Sciopera Rinascente
ALLA RINASCENTE (COINVOLTI I NEGOZI AUCHAN, SMA, UPIM, CITTÀ MERCATO
), SCIOPERO RIUSCITO
ADESIONI FINO ALL'80%. MA L'AZIENDA RICORRE AI
LAVORATORI IN AFFITTO E AGLI AMMINISTRATIVI
MILANO
Adesioni ovunque superiori al 60%, con punte
oltre l'80%, allo sciopero per il rinnovo del
contratto integrativo, scaduto da oltre un anno,
per i 30 mila dipendenti del gruppo
Rinascente-Auchan. «L'arroganza ha avuto la risposta
che merita grazie all'unità e alla
determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori
del gruppo Rinascente», affermano
Filcams, Fisascat e Uiltucs. Tutti i 437 punti
vendita di Rinascente, Upim, Sma, Città
Mercato, Sigros, Cedis Migliarini sono rimasti
aperti, replica l'azienda, che valuta al 30%
l'adesione allo sciopero e sostiene che ovunque
è stata garantita la «normale
assistenza» alla clientela.
Una normalità piuttosto
caotica, visto che Rinascente ha
spostato dirigenti e personale amministrativo
dietro casse e banconi e ha fatto ampio
ricorso a lavoratori in affitto (cosa proibita
in caso di sciopero). L'azienda, denunciano i
sindacati del commercio, si è impegnata al massimo
con ricatti e intimidazioni per fare
fallire lo sciopero. Alla vigilia aveva comprato
pagine pubblicitarie per rassicurare la
clientela sull'apertura e per 1convincere» i
dipendenti a non scioperare per non fare un
favore alla concorrenza. L'azienda afferma che
ovunque la clientela ha potuto fare gli
acquisti in un clima «sereno e tranquillo».
Alla Città Mercato Auchan di Vimodrone il clima
è stato da botte. La vigilanza interna ha
«insultato» e «usato violenza» contro il presidio
dei lavoratori, mettendo a rischio
l'incolumità dei clienti, afferma Fabio Sormanni,
segretario della Filcams Lombardia. Alla
Città Mercato di Merate, dove erano stati reclutati
mumerosi lavoratori esterni, il
sindacato ha fatto intervenire l'Asl per verificare
se erano provvisti del libretto sanitario
(obbligatorio per chi opera nel settore alimentari).A
Torino commesse e lavoratori hanno
fatto un presidio davanti alla Rinascente. «L'azienda
chiede sempre più flessibilità e
rifiuta di prendere in considerazione la nostra
piattaforma», dice Anna Cuntrò della
Filcams torinese. Rinascente rifiuta l'armonizzazione
del trattamento economico e
normativo (solo i dipendenti di alcune divisioni
godono del premio fisso di 93 euro) e
non vuole trattare sull'utilizzo dei contratti
part time e a tempo determinato.
In
compenso pretende che il lavoro festivo sia considerato
ordinario, cioè pagato senza
maggiorazioni salariali.
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