|
PER HORSTHorst
non è "un ingenuo che non è stato capace di essere generoso con se
stesso" come una compagna ha affermato. L'ingenuità è uno stato di
incoscienza che non è mai appartenuto al bagaglio ideale ed alla
coerenza del suo essere anarchico, tutt'altro. Tanti possono
definirlo poeta, scrittore, pittore, io penso che è semplicemente
un'intelligenza viva che riesce ad avere una visione critica,
costruttiva, comunicativa, come pochi altri possono permettersi; in
lui tutto è naturale, spontaneo, umano, ricco di quella ricchezza
interiore che lascia stupiti tutti. Personalmente ho avuto il piacere ed il privilegio di
conoscerlo nel 1974. Lui arrivava dal carcere di Sulmona dopo una
tentata evasione che gli aveva procurato una frattura, per cui fu
trasferito al centro clinico del carcere di Perugia dove ci
conoscemmo. Sull'ingessatura che immobilizzava la sua gamba aveva
scritto: "free...free...free....I want to be free" la cosa mi colpì
molto e non avendo nozioni di lingua inglese gli domandai il senso
di quella scritta e da allora tutti i giorni andavo a fargli
compagnia,in quelle occasioni conobbi anche Libero(suo papà).
L'opportunità non andò per le lunghe,in conseguenza di una protesta fui trasferito a
San Gimignano, persi quasi del tutto i contatti con Horst,qualche
cartolina per salutarci,le nostre strade si divisero ed ognuno visse
il dramma delle carceri di rigore e dei manicomi giudiziari.
Nonostante la brevità di tempo, quest'uomo che ingenuo non era,fu
capace di imprimere con il confronto quotidiano,il seme
dell'Anarchia nella mia coscienza ideale. Un patrimonio prezioso che
ancora oggi conservo con cura,aldilà delle contraddizioni che in
certi momenti vivo. Non
intendevo parlare di me,ma ho dovuto accennare a degli episodi per
spiegare meglio la conoscenza del carissimo compagno Horst. Umanità
e coscienza politica non si possono scindere altrimenti è un
fallimento ideale ed umano dell'individuo. Aldilà della retorica
posso affermare,senza paura di essere smentito,che Horst appartiene
a quella schiera di uomini
coraggiosi,intrepidi,sensibili,idealisti,coerenti e coscienti della
propria forza, delle proprie ragioni e principalmente delle proprie
azioni,anche sapendo di dover pagare un prezzo troppo alto,è stato
indomito,mai un cedimento,mai un compromesso ed io per questo lo
ammiro e gli dedico un mio pensiero. La vita
è un gioco, giochiamoci la vita. Ognuno
gioca la sua partita nel modo che ritiene più opportuno. Tanti per
paura di perdere quello che “hanno” rinunciano al gioco ed inermi
assistono in modo passivo, altri con molta cautela giocano cercando
d’ imitare l’ avversario per farselo “amico” ed emulare le loro
nefandezze, pochi giocano d’azzardo con la coscienza di sapere anche
di poter perdere. Perdere non vuol dire uscire sconfitto dalla
contesa, non dipende dalla volontà o incapacità soggettiva.
Il
gioco è duro, l’ avversario è spietato, crudele, baro, bisogna stare
molto attenti per prevenire ed evitare il bluff! In ogni modo vale
la pena di rischiare, in gioco c’è l’ essenza della propria
dignità esistenziale racchiusa nella convinzione ideale del concetto
di libertà e del profondo senso umano di fraterna solidarietà.
Giocare d’azzardo vuol dire essere vivi,
palpitanti, partecipi anche se contro corrente in questa società
prevaricante, oppressiva, discriminante, assassina, che vuole tutti allineati,
ubbidienti, sottomessi al potere di pochi criminali che si arrogano
il presunto diritto di voler governare gli altri; il loro unico
scopo è la salvaguardia dei privilegi acquisiti con il terrore, la
meschina potenza delle armi, il dominio psicologico delle
menti. Il rischio dell’azzardo nasconde subdole e striscianti
insidie, quasi sempre si paga un prezzo troppo alto, ciò è
prevedibile, nonostante tutto, qualcosa dentro di te ti da
quell’energia necessaria, quella convinzione profonda di difendere i
tuoi diritti “costi quel che costi”. L’azzardo è quel senso di responsabilità verso
se stessi, quella sicurezza della convinzione che si irradia
investendo tutto quello che ti circonda, è la coscienza dell’ essere
di quello che si vuole, con la forza ed il coraggio di spendere tutte le tue energie per la
realizzazione del fine preposto. Unico, vero uomo con il coraggio della consapevolezza di restare bambino per una società diversa, tutta colorata, irradiando il mondo con un sorriso e le tue mani tese….
