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15-12-02

  No shopping alla Rinascente di Palermo

GLI OPERAI BLOCCANO LA RINASCENTE «PALERMITANI, NON COMPRATE QUI E' DEGLI AGNELLIi»

Quando Giovanni ha incollato il cartello sulle colonne del palazzo accanto alle vetrine, gli ingressi del grande magazzino erano già bloccati. Dentro, le facce sbalordite e sorprese delle commesse che cercavano conforto sui volti altrettanto attoniti dei dirigenti. «Questo magazzino è di Agnelli: prende i vostri soldi e chiude la Fiat». Con questa scritta più di 250 operai di Termini Imerese, si sono dati il cambio per l'intera giornata, per accogliere la gente che si presentava per lo shopping natalizio.

Sotto un sole primaverile, il «salotto» di Palermo, nella centrale via Ruggero Settimo, riproduzione in miniatura della più sofisticata e chic via Monteleone, è stato preso d'assalto dalle tute blu che hanno scelto la Rinascente per riprendere la lotta contro l'accordo fra la Fiat e il governo che ha chiuso la fabbrica mandandoli in cassa integrazione. Gli operai hanno raggiunto l'edificio di quattro piani dell'azienda controllata dall'Ifil, la cassaforte finanziaria della famiglia Agnelli, intorno alle 9. Si sono piazzati davanti alle entrate sbarrando l'ingresso ai clienti e costringendo i dipendenti a barricarsi dentro.

E dire che per la Rinascente doveva essere il giorno del consumo, con promesse di sconto fino al 20% su alcuni prodotti, sintomo che questo Natale targato Tremonti e Berlusconi sta lasciando a bocca asciutta non solo i lavoratori ma anche i padroni. «Questo è il segnale della ripresa delle nostre iniziative di lotta - dice Roberto Mastrosimone, delegato della Fiom nel consiglio di fabbrica - Dopo qualche momento di smarrimento ci siamo riorganizzati. Stiamo rimettendo in sesto l'informazione tra i lavoratori e organizzeremo unitariamente le proteste». Con le tute blu anche i figli e i nipoti degli operai, per testimoniare che la lotta coinvolge le famiglie di Termini Imerese. Alle urla di una donna che voleva a tutti i costi entrare nel negozio, ha risposto un operaio che è salito su una pedana e parlando al megafono si è rivolto a chi osservava con diffidenza: «Ci dispiace crearvi problemi, non vogliamo essere cattivi e non siamo incivili come dice Berlusconi. Oggi non comprate alla Rinascente, siate solidali con la nostra protesta».

Fra mugugni e qualche parola di troppo, non sono mancate le testimonianze di solidarietà. «Io sto con loro - dice Teresa Salamone, con in braccio il figlioletto di un anno - E' incredibile quello che sta succedendo. Al governo si dovrebbero tutti vergognare». Marco Tarantino è uno studente di Giurisprudenza. «Fanno bene a protestare - osserva - se fossi al posto loro alzerei il livello dello scontro. Spero che gli elettori si ricorderanno di tutto ciò quando andranno a votare». Giuseppe Ricotta, 49 anni, e Mario Grisanti, 44 anni, operai della Fiat, soffiano dentro una grossa conchiglia, che emette un suono simile a quello delle navi, che veniva utilizzata per la caccia alla volpe. «La conchiglia - dicono - la utilizzavamo per cacciare ad Aliminusa. La volpe sentiva il suono, s'impauriva e usciva dal suo nascondiglio».

Il blocco è proseguito per tutta la giornata, dentro la Rinascente solo i dipendenti. Dal magazzino fanno sapere che non si è incassato praticamente nulla. Perdite per centinaia di milioni di euro, il prezzo minimo che gli Agnelli hanno pagato nel giorno della ripresa della lotta operaia. «Ci dispiace per i lavoratori del magazzino e li possiamo capire - sottolinea Mastrosimone - Ma noi abbiamo la necessità di far sentire la nostra voce a chi continua a manovrare sulla nostra pelle». Alle 21, quando gli ultimi dipendenti rimasti abbassano le saracinesche, gli operai stanno tornando nelle loro case. «E' stata una bella giornata di lotta - dicono - Ma non è finita qui, abbiamo in cantiere altre iniziative per colpire gli interessi economici delle società del gruppo Fiat». Davanti allo stabilimento di Termini Imerese, intanto, continua l'allestimento della tendopoli che dovrebbe essere pronta per mercoledì prossimo. Qui oltre cento operai trascorreranno il Natale con le loro famiglie.

Thanx to Manfo
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