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No shopping
alla Rinascente di Palermo
GLI OPERAI BLOCCANO LA RINASCENTE «PALERMITANI, NON COMPRATE QUI E'
DEGLI AGNELLIi»
Quando Giovanni ha incollato il cartello sulle colonne del palazzo
accanto alle vetrine, gli ingressi del grande magazzino erano già
bloccati. Dentro, le facce sbalordite e sorprese delle commesse che
cercavano conforto sui volti altrettanto attoniti
dei dirigenti. «Questo magazzino è di Agnelli: prende i vostri
soldi e chiude la Fiat». Con questa scritta più di 250 operai di Termini
Imerese, si sono dati il cambio per l'intera giornata, per accogliere
la gente che si presentava per lo shopping natalizio.
Sotto un sole primaverile, il «salotto» di Palermo, nella centrale
via Ruggero Settimo, riproduzione in miniatura della più sofisticata
e chic via Monteleone, è stato preso d'assalto dalle tute blu che
hanno scelto la Rinascente per riprendere la lotta contro l'accordo
fra la Fiat e il governo che ha chiuso la fabbrica mandandoli in cassa
integrazione. Gli operai hanno raggiunto l'edificio di quattro
piani dell'azienda controllata dall'Ifil, la cassaforte finanziaria
della famiglia Agnelli, intorno alle 9. Si sono piazzati davanti alle
entrate sbarrando l'ingresso ai clienti e costringendo i dipendenti
a barricarsi dentro.
E dire che per la Rinascente doveva essere il giorno del consumo,
con promesse di sconto fino al 20% su alcuni prodotti, sintomo che
questo Natale targato Tremonti e Berlusconi sta lasciando a bocca
asciutta non solo i lavoratori ma anche i padroni. «Questo è il segnale
della ripresa delle nostre iniziative di lotta - dice Roberto Mastrosimone,
delegato della Fiom nel consiglio di fabbrica - Dopo qualche momento
di smarrimento ci siamo riorganizzati. Stiamo rimettendo in sesto
l'informazione tra i lavoratori e organizzeremo unitariamente le proteste».
Con le tute blu anche i figli e i nipoti degli operai, per testimoniare
che la lotta coinvolge le famiglie di Termini Imerese. Alle urla di
una donna che voleva a tutti i costi entrare nel negozio, ha risposto
un operaio che è salito su una pedana e parlando al megafono si è
rivolto a chi osservava con diffidenza: «Ci dispiace crearvi problemi,
non vogliamo essere cattivi e non siamo incivili come dice Berlusconi.
Oggi non comprate alla Rinascente, siate solidali con la nostra protesta».
Fra mugugni e qualche parola di troppo, non sono mancate le testimonianze
di solidarietà. «Io sto con loro - dice Teresa Salamone, con in braccio
il figlioletto di un anno - E' incredibile quello che sta succedendo.
Al governo si dovrebbero tutti vergognare». Marco Tarantino è uno
studente di Giurisprudenza. «Fanno bene a protestare - osserva - se
fossi al posto loro alzerei il livello dello scontro. Spero che gli
elettori si ricorderanno di tutto ciò
quando andranno a votare». Giuseppe Ricotta, 49 anni, e Mario Grisanti,
44 anni, operai della Fiat, soffiano dentro una grossa conchiglia,
che emette un suono simile a quello delle navi, che veniva utilizzata
per la caccia alla volpe. «La conchiglia - dicono - la utilizzavamo
per cacciare ad Aliminusa. La volpe sentiva il suono, s'impauriva
e usciva dal suo nascondiglio».
Il blocco è proseguito per tutta la giornata, dentro la Rinascente
solo i dipendenti. Dal magazzino fanno sapere che non si è incassato
praticamente nulla. Perdite per centinaia di milioni di euro, il prezzo
minimo che gli Agnelli hanno pagato nel giorno della ripresa della
lotta operaia. «Ci dispiace per i lavoratori del magazzino e li possiamo
capire - sottolinea Mastrosimone - Ma noi abbiamo la necessità di
far sentire la nostra voce a chi continua a manovrare sulla nostra
pelle». Alle 21, quando gli ultimi dipendenti rimasti abbassano le
saracinesche, gli operai stanno tornando nelle loro case. «E' stata
una bella giornata di lotta - dicono - Ma non è finita qui, abbiamo
in cantiere altre iniziative per colpire gli interessi economici delle
società del gruppo Fiat». Davanti allo stabilimento di Termini Imerese,
intanto, continua l'allestimento della tendopoli
che dovrebbe essere pronta per mercoledì prossimo. Qui oltre cento
operai trascorreranno il Natale con le loro famiglie.
Thanx to Manfo
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