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Oggi
moltissimi cittadini italiani sanno come è andata la vertenza dei
ferro-tranvieri. Sanno che il loro contratto è stato violato per due
anni, e che ciascuno di loro vantava crediti per migliaia di euro dalla
azienda. Sanno anche che i tranvieri, nonostante l’adeguamento strappato
dai sindacati (e che non tutti hanno accettato) ricevono uno stipendio
molto leggero, non certo al livello della durezza del loro lavoro. Sanno
che molte famiglie di tranvieri vivono, magari in quattro persone, con
ottocento o mille euro al mese, e la metà - o di più - se ne va per
l’affitto. Quindi sono sotto la soglia di povertà, anche se hanno un
impiego fisso e di notevole importanza. Come
mai moltissimi italiani, che fino a un mese fa ignoravano tutto sul
contratto dei tranvieri, ora lo conoscono così bene? Perché i
tranvieri milanesi (e poi di altre città), con un atto sovversivo e
illegale, hanno scioperato a gatto selvaggio e paralizzato le città,
creando enormi disagi tra la gente. Piero
Sansonetti “I lavoratori
fantasma” da L'Unità del 27 dicembre 2003. Allargare
il fronte La vertenza degli auto-ferro-tranvieri, che prosegue con forme di boicottaggio diffuse, dimostra che solo quando la lotta è direttamente gestita dai lavoratori è incisiva e capace di porre all’ordine del giorno le questioni essenziali. In questa vicenda c’è molto di più
della semplice richiesta dell'aumento dei miseri 106 euro, previsti dal
contratto e negate dalle controparti. Vi
è, infatti, anche la rivolta dei lavoratori precarizzati del trasporto
urbano, di donne ed uomini privi di certezze e ridotti ad una retribuzione
miserevole. Con leggi, accordi contrattuali,
regolamentazioni varie vengono, infatti, cancellate, una dopo l’altra,
le principali conquiste dei lavoratori, determinandone il progressivo
impoverimento. La lotta per un salario adeguato e per un’adeguata
pensione deve diventare una risposta generalizzata di tutti i lavoratori
uniti contro l’attacco quotidiano del caro-vita. Ma non basta. Occorre che la lotta contro il caro-vita si allarghi anche nel terreno sociale, estendendo, ad esempio, le autoriduzioni nei supermercati. I lavoratori auto-ferro-tranvieri e
aeroportuali hanno anche dimostrato che delle leggi sulla regolamentazione
dello sciopero possono essere abbattute solo dalla lotta stessa. Occorre
ora organizzare un cordone di solidarietà attorno ai
lavoratori delle lotte irregolari, respingendo gli attacchi
repressivi degli apparati statali e aziendali. Come
è sempre stato, la miglior difesa è l’attacco e lo sviluppo in tutte
le aziende ed in tutte le categorie di lotte autorganizzate e su
piattaforme chiare e radicali. Il prossimo importante appuntamento che ci deve vedere tutti uniti è quello dello sciopero nazionale del 9 gennaio dei lavoratori auto-ferro-tranvieri contro il famigerato accordo sottoscritto da CGIL-CISL-UIL. Per
l’autorganizzazione delle lotte e per spazzare via la legge antisciopero
Per
una società autogestita dai lavoratori stessi. 9
gennaio: sciopero nazionale Commissione
“La Questione Sociale” della Federazione Anarchica Italiana
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