Numero 0 - Aprile 2002 - Anno 1

Sete di potere


Si sa che la vocazione storica dei partiti di sinistra sia quella di portare la loro azione politica nelle piazze, organizzando il conflitto sociale ai sistemi politici dominanti.
Nel corso della storia delle nazione imperialiste occidentali non c’è mai stato un regime comunista, e questi movimenti hanno sempre avuto la ragionevole pretesa di opporsi e di portare alla rivoluzione o quantomeno alle riforme.
I partiti di centro-sinistra oggi sembrano "ritrovare" questa tradizionale vocazione manifestando mano nelle mano, in perfetta retorica buonista, davanti ai palazzi di giustizia o portando fiaccole attraverso i centri storici delle più grandi città italiane, o in affollatissimi convegni come quello del Palavobis a Milano.
I loro contenuti non sono più quelli della sinistra moderata, ma quelli di piccolo-borghesi che rivendicano la loro giustizia fittizia o una più larga partecipazione al potere; naturalmente guidata da politici famelici, bramosi di potere che hanno individuato la strada comoda e intelligente (per la borghesia) per spostare i consensi, dando idea di una moralità eccelsa, di una legalità immacolata, ostentandola dai tribunali alle piazze.
Ma quali saranno, in fondo, le loro legalità? Quali le loro morali? Una mezza idea già me la sono fatta. Senza mettere minimamente in dubbio il fatto che Berlusconi e compagnia cantante siano ladro e sfruttatori che hanno trovato il metodo migliore per salvarsi dalla galera e per incrementare il loro impero, non posso assolutamente pensare che la morale dei girotondini sia minimamente simile a quella per cui noi lottiamo ogni giorno.
La loro legalità è quella dello sfruttamento nei luoghi di lavoro, in cui le leggi del capitale non vengono assolutamente messe in discussione, anzi vengono addirittura rafforzate dal centro-sinistra stesso, la legalità che incarcera i dissidenti politici, che li lascia marcire nelle prigioni (ad esempio Maria Soledad, Horst Fantazzini ecc...), la legalità che manganella selvaggiamente i manifestanti nelle pubbliche piazze o che rispedisce i leader dei popoli in lotta nelle mani dei loro aguzzini (Oçalan, rifiutato dal governo D’Alema allora presidente del consiglio). E ancora la legalità dei campi lager per gli immigrati che non fanno comodo ai padroni, CPT istituiti proprio dal centro-sinistra con la Turco-Napolitano.
Per non parlare poi della moralità. La loro morale borghese che va a braccietto con la volontà borghese di impedire le libera espressione, la loro repressione a chiunque si opponga ai loro progetti di potere, le loro recenti posizioni sulla guerra in Afghanistan, sbandierata da Rutelli alla Perugina-Assisi in cui affermava che era per la pace, sì, ma contro il terrorismo?!?!
L’unica cosa che vogliono è il ricambio vantaggioso del potere, possedere le leve di comando della nazione, per goderne i frutti e continuare con altri castighi a proletari, immigrati e precari.
Sbavano vedendo quella gente "per bene" protestare contro il governo, e si considerano come unica alternativa possibile. Ma non possono entrare nemmeno in contraddizione con loro stessi. 
Perciò è giusto distinguere anche nel governo Berlusconi, ad esempio Fini non è come il "Cavaliere", lui non è un approfittatore del potere, lui, forse, non si è lanciato in politica per salvare i suoi mal’affari, per contribuire alla crescita dell’ aggressività del suo impero, cosa importa se mette il popolo sotto i suoi piedi, cosa importa se è uno squadrista fascista.Se questa è la logica della loro morale, non possono che ricevere le mie grida e tutto il mio odio.
Stiano perciò attenti certi esponenti della sinistra marxista anche non istituzionale, che in una logica di classe vedono positivamente questi movimenti in quanto considerano più produttiva una critica di sinistra ad un governo di centro-sinistra, non accorgendosi che hanno a che fare con la sinistra tanto quanto la "casa delle libertà" ha a che fare con la libertà.

Gino


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