Sabatino |
Per Horst “ormai è fatta”, davvero...
|
Ricordando Horst Fantazzini Avevo sperato di
conoscerlo, finalmente, il giorno in cui a Bologna uscì “Ormai è
fatta”, il film tratto dal suo libro autobiografico. Ma ancora una
volta, l’ennesima, per Horst Fantazzini non si volle concedere ciò
che per altri sarebbe stato normale: neppure quel paio d’ore
pomeridiane da trascorrere in una sala cinematografica, godendosi
almeno una soddisfazione in un’intera vita agra.
|
Mercoledì 19 dicembre alle 13... vengono arrestati 2 individui nei pressi di una
banca di Bologna, con l’accusa di tentata rapina aggravata. I due sono Carlo Tesseri e Horst Fantazzini. Poche ore dopo, gli sbirri perquisiscono le case in base all’articolo 352, applicato in casi di flagranza di reato e sequestrano libri, riviste, volantini, adesivi ed altro materiale di propaganda anarchica, oltre a lettere personali, agende, un computer e denaro in contanti. Dopo 32 anni di galera, Horst, aveva ottenuto da qualche mese la semi-libertà, con fine pena nel 2022. Carlo era stato liberato nel mese di luglio dopo 7 anni di carcere. Compagni anarchici che vivono una vita all’insegna della ribellione e della passione per l’anarchia, all’inseguimento di una vera libertà. Ultimamente i media si erano interessati -piuttosto miserabilmente, come al solito - alla storia di Horst trasformandola in una storiella di cronaca rosa e facendone un film. Davanti al gip che ha confermato gli arresti, i due compagni si erano avvalsi della facoltà di non rispondere. Horst e Carlo non hanno potuto ancora avere colloqui. I pochi giornali che hanno parlato dell'arresto
lo hanno fatto secondo il solito odioso e miserabile copione dell'
'anarchico romantico' arrestato durante l'ennesimo colpo. IERI, domenica 24 dicembre, ci arriva per telefono la notizia che Horst è morto. |
Per Horst Horst Fantazzini ha cessato
di esistere. La notizia è di |
HORST, UNA VITA
PER L’ANARCHIA |
NEL FRATTEMPO NON DIMENTICHIAMOCI DI CARLO: E' RINCHIUSO NEL CARCERE DI BOLOGNA. SCRIVETEGLI. CARLO TESSERI, casa circondariale Dozza, Via del Gomito 2, 40136, Bologna. |
Horst... senza perder
tempo... |
------------------------------------------ una vecchia intervista a Horst e una lettera
della sua compagna, ------------------------------------------ A colloquio con Horst Fantazzini, una vita in carcere: fine pena 2022
D. Qual è al momento la tua situazione giudiziaria e quando prevedi di poter uscire dal carcere almeno in semilibertà? R. Al momento la mia scarcerazione dovrebbe
verificarsi nel 2022, anno più o meno. Nella classificazione delle
tipologie penso d'essere stato inserito nella categoria
"dinosauri e tartarughe". Credo che, più che di comitati di
liberazione dell'area anarchica, di me dovrebbe interessarsi il WWF,
sezione "specie in via d'estinzione...". Questa situazione
assurda é venuta a determinarsi tramite l'applicazione, in modo
restrittivo, del cosiddetto "cumulo giudico", che funziona così:
sono computate e sommate tutte le condanne e se il risultato é
superiore ai 30 anni, che è la pena considerata massima, la condanna
complessiva viene fissata in 30 anni. D. Molte compagne e compagni ci hanno chiesto se ti consideravi anarchico anche prima di venire arrestato. R. Questa é una bella domanda. Tu eri amica di
Libero, mio padre, e mi hai incontrato fisicamente circa undici anni
fa. È indubbio che io mi sia sempre definito anarchico e come tale
mi sono rivendicato e mi rivendico processualmente. D. Puoi parlare delle tue lotte durante la lunga detenzione? Nel film questo aspetto viene eluso. R. Parlare di lotte in carcere oggi è come
riesumare dolcemente ricordi da un sarcofago, tanto è il cambiamento
verificatosi, negli ultimi quindici anni, del luogo e dei suoi
disperati abitanti. D. Durante queste lotte hai dovuto scontrarti non solo con il potere carcerario ma anche con il "contropotere". Vuoi raccontarci come è andata ? R. Tra la fine degli anni settanta e la metà
degli anni ottanta, le carceri erano piene di compagni. Le carceri
speciali erano una decina: Cuneo, Novara, Fossombrone, Trani,
Termini Imerese, Favignana, Pianosa, l'Asinara e Nuoro. Voghera per
