Comunicato di Marco Camenisch
Ancora una volta, sebbene non lo farò mai abbastanza, saluto e abbraccio ognuno di voi. Sono veramente toccato e commosso dalle vostre innumerevoli iniziative di solidarietà e dal vostro prezioso impegno in appoggio a noi prigionieri politici e sociali, dal vostro chiaro e coraggioso schierarvi per una resistenza radicale, anche perché il vostro impegno dà la forza a noi prigionieri di resistere.
Queste iniziative sono importanti perché rappresentano il segno della forza e della vitalità della nostra resistenza solidale, perché riportano noi, prigionieri per aver resistito, fra voi che siete tanti, uguali e particolari allo stesso tempo; perché ci riportano fra voi al di là dei muri, delle catene e dei recinti che ci dividono.
Queste importanti iniziative ci riportano fra voi per combattere insieme le ancora più importanti battaglie di resistenza che ci troviamo quotidianamente ad affrontare, contro la guerra, contro l'occupazione e la conquista, contro il genocidio, contro il sessismo, il razzismo e la xenofobia, contro lo sfruttamento e lo smantellamento dello stato sociale, contro la distruzione dell'ambiente, contro il WEF a Davos (e in qualunque altro posto) a cui hanno preso parte assassini e assassine con l'aureola, solo per citarne alcune.
Queste battaglie devono essere condotte in maniera radicale, altrimenti non stiamo più facendo resistenza, altrimenti finiamo coll'essere aiutanti e complici di insaziabili sfruttatori, violenti, distruttori, veri estremisti fautori del patriarcato, del militarismo, dell'industrialismo e del capitalismo, il cui unico scopo è il bisogno di dominio.
Vi abbraccio nuovamente, abbraccio ognuno di voi.
Ci siamo, e finché siamo uniti siamo forti!
Marco, Pfaeffikon, inizio dicembre 2002
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