Un’altra scuola è possibile
Più di duemila studenti, sabato (14 dicembre), hanno invaso le vie di Udine manifestando la loro disapprovazione verso lo scempio della riforma Moratti. Sotto accusa, in particolare, la devolution, i finanziamenti alle scuole private e la gestione degli stati generali della scuola .... (mi riferisco alla dura risposta delle forze dell'ordine in occasione del presidio totalmente pacifico !!!!!). Questa contestazione studentesca si differenzia in modo sostanziale dalle precedenti per la sua sensibilità rivolta al presente, non identificandosi solamente in una promessa di un futuro migliore. All'interno del movimento si avverte una adesione del tutto spontanea alla lotta politica tipica di una opposizione non ancora organizzata e trasformata in un partito politico capace di omogeneizzare unificare le coscienze fertili dei giovani contestatori. Chi sogna di ricostruire una forma di contestazione centralizzata, secondo me, fa proprio gli interessi di quelli che non vogliono sentire sibili di opposizione!!!!! (la ministra Moratti e il nostro amato presidente del Consiglio....).
Spero che questo movimento continui a lottare sforzandosi di cambiare la sociètà dal basso rivendicando un sapere alternativo, come in certi casi ha saputo fare durante le autogestioni, e difendendo la scuola pubblica dagli attacchi della ministra della finanziaria e dalla devolution. Un'altra caratteristica che differenzia molto questo movimento dai suoi precursori è, senza ombra di dubbio, la forte esigenza di una controcultura di cui poterne essere il portavoce, contributo per una strategia non fittizia e non subalterna alle mode filosofiche, per uscire dal labirinto paradigmatico della scienza.
Le "avanguardie" rivendicano una storia di lotte spesso dimenticata, una fisica che tenga conto degli esperimenti sul campo delle energie alternative, una biologia che non demolisca il pianeta, un'economia che non sia l'espressione di una globalizzazione della povertà ecc.. Gli studenti si sono forse accorti che la scuola, così come verrà impostata, non creerà degli individui capaci di migliorare la società, ma formerà delle persone o al lavoro o alla dirigenza, accentuando il divario fra lavoro intellettuale e manuale, producendo degli automi completamente separati dalla natura e dalla società in cui vivono.
La protesta non limitandosi solo alla indispensabile lotta alla riforma (flagello della scuola pubblica per usare un eufemismo!!!!) ha centrato forse il cuore del problema: liberare il sapere per liberare la società dalla sua autodistruzione. La parte del movimento studentesco più sensibile ai temi dell'ecologia sociale pretende che nelle scuole venga attuata, da parte degli insegnanti, una pedagogia più libertaria, capace di eliminare il sistema culturale e psicologico di comando e obbedienza tra insegnante e allievo.
Saluto tutti gli studenti in lotta con una celebre frase di un fisico "dimenticato" Nikola Tesla. "La scienza non è nient'altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell' umanità".
Uno studente del Collettivo libertario MAKHNO di Udine
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