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20-09-02

  SCIOPERO GENERALE

La Cgil ha deciso: otto ore di sciopero il prossimo 18 ottobre.


Il 18 ottobre sciopero generale di otto ore contro la politica economica e sociale del governo. In difesa dell'articolo 18, contro l'estensione delle precarietà previste nella delega sul lavoro e contro l'insieme delle scelte economiche che la prossima finanziaria metterà in campo, anche se per Pezzotta sarà «uno sciopero contro la Cisl».

Ma da oggi al 18 ottobre non mancheranno le contromosse, anche nel campo dell'opposizione. E' quindi sciopero generale, di nuovo, contro la politica del governo di destra: 8 ore in tutt'Italia il 18 ottobre, con manifestazioni in tutte le città, ma è lo sciopero della sola Cgil, che già lo aveva deciso il 9 luglio e ora ne fissa la data. L'ultimo sciopero generale di 8 ore risale al 16 aprile, fu indetto da tutti i sindacati contro l'attacco del governo e della Confindustria, all'articolo 18 che tutela dai licenziamenti illegittimi.

Poi lo strappo: Cisl e Uil d'improvviso accettarono la manomissione del «18» e firmarono il «Patto per l'Italia» rendendosi nei fatti partner della politica di Berlusconi. La Cgil indiceva da sola gli scioperi generali regionali dal 20 giugno al 12 luglio, mentre la rottura più grossa tra i sindacati era intanto avvenuta sul contratto dei metalmeccanici: Fim e Uilm accettavano l'accordo separato con gli imprenditori, la Fiom chiamava allo sciopero. L'autunno si riapre sulla stessa tastiera: la Cgil fissa lo sciopero generale, la Fiom scrive da sola la piattaforma per il nuovo contratto nazionale dei metalmeccanici, si incrudelisce la polemica di Cisl e Uil.

Lo sciopero del 18 ottobre, scrive alle strutture la segreteria nazionale della Cgil, si farà «contro la manomissione dell'art.18 dello Statuto dei lavoratori, contro le scelte sbagliate contenute nel Patto per l'Italia. Una mobilitazione impegnativa, cui ora presiede Guglielmo Epifani, che venerdì il direttivo eleggerà successore di Sergio Cofferati. E Cofferati ieri ha rincarato sulla politica «fallimentare» del governo che mostra i suoi guasti «in molti settori produttivi», nella stessa vicenda Fiat. Al proposito si è preso il gusto di commentare la lettera di Antonio D'Amato a Berlusconi: «E' singolare, il presidente della Confindustria ha firmato insieme a tanti altri solo pochi mesi fa un accordo che ha glorificato in termini pomposi»; oggi «quella lettera è il riconoscimento, contemporaneamente, di un errore clamoroso di previsione e di una scelta errata di politiche».

Il fondamento pericoloso della politica berlusconiana è il tentativo di mutare le regole del mercato del lavoro, ledendo «i diritti delle persone», con «iniziative che si estendono nella società che rischia di diventare autoritaria», dalla legge Bossi-Fini, alla libertà d'informazione, all'ordinamento della giustizia. Per Cofferati ce n'è abbastanza per far riflettere seriamente anche Cisl e Uil «sull'errore commesso firmando il patto per l'Italia: poi che cosa fare lo decidano loro, noi, per intanto, abbiamo deciso lo sciopero generale il 18».


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