le compagne. "La miseria esistenziale dell'intellettuale è il suo essere dilaniato dalla contraddizione tra l'universalità del suo sapere ed il particolarismo della classe dominante di cui è il prodotto. E così si dibatte incarnando l'hegeliana "coscienza infelice" tra referenti da abbandonare e da conquistare... E con questa cattiva coscienza, sorgente del suo malessere, s'allinea ora con il proletariato, ora con i marginali, ora con il terzo mondo, cercando punti fermi sui quali rifondare le proprie rovine, riproponendosi sempre come soggetto attivo, come intellighentia che, rispetto ai fenomeni sviscerati e sezionati col microscopio del sapere, si autopropone come avanguardia esterna dall'alto di quel sapere rubato ai suoi antichi padroni. Tra alterne sorti si dibatte nella disperazione d'essere un eterno orfano. Orfano dei padroni abbandonati senza rifiutarne i privilegi. Orfano del proletariato che sempre lo ha istintivamente rigettato come corpo estraneo. Orfano del terzo mondo che non ha tempo per sintonizzarsi su intelligenti analisi dovendo risolvere, giorno dopo giorno, i suoi urgenti problemi di sopravvivenza. D'esclusione in esclusione, d'elisione in elisione, d'erosione in erosione, s'è ritrovato con altri in un unico ghetto. Allora, spaventati e coinvolti dalle variabili impazzite uscite dalle loro teorizzazioni, hanno incominciato a negoziare la resa sulla pelle di tutti: per reintegrare la loro iniziale posizione di intellighentia. Miserie nella miseria, plagianti plagiati, ma privilegiati che da sempre trovano il nido caldo del figliol prodigo che ritorna alle sue origini... " Costoro col pentimento o la
dissociazione oppure coi benefici dello stato che intendevano
combattere "senza tregua!", ora sono quasi tutti fuori. D. Senza voler essere invadente: è stata più volte rilevata la trasparenza e la serenità del personaggio di Anna nel raccontare quello che era il vostro rapporto prima e dopo i tuoi arresti. Hai voglia di parlarne? R. Con l'ultima domanda mi metti in crisi.
Pochi giorni fa mi ha intervistato una giornalista per conto della
trasmissione Frontiere di RAI 2. Tra le altre domande, ad un
certo punto mi ha chiesto se mi sento
pentito. ---------------------------------------------------- (29 novembre 2000) Carissime compagne e compagni, finalmente dopo tante vicissitudini la lunga storia carceraria di Horst Fantazzini sembra volgere al termine.
Sono passati tantissimi anni e la pellaccia di
Horst ha passato il confine tra la vita e la morte almeno due volte
in carcere ed un'altra da latitante; ha conosciuto le catene delle
prigioni francesi, l'isolamento, la tortura, i pestaggi delle
carceri speciali in Sardegna, un quasi plotone d'esecuzione a
Fossano; ed ancora il dolore per non poter essere presente nemmeno
ai funerali dei suoi genitori, Bertha e Libero; e poi in tempi più
"morbidi" (ma non più di tanto) la normalità di un carcere che
vorrebbe apparire umano, ma che umano non è, è sempre un carcere di
merda. LIBERO FANTAZZINI! LIBERI TUTTI! Patrizia "Pralina" Diamante e Horst Fantazzini estratti dal sito: http://www.ecn.org/filiarmonici/fantazzini.html |
29 novembre 2000
|
Da "Umanità Nova" n. 1 del 13
gennaio 2002
Ricordando...Horst FantazziniLIBERI TUTTI. Con questo striscione che ne precedeva il carro funebre, Horst Fantazzini ha lasciato i compagni, le compagne, amici e parenti. Si é svolto sabato 29 dicembre il funerale in forma a-religiosa. Presso il cimitero della Certosa di Bologna si sono riunite oltre 200 persone, in massima parte compagne e compagni anarchici. Nella sala del Pantheon si é svolta la cerimonia di commiato dove hanno preso la parola Patrizia, Chiara, Giorgio, Sabatino, Salvatore, Laura e Walter, ognuna ed ognuno con un ricordo di Horst. Si é poi formato un piccolo corteo che ha accompagnato per un breve tratto il carro funebre, con le note di "Addio Lugano bella" prodotte dalla fisarmonica di Gloria e dalla tromba di Giorgio e lo striscione "Liberi tutti" che apriva il corteo. C'era anche lo striscione dei compagni del Movimento Anarchico Fiorentino "né stati, né religioni, né servi, né padroni". C'erano tante bandiere ed ovviamente anche quella della