessi.
6. Orari di lavoro, retribuzione 14ma.
l?orario è previsto di 7.40, 7 e 38 per i turnisti h24. Ma
va considerato
in particolare la flessibilità di organizzazione di questi
orari. Vengono
stabiliti avvicendamenti terribili che non tengono in considerazione
per
nulla le necessità di una vita normale, non contando che
ti può essere cambiato d'ufficio un turno a sole 48 ore per
contratto ma spesso anche a 24 ore di distanza. La 14ma dopo l?ultima
contratto è stata abolita, spalmandola in parte sulle retribuzioni
ordinarie, e per i vecchi assunti con un bonus che va a sparire
elargito in concomitanza con la vecchia tredicesima. Questo ha comportato
nell'immediato un impatto meno duro sull'annullamento di una mensilità,
ma ha fatto incassare all?azienda la prospettiva di un risparmio
soprattutto da un punto di vista contributivo. Quindi tutto a danno
del dipendente. Nonche a partire dal 2005 la sparizione anche del
bonus.
7. Fonte principale di stress in postazione
Le fonti non sono poche, a parte 'organizzazione fin qui detta,
il controllo
dei TeamLeader ecc. C'è uno stress dei ritmi, comunque molto
elevati che
si stia in risposta o in risposta e in backoffice insieme, perché
si richiede
continuamente di piu'. Ma soprattutto lo stress di un lavoro molto
alienante
e ripetitivo. Non a caso noi diciamo che c?è una irregimentazione
di fabbrica
stile post-fordista. Perché siamo organizzati per processi
in fabbrica si
direbbero linee) però all'interno di queste siamo divisi
in isole di produzione
in modo tale che ognuno è indipendente dall?altra e a livello
sociale si
è chiusi in separe' all'interno anceh di queste isole. Per
capirci io posso
comunicare solo con quei pochi 3 o 4 che sono nella mia isola al
massimo.
Agli altri o non li vedo o gli do le spalle. Perciò isolando
anche all'interno
degli "openspace" come si chiamano queste sale grandi
con postazioni all'americana in ogni dove. Altro fattore da non
sottovalutare è il frastuono che
si crea, con 15/20 persone che parlano al telefono con i clienti,
con fax e stampanti e processori che innalzano la temperatura come
in un cratere. Inoltre cosa che puo' sembrar stupida ma incide su
notevolmente sulle frustrazioni dei colleghi, sono i Clienti incazzati
ai quali bisogna continuare a rispondere con la pazienza professionale
senza limiti. Per poi chiudere la telefonata e sfogarsi a parte.
Crea una tensione che la porti fino a casa..
8. Numero lavoratori Tim, numero dipendenti
call center, tempo indeterminato, determinato, interinali, co.co.co?
I lavoratori a tempo indeterminato sono circa 10000. A questo vanno
aggiunti circa 1500 interinali concentrati per lo piu' nei grandi
centri Milano,
Bologna e Roma. Nei call center parliamo di circa il 50% del personale.
Approssimativamente perché è variabile di continuo
ma qesti numeri rispetto
solo ai dipendenti fin qui citati. I lavoratori a termine non sono
molti,
perché i vecchi contratti tipo sostituzione maternità
e CFL sono stati tutti
sostituiti dalle tipologie di contratto interinale.
Co.co.co, proprio in TIM sono un numero esiguo, per quanto riguarda
i consulenti. Mentre hanno un numero rilevante rispetto agli outsourcer
come Atesia, Telecontact ecc. solo a Roma dei 3500 operatori rimasti
circa 1000 sono per il 119 e Numero Verde Business, quindi rispetto
alla TIM parliamo di un 10% del personale totale e un 20% rispetto
ai lavoratori dei callcenter. Sommati agli interinali e alle precettazioni
i nostri scioperi di fatto vengono coperti senza troppi drammi!
Anceh quelli al 90%
9. Esternalizzazioni, servizi dati in appalto
all'esterno (Atesia ed altri).
