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Lavoro
interinale: nel 2002 aumenta del 25%
Secondo i dati diffusi da Confinterim, sale così anche il fatturato
del settore che si aggira intorno a 1,3 miliardi di euro. L'identikit
del lavoratore "stagionale": è uomo, ha 29 anni, ed è impiegato nel
terziario.
ROMA – In Italia il lavoro interinale non fa che aumentare: nel primo
semestre del 2002, gli occupati temporanei
il 25% in più rispetto ai primi mesi del 2001. Lo annuncia la Confinterim,
la confederazione italiana delle associazioni delle imprese di lavoro
temporaneo. Confinterim raccoglie 50 società operative sul mercato
(su 70), coprendo i ¾ del settore per fatturato e per numero degli
addetti ai lavori.
Aumenta di conseguenza anche il fatturato che si aggira intorno a
1,3 miliardi di euro (+14,6% rispetto ai dati diffusi nel settembre
dello scorso anno). E sono di più anche le donne impiegate a tempo:
sono passate dal 38 al 43%. Questa forma di lavoro flessibilizzato
per legge, viene scelto soprattutto dai minori di 25 anni (61%); e
in genere è molto bassa l’età media degli occupanti interinali (29
anni).
E’ il settore terziario il più gettonato (32,5%). E tre lavoratori
“stagionali” su dieci vengono poi assunti regolarmente nelle aziende
in cui hanno prestato servizio. A fronte di questi dati positivi,
si rallegrano quelli di Confinterim: “Stiamo contribuendo all’emersione
del lavoro nero”, dice Enzo Mattina, presidente della Confederazione.
“E’ indubbio che un’ora di lavoro temporaneo costa di più di un’ora
di lavoro di un dipendente diretto, ma scarica le imprese di costi
di reclutamento, di selezione e amministrativi che non sono di poco
conto.
Ci auguriamo che il Governo possa attivare una campagna promozionale
che ci consenta di far conoscere meglio
l’istituto alle imprese e ai cittadini
Thanx to il Nuovo
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