Federazione Anarchica Bolognese che suo padre, Alfonso "Libero", aveva lasciato ai compagni. Horst é morto il 24 dicembre intorno alle 20 a causa di un aneurisma addominale. La morte lo aveva colpito nel carcere della Dozza dove dimorava ormai da due anni. Ma la sua condizione di detenuto era cambiata. Dopo un breve periodo di semilibertà, di vita seminormale, da alcuni giorni era tornato ad essere un detenuto a tempo pieno, un rapinatore "gentile", un bandito dalla società. Il 19 dicembre, infatti, era stato arrestato assieme a Carlo Tesseri, in fondo a via Mascarella con l'accusa di aver tentato una rapina alla Banca Agricola Mantovana. Al diffondersi della notizia della morte di Horst si sono diffuse le voci più varie, anche quelle di una sua morte "incidentale". L'autopsia che si é svolta alla presenza di un medico di parte nominata dai figli Luigi e Loris e le testimonianze di alcuni reclusi, hanno fugato ogni dubbio e preoccupazione. Horst é stato subito soccorso e rianimato ma un secondo, fatale attacco, lo ha stroncato. Una morte banale ma una fine dignitosa di una vita in cui la dignità con la quale ha affrontato mille traversie é stato il tratto caratteristico della sua figura.
È nota, soprattutto ai lettori di Umanità Nova, la sua vicenda umana. Giovane operaio alla fine degli anni sessanta mise in pratica le considerazioni di Bertold Brecht "é più criminale fondare una banca che svaligiarla". Ma, contrariamente alle cronache rosa-nere che lo hanno reso famoso non fu mai un uomo della "mala". Agiva sempre da solo o con pochi amici. Rispondeva sempre in prima persona del suo operato, non incitava altri ad emularne le gesta, non usava armi da fuoco e prendeva ciò che riteneva "strettamente necessario". La sua lunga detenzione é iniziata nel 1973 dopo il suo tentativo di evasione dal carcere di Fossano culminato con il suo linciaggio da parte dei carabinieri del generale Dalla Chiesa. Questo fatto era stato da lui raccontato nel libro "Ormai é fatta" dal quale é stato tratto l'omonimo film proiettato in pochissime sale cinematografiche nell'estate del 1999. Aveva conosciuto le galere europee già diverse volte negli anni precedenti. Ma ha fatto 16 anni di carcere continuativo e senza permessi, fatto talmente raro da averne fatto un caso giudiziario. Aveva infatti ottenuto un permesso nell'inverno del 1989 e ne aveva approfittato per riprendersi un po' della sua vita. Era stato nuovamente arrestato nell'estate del 1991 in un'operazione che aveva dato il via alle montature antianarchiche degli anni '90. Da questo episodio la sua nomea di "terrorista" che ha portato molti giornali ad accomunarlo o addirittura ad affiliarlo alle Brigate Rosse. Proprio lui che, attivo partecipe di tutte le rivolte carcerarie, aveva combattuto non solo il potere dei secondini "di stato" ma anche quello dei secondini del "potere rosso" e, per questo, era stato oggetto di percosse da parte di detenuti istigati dal "fronte delle carceri". Un uomo libero, indomito fino alla fine. Una vita vissuta con dignità, una dignità che, alla fine, gli hanno dovuto riconoscere anche i forcaioli ed i borghesi. Se qualche ombra resterà sulla sua vita, questa sarà determinata esclusivamente dalla sua grande generosità.
Per chi volesse approfondire le tematiche consultare la lunga intervista pubblicata su Umanità Nova nel numero 3 del 30 gennaio 2000 ed ora sul sito www.ecn.org/contropotere . Sul numero 19 di U.N. del 30 maggio 1999, commentando l'uscita nelle sale cinematografiche del film "Ormai é fatta" scrivevamo: "Un giorno o l'altro vi tedierò con la loro storia. Così come della storia di Horst né il libro né il film dicono tutto quel che c'è da sapere ma, Ormai é fatta." Per ora, gli eventi ci hanno impedito di entrare più diffusamente sulla questione ma, rinnoviamo l'impegno e, per altro, segnaliamo l'attività del Dizionario Biografico degli anarchici italiani sulle cui pagine é prossima la pubblicazione della scheda su Alfonso "Libero" Fantazzini e dove, ormai, sarà presto curata anche una scheda su Horst, suo figlio, che "libero" lo é stato per brevi periodi. redb |
Da "Umanità Nova" n.19 del 30 maggio 1999 Ormai é fatta
|