Le due cose sono strettamente collegate dopo anni che sempre piu?
attività
sono passate agli outsourcer, riducendo sempre piu? quindi le attività
all?interno della TIM. Questo ha permesso uno snellimento dei processi
e una sempre maggiore interscambio dei lavoratori. Ma questo è
reso possibile grazie a 10 anni di sperimentazione con Atesia, poi
con l'introduzione della precarietà nel contratto del 2000,
infine con le ripetute firme del piano industriale dove venivano
fatti i nomi e i cognomi delle società esternalizzate. Se
questi processi sono piu' conosciuti in Telecom Italia, alla TIM
cominciano alla fine del 2000, con l?esternalizzazione delle attività
del personale. Qui viene chiesto in via volontaria chi sono i dipendenti
che vogliono passare a questa società sempre dle gruppo Telecom
?TESS?. I lavoratori volontariamente passano, quelli che tra tornare
al 119 a fare turni H24 e TESS (queste erano le alternative date
da TIM ai lavoratori coinvolti) si fanno convincere.
Dopo pochi mesi la società viene venduta ad Accenture (soc.
americana con
sedi in tutto il mondo ma con la maggior parte della sua elaborazione
dati
in India. Subito dopo l?acquisizione la Accenture dichiara centinaia
di
esuberi in Tess. La situazione oggi lì è ferma.
A gennaio 2003 noi di Voci Stonate denunciamo con forza il piano
aziendale
di cessione del settore Affari Generali, dapprima presi per matti
anche
perché la prima di tess trapassata
in sordina. Poi scoppia un caso e i
confederali fanno un accordo che fino al 2004 non si parla di esternalizzazioni.
A ottobre 2003 partono le procedure per la cessione di ramo d?azienda
per il vecchio settore di Affari Generali da pochi mesi ristrutturato
e trasformato in Facility Management. La cosa grave oltre a quella
che la TIM non ha nessun bisogno né di fare cassa né
di fare profitti visto che anche quest'anno ha superato le spettative
arrivando a 3 milioni di euro di utili.
Dicevo oltre a questa, è il fatto che queste operazioni sono
caratterizzate in
maniera sempre piu' evidente come esplusioni ad hoc di lavoratori
considerati
improduttivi. Oltre il 30% di lavoratrici e lavoratori coinvolti
nella cessione
del FM è appartenente alle categorie protette, disabili,
usufruenti della
legge per i congedi parentali ecc. Il resto sono lavoratori fortemente
sindacalizzati, lavoratrici madri, ecc. Addirittura a Roma delegati
della
nostro lista eletti in questa unità produttiva
ma che sono stati inviati
ad altra societa' EMSA! Alla faccia della democrazia e della rappresentanza
dei lavoratori.
In piu' la stessa Tim negli incontri per le procedure ci ha spiegato
come
questa azienda dal 99 in liquidazione è stata ritirata fuori
dal cilindro
per fare da filtro, per incanalare il personale qui convogliato
da Tim per
161 dipendenti , ma anche da Telecom Italia, ITT. Per poi dividerli
in settori
che diventeranno altrettanti pacchetti da vendere a questa e quell'azienda
fuori dal gruppo?
Con relative incertezze sulla garanzia del posto di lavoro. Le attività
delle outsourcer, a capitale totalmente Telecom Italia, rendono
inefficaci
le attuali forme di lotta.
Per questo stiamo operando su due fronti:
1) stabilire un collegamento tra le nostre lotte e quelle dei precari
di queste
società;
2) colpire l'immagine dell?azienda ad ogni mobilitazione collegata
allo sciopero.
Ora per scendere nei dettagli, il servizio peggiora perché
i colleghi degli
outsourcer non sono formati adeguatamente ma sono messi come polli
in batteria a rispondere alla piu? alta quantità di telefonate,
i lavoratori TIM vengono precarizzati con procedure di cessioni
e esternalizziazioni, nonche' con i peggioramenti di contratto.
Quindi il solo guadagno ce l'ha l'azienda
con l'abbassamento del costo del lavoro che per quanto riguarda
TIM è il
4% del fatturato? Questo è il mondo TIM. Ho cercato di essere
il piu' breve
possibile, e molte cose le ho sorvolate.
Thanx to Stefo |