Anarchia ed animalismo
Come anarchico, credo nella libertà e nell’eguaglianza di ogni individuo.
Come anarchico, lotto contro ogni forma di legge, contro ogni forma di governo, contro ogni forma di capitalismo. Cose che significano solo prevaricazione, sfruttamento, oppressione, repressione e morte. Cose che vanno contro il diritto alla vita, alla libertà e alla felicità.
Come anarchico, non vedo perché escludere gli animali da questi diritti.
Basta con la vecchia storia della specie più evoluta... mi puzza tanto di nazismo. Poi se vogliamo misurare il nostro grado di evoluzione con il progresso tecnologico, possiamo dire di essere più evoluti di un uomo del paleolitico o di un animale solo perché abbiamo l’atomica al posto della lancia o degli artigli.
Gli animali sono esseri senzienti e coscienti della propria esistenza, al contrario di ciò che ci ha fatto credere la morale comune o la religione: queste giustificano il loro sfruttamento, sostenendo che non avendo un’anima gli animali non provano le nostre stesse sensazioni.
È ben noto che anche gli "animali" hanno un sistema nervoso. Non credo che le mucche non provino dolore quando vengono macellate. E il dolore non è altro che una scarica elettrica che parte da un centro nervoso e giunge al cervello dando un impulso: il dolore è una sensazione fisica, in questo sono uguali a noi. Anche il fatto che sono sfruttati dal capitalismo li accomuna a noi.
Se negli allevamenti (anche in quelli biologici) ai polli viene tagliato il becco quando sono ancora pulcini, è per evitare che da adulti si uccidano per lo stress indotto dal sovraffollamento delle gabbie. Lo stress è un male prettamente psicologico, anche se causato da un fattore esterno.
Non voglio commuovere né disgustare, ma semplicemente denunciare che così come nessuno ha il diritto di togliere la vita ad un altro uomo o di sfruttarlo per il proprio benessere (un benessere fittizio come dimostreremo in seguito), allo stesso modo ogni animale deve avere un’esi-stenza libera e felice, cioè secondo natura.
L’uomo è onnivoro e non ha bisogno di una nutrizione basata su derivati animali: i vegetali bastano a fornire un’alimentazione completa ed equilibrata (per i dettagli rimando a "FAQ su veganesimo e vegetarismo" nella sezione "downloads" di www.ecn.org/contropotere: sarebbe un discorso troppo lungo e complicato da affrontare per me che scrivo; ndR).
Sappiamo lavorare il cotone e produrre tessuti sintetici, quindi non vedo perché continuare a distruggere vite per ricavarne pellicce.
Questi sono i motivi che hanno spinto chi crede in queste idee ad associarsi per riscattare gli animali dalla loro condizione di sfruttamento in modo più o meno diretto. Tra le varie associazioni animaliste preferiamo porre la nostra attenzione in particolare verso l’Animal Liberation Front, per i motivi che capirete continuando a leggere questo articolo.
L’ALF nasce in Inghilterra nel 1976 come un gruppo clandestino che pratica la liberazione animale attraverso l’azione diretta, ovvero salvando animali dalle varie situazioni di sfruttamento (fattorie, allevamenti di animali da pelliccia, laboratori, ecc...) o causando perdite finanziarie a chi abusa di loro (quindi boicottaggio, distruzione/sabotaggio di fast food o di fabbriche di pellami, ecc...). Nonostante ciò, ALF è un movimento non-violento, infatti gli attivisti prendono ogni precauzione per non fare del male ad uomini o animali.
È composto da piccoli gruppi autonomi che non fanno capo a nessun organo centrale. Quindi un’organizzazione priva di ogni forma di gerarchia e alla quale possono prendere parte qualsiasi individuo o gruppo vegetariano o vegano che pratica l’azione diretta in accordo alle linee generali dell’ALF.
Le linee generali sono:
Liberare gli animali dai luoghi di sfruttamento e dargli un buon posto dove potranno vivere le loro vite secondo natura.
Infliggere danni economici a chi guadagna sullo sfruttamento e sulla sofferenza degli animali
Rivelare gli orrori e le atrocità commesse contro gli animali imprigionati attraverso l’azione diretta non-violenta e le liberazioni.
Prendere ogni precauzione necessaria per non nuocere ogni animale, umano e non-umano.[1]
Per questi motivi ALF è molto più vicina ad un’organizzazione anarchica rispetto a qualunque altra associazione animalista o ambientalista (riguardo alle organizzazioni anarchiche, vi rimando a "Un progetto di organizzazione anarchica" di Errico Malatesta; ndR).
Non è necessario prendere parte a qualche gruppo per fare qualcosa per i fratelli animali. Cominciamo rifiutando e boicottando ogni prodotto che causa sofferenza ad altre vite. Proviamo a convincere la gente delle nostre idee. Denunciamo lo sfruttamento degli animali, senza dimenticare quello degli uomini. E infine muoviamoci contro chi ci sfrutta: la liberazione dell’uomo non può avvenire trascurando quella degli animali.
:sXh:
1. Tradotto da www.animalliberationfront.com
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