Logo Chainworkers TU NOI LORO

11-02-03

  Nasce Lavoro e libertà

Al via quattro campagne No alla guerra, senza se e senza ma. Vittoria al referendum sull'articolo 18: la giusta causa per tutti. Lotta alla precarietà: battaglia contro le deleghe sul lavoro e diritti per gli atipici. Democrazia reale: no alla privatizzazione dei servizi, sì allo Stato sociale per tutti

Nasce «Lavoro e libertà», il movimento politico che vuole rifondare la sinistra mettendo al centro il lavoro. Non è un partito, ci tengono a sottolineare i promotori, ma non è neanche un'associazione culturale: vuole fare politica, incidere concretamente per ridare sostanza a battaglie che la sinistra ha abbandonato per inseguire le sirene del neoliberismo. E perdendo voti a valanghe. Lavoro e libertà è promosso da Socialismo 2000 di Cesare Salvi, dalla sinistra Cgil Lavoro e Società guidata da Gian Paolo Patta, dalla Fiom di Gianni Rinaldini, da Aldo Tortorella.

Quattro le campagne sulle quali si impegnerà nei suoi primi mesi di vita: un no deciso alla guerra contro l'Iraq, la difesa e l'estensione dell'articolo 18 attraverso il referendum di primavera, la lotta alla precarietà del lavoro - impegnarsi nell'immediato contro le deleghe del governo Berlusconi e proporre nuove tutele per l'ormai vastissimo esercito degli atipici - la difesa della democrazia - garantire la rappresentanza politica ai lavoratori, un reale pluralismo dell'informazione, respingere l'attacco all'autonomia della magistratura. E no alla privatizzazione dei servizi pubblici, alla consegna delle pensioni, dell'istruzione e della sanità nella mani dei colossi delle assicurazioni, come accade negli Usa: i diritti dei cittadini non possono essere mercificati.

La struttura del nuovo movimento nasce «a rete»: nei prossimi giorni verranno costituiti i comitati territoriali, il 21 e 22 marzo si terrà la prima assemblea nazionale. Le prossime battaglie si giocheranno direttamente sul campo: innanzitutto la manifestazione del 15 febbraio contro la guerra, poi l'impegno per il referendum che estende l'articolo 18, accanto al quale verrà presentata una piattaforma per la tutela degli atipici. La lotta contro le deleghe su lavoro, fisco, previdenza, sanità, con le manifestazioni della Cgil il 21 febbraio e il 15 marzo prossimi. Insomma, i motori sono già caldi.

Il lavoro, quel vuoto a sinistra
Il nuovo movimento politico nasce da una considerazione fondamentale: la sinistra, per abbracciare una presunta «modernità», negli ultimi anni ha abbandonato i lavoratori e i loro bisogni, accettando di fatto la subalternità al capitale. Il conflitto capitale-lavoro è stato rimosso, ma riemerge nelle insicurezze dei precari, nella paura e nel razzismo, nel binomio guerra-terrorismo. «Scelte che hanno portato a un'emorragia di consensi senza precedenti - dice Cesare Salvi - La sinistra è scesa ai suoi minimi storici.

La delega 848 approvata dalla maggioranza è gravissima, ma avete per caso visto un'opposizione paragonabile a quella fatta per la Cirami? La destrutturazione del lavoro sta passando nel silenzio, e la settimana prossima toccherà all'articolo 18, con la realizzazione del patto perl'Italia. A Natale Berlusconi aveva detto che era stato messo da parte, ma in realtà era soltanto un espediente propogandistico per fare in modo che nessuno ne parlasse più». Sul tema del lavoro il nuovo movimento fa sue molte rivendicazioni già portate avanti dalla Fiom. Due per tutte, le tutele per gli atipici e una reale democrazia nei luoghi di lavoro: «Puntiamo a una stabilizzazione reale dei precari - spiega Gianni Rinaldini, segretario generale Fiom - Dopo 8 mesi di contratti "flessibili", il lavoratore ha diritto al riconoscimento di un rapporto subordinato. Inoltre, riteniamo fondamentale che, così come avviene in Gran Bretagna o in Germania, i lavoratori possano votare le piattaforme e gli accordi sindacali».

Chiave di volta per la «liberazione» del lavoro può essere la vittoria del referendum sull'estensione dell'articolo 18. Salvi spiega che «insieme alla guerra, contro la quale si è pronunciato anche il Papa, l'altro punto debole di Berlusconi sono i licenziamenti facili, che la maggioranza della gente non vuole: vincere il referendum annullerebbe giuridicamente la delega 848bis e travolgerebbe il patto per l'Italia». «Si parla di una legge che eviti il referendum? - aggiunge Tortorella - Se c'è davvero la volontà, facciamola tutti insieme: se il centrodestra si rifiuterà di votarla, si dia indicazione per il sì».

Ulivo, Rifondazione e Cofferati
Lavoro e libertà vuole dialogare con tutti i soggetti della sinistra, cercando di unire e non di dividere. Ma senza rinunciare alla critica: «Dov'è il nuovo Ulivo? Io vedo partiti tutti uguali - dice Claudio Sabattini, segretario Fiom Sicilia - In Sicilia la gente ha votato il centrodestra perché ormai i due poli dicono le stesse cose. Con il lavoro che è diventato un privilegio anziché un diritto, dò il voto a chi mi promette il posto, non a chi risponde ai bisogni collettivi». E rispetto al «nuovo» rappresentato da Cofferati? «Non siamo nè contrapposti nè subalterni», risponde Rinaldini. «Noi però non poniamo paletti rispetto a Rifondazione o ai movimenti no global - aggiunge Salvi - E poi ci distingue dall'ex leader Cgil l'opinione sul referendum per l'articolo 18, e l'opzione del maggioritario.

Siamo per il proporzionale, preferibilmente alla tedesca, perché permette realmente a tutti i cittadini di esprimere una propria rappresentanza politica». «Cofferati ha fatto una battaglia importante l'anno scorso, portando in piazza tre milioni di persone e dimostrando che a sinistra c'è un vuoto reale sui problemi del lavoro - conclude Patta - Ma ancora non ha definito un programma politico preciso. Confidiamo anche che la Cgil dica sì al referendum: è vero che non potrà votare no, ma c'è il rischio che prevalga il disimpegno».

Thanx to Manfo

altre news