Numero 8 - Gennaio 2003- Anno 1

Sulla vivisezione


Ogni giorno, nei laboratori di ricerca, muoiono centinaia di migliaia di animali, vittime di ciò che la morale comune chiama “scienza”, “progresso”, “benessere”. Da anni vengono testati prodotti di ogni tipo su animali, con il pretesto di garantire la loro la sicurezza ed efficacia.
In realtà, le torture alle quali vengono sottoposti gli animali sono solo un inutile pretesto utilizzato dalle multinazionali per garantirsi fondi ingenti che dovrebbero essere destinati ad una ricerca scientifica col fine di migliorare la qualità della vita degli esseri umani.
La vivisezione, termine che non indica soltanto il sezionamento di animali vivi, ma ogni esperimento su cavie, nasce con l’avvento della scienza moderna. Il primo test scientifico su animali è stato effettuato da Galvani che usando il corpo di una rana dimostrò il principio della continuità elettrica dei corpi.
In seguito con la nascita delle scienze farmaceutiche, la vivisezione è stata ed è ancora praticata col fine di testare su esseri viventi l’efficacia e l’eventuale pericolosità di sostanze chimiche.
Lo sfruttamento degli animali da parte della scienza è giustificato dal presunto fine benefico che tali esperimenti avevano nei confronti del genere umano e da posizioni etiche positiviste e cartesiane che, giustificando il dominio dell’uomo sulle altre specie viventi, hanno dato inizio allo specismo, concezione in base gli animali, sono macchine biologiche senza anima e quindi inferiori agli esseri umani.
Oggi nonostante la falsità e l’inesattezza di tali posizioni sia stata dimostrata, la vivisezione continua a mietere centinaia e centinaia di vittime nei laboratori di tutto il mondo.
La teoria in base alla quale la vivisezione sia una sorta di “male minore” grazie al quale la scienza garantisce il benessere e la salute all’umanità intera, rappresenta il più grande inganno che la scienza moderna, sotto la quale agisce l’interesse delle multinazionali, sia stata in grado di produrre e far accettare dall’opinione pubblica.
La scienza, infatti, presuppone che da test di vario tipo effettuati su animali, si riescono a ricavare informazioni utili per la tutela del benessere degli uomini: in pratica gli animali sono utilizzati come modello presupponendo se non addirittura la loro uguaglianza, loro somiglianza biologica all’uomo. Ci sono diversi casi che invece hanno dimostrato la grande differenza che c’è tra uomo ed altre specie animali nelle reazioni alla somministrazione di determinati agenti. Medicinali testati su animali hanno avuto effetti devastanti sull’uomo, si pensi al “talidomide”, farmaco sedativo che somministrato a donne in stato di gravidanza causò più di 10000 deformazioni; al “chiochinolo”, un antidiarroico che causò paralisi e morte in tutto il mondo; ai farmaci prodotti dalla multinazionale Bayer contro il diabete che hanno causato danni permanenti a più di cinquanta vittime poco più di un anno fa. 
Nonostante l’impossibilità di prendere una specie animale a modello di un’altra sia stata dimostrata, gli esperimenti continuano.
Tra le barbari ancora inflitte agli animali ci sono:
*Test di tossicità nel quale vengono fatti ingerire con forza, farmaci e insetticidi di varia natura per osservare le reazioni. Spesso o sempre spasmi, convulsioni e morte degli animali sono il risultato di questo test.
*Test di irritabilità, il cui scopo è quello di osservare la reazione degli occhi e della pelle a contatto con sostanze chimiche. A farne direttamente le spese sono spesso dei conigli.
*Test per la ricerca medica, il cui scopo è quello di fare ammalare delle cavie animali per sperimentare cure adatte all’uomo.
*Ricerca pura, forse il più violento e inutile esercizio di cattiveria umana nei confronti degli animali, trapianti di teste e malformazioni vari sono le specialità di questo “campo di ricerca”.
Per quanto inutile e dannosa la ricerca va ancora avanti, le multinazionali ne traggono profitto usandola come alibi legale per evitare grane con la legge e l’opinione pubblica, e intanto le aziende/laboratorio e le università riempiono le proprie casse. D’altro canto anche lo stato contribuisce a questo assurdo sterminio proponendo una legge fantoccio (il decreto legislativo del 27/01/1992) che punisce l’abuso della vivisezione, garantendo comunque gli esperimenti avvalendosi della logica morale in cui la morte di un gatto non vale quella di un bambino.
L’opinione pubblica intanto rimane a guardare, vittima del sottile gioco delle multinazionali: si è messi di fronte ad una scelta ben precisa che vede da una parte la vita degli animali e dall’altra il proprio benessere.
Proprio grazie a questo conflitto infondato che la vivisezione continua ad esistere, ed è proprio in base a questo illogico interrogativo (il nostro benessere o la vita degli animali) che si giustificano gli abusi commessi.
Non si può pretendere di ottenere un miglioramento per le condizioni del genere umano sottoponendo degli animali a torture gratuite e inutili!
A differenza di altre associazioni pseudo-animaliste (LAV, PETA, ENPA, WWF, ecc…) non riteniamo la lotta legale l’arma adatta a fermare la vivisezione. I metodi per fermare questi interessi vanno dal boicottaggio dei prodotti delle multinazionali finanziatrici dei laboratori di morte, all’azione diretta.
Per azione diretta non intendiamo solo la liberazione degli animali dai loro luoghi di tortura, possiamo prendere ad esempio la campagna Stop Huntigdon Animal Cruelty nata verso la fine degli anni ‘90 e che si muove contro Huntigdon Life Sciences il più grande laboratorio di bisezione d’Europa (che miete più di 500 vittime al giorno).
Gli attivisti hanno cominciatocon il boicottaggio, compiendo in seguito vere e proprie azioni di disturbo come danneggiamenti alla proprietà dei finanziatori, intere giornate di telefonate di protesta, manifestazioni, occupazioni degli uffici dei finanziatori e lavoro di informazione e controinformazione. Inoltre diverse azioni dell’ALF sono state rivendicate in nome di SHAC. La campagna di lotta ha funzionato: molti dei finanziatori hanno desistito e manca poco alla chiusura di HLS.
Solo con l’azione diretta riusciremo a fermare questo massacro.

Anarchici Vivisezionati


 

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