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              MAYDAY COUNTDOWN 
               
              IMBATTIBILI 
              Quest'anno arrivano gli Imbattibili: non sono dei supereroi ma sono 
              piccoli gioielli di esperienza, capacità e relazioni, che 
              troveranno la loro espressione prima e durante la MayDay. 
              Sono supereroici: se non unici ed irraggiungibili come gli eroi, 
              queste figure sono comunque eroiche perché ognuna di essere 
              riflette un modo d'opporsi a quell'annichilimento della nostra esistenza 
              di cui le esigenze di profitto delle imprese hanno bisogno. In esse 
              ci sono i mille trucchi, i diversi escamotages che ognuno di noi 
              inventa per affrancare la propria dignità, i propri desideri 
              dal giogo di condizioni lavorative e sociali che ci chiedono sempre 
              il massimo della disponibilità, della versatilità, 
              della pazienza e ci restituiscono il minimo in termini di reddito, 
              sicurezza ed affermazione delle nostre capacità e dei nostri 
              desideri. 
              Come potete vedere queste figure non riguardano la precarietà solo 
              in quanto condizione lavorativa, ma ne rappresentano più in generale 
              la sua dimensione sociale. Per seguirne le gesta, tenete d'occhio 
              il vostro newswire preferito su  
              Indymedia  
               
             
                         
              
              
			  
			  
  
	
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              Confessioni di un precario  Capitolo Quattro 
			   
              Le imprescindibili relazioni  
               
              I poderosi rami dell'albero si piegano percossi dal vento e trascinano 
              le infinite foglie danzanti in un gioco bizzarro e frusciante. Il 
              sole le attraversa e come in un caleidoscopio, mille luccichii variabilmente 
              brillanti invadono il mio sguardo meravigliato: la soddisfazione 
              di trovarmi in questo parco e non al lavoro completa il mio stato 
              di benessere. Mi sono licenziato ed è la terza volta in questi ultimi 
              mesi; nessun posto soddisfa la mia voglia di vita. 
  Sto diventando 
              insofferente verso questa città e indolente con il lavoro: né l'una 
              né l'altro sono all'altezza dei miei desideri, della vita che ritengo 
              degna per me. Possono fottersi entrambi, così come può fottersi 
              lo stato ansiogeno dell'incanalamento affollato, la ricerca spasmodica 
              della compera riparatrice di noia, la paura dell'aver esagerato 
              nella spesa e la paura nel lavoro, della sua perdita, della sua 
              diminuzione e del suo peggioramento.  Poi...San Precario e poco dopo 
              l'incontro con quella fanciulla dai tratti orientali alla fermata 
              della metro di Serpica Naro: sono sicuro di essere sceso in quella 
              stazione, ma so anche che quando l'abbiamo cercata sulla cartina 
              dei mezzi non c'era. Incredibile. 
  In entrambi i casi la mia vita 
              ha svoltato e ormai mi diletto a non trovarmi mai dove il mercato 
              del lavoro mi cerca e mai dove il consumo mi aspetta. Chiudo gli 
              occhi. Le frasche dell'albero si aprono: il sole penetra in maniera 
              più decisa e i mille luccichii si uniscono in un torrente di luce 
              e tepore. 
  Ma un'ombra si frappone fra me e la pace. Apro gli occhi: 
              una sagoma imponente si erge di fronte a me e mi parla:  "Oh bello, 
              che fai dormi ? Ti piace il non far nulla?! Hai ragione, è proprio 
              una bella cosa, peccato che non durerà per sempre, perch´ prima 
              o poi ti riafferreranno per le caviglie e ti trascineranno nel loro 
              mondo. Riesci a fuggirne perché sei giovane e forte, ma non durerà 
              tanto perché l'eccezione é come la pecorella: torna sempre all'ovile. 
              Con o senza pastore. Hai cavalcato la tigre del lavoro e hai parlato 
              col drago del tuo Essere, ma loro sono forti ed organizzati e tu 
              sei solo!" 
  Stavolta non faccio la figura dell'ebete e cerco di parlare: 
              tu conosci San Precario e la ragazza orientale! Sorridendo prosegue:  
              "Io conosco te e tu conosci loro; non è sufficiente questo per essere 
              amici? Hai raccontato dei tuoi incontri - quelle che chiami visioni 
              - ai tuoi amici e ai tuoi colleghi di lavoro. Loro hanno riso di 
              te, ma in fondo in fondo ti hanno creduto. Molta della tua vita 
              è cambiata con e grazie al loro aiuto e alla loro stessa voglia 
              di mutare. Ma questo non vi basterà! In ogni ufficio, in ogni negozio, 
              nei call center, in tutte le fabbriche, ma anche nelle piazze nelle 
              strade e nei teatri di questa città e di altre ancora ci sono persone 
              che hanno sentito quello che hai vissuto tu e hanno trasformato 
              la propria vita proprio come avete fatto voi. Cercatevi. Dovete 
              tessere relazioni diffuse e solidali. Dovete indagare ogni aspetto 
              dell'esistenza vostra e altrui per spargere ai venti il seme di 
              una idea di vita dignitosa e rispettosa in ogni differenza. Se vi 
              troverete sarete Imbattibili..."
   Una luce immensa gli si apre nel 
              petto, mi copro gli occhi con le mani e sento un'onda d'aria calda 
              che alza la polvere e muove le fronde dell'albero, che ora sembra 
              gridare. Mi rimane una luce rossa intensa impressa negli occhi, 
              ha la forma di una I e non riesco a togliermi dalla mente l'eco 
              delle sue ultime parole "sarete imbattibili, imbattibili, imbattibili"... 
  
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