Numero 9 - Febbraio 2003 - Anno 1

Global Mobbing


Quanto più un movimento di opposizione ha un carattere fittizio, tanto più otterrà spazio mediatico. In altri termini: un sistema di dominio ha interesse a mostrarsi liberale e aperto alle critiche, ma non ha nessun interesse a dare spazio a critiche concrete e precise.
In questa formulazione, c'è tutta la questione del fenomeno "no global".
"Globalizzazione" è uno slogan plurisemantico, può essere riempito cioè con qualsiasi contenuto. Il "no" alla globalizzazione, è un rifiuto a non si sa bene cosa, perciò non è neppure un rifiuto. Leopardi nello Zibaldone teorizzò che la vaghezza è suggestiva, perciò nella comunicazione costituisce un vantaggio rispetto alla precisione.
Il richiamarsi al mercato è un espediente per aggirare la questione dell'oppressione economica. I rapporti economici sono come tutti gli altri rapporti sociali: o sono fondati sulla reciprocità, oppure sono basati sulla prevaricazione.
Le prevaricazioni su cui si fonda l'attuale oppressione economica, sono molto più prosaiche di quanto possa tollerare un sistema della comunicazione impostato sulla indeterminatezza. Nell'epoca del preteso "mercato globale", gli Stati Uniti - e anche l'Europa - applicano infatti un rigido protezionismo agricolo che impedisce a qualsiasi paese povero di esportare direttamente i suoi prodotti.
Il protezionismo infatti non blocca le esportazioni e le importazioni, ma le costringe a passare per una serie di mediazioni parassitarie tutte localizzate, ovviamente, nei paesi forti.
A ciò gli Stati Uniti aggiungono l'uso pretestuoso delle sanzioni economiche, che colpiscono una ottantina di paesi, tutti gravati del sospetto di intenzioni ostili o di terrorismo. Anche le sanzioni non hanno lo scopo di bloccare del tutto gli scambi, ma costringono la parte debole a pagare il pedaggio per l'intermediazione deputata dai governi sanzionisti ad aggirare le loro stesse leggi. Si tratta di una intermediazione sotterranea, che è disponibile nei corridoi degli stessi palazzi dell'ufficialità finanziaria, come il Fondo Monetario Internazionale, gestito da alcune logge massoniche internazionali.
Esiste quindi un sistema di norme e di strettoie e, al tempo stesso, un percorso - costellato di forche caudine per i più deboli - per eludere e aggirare quelle norme. Ad esempio: nel 1772 un tribunale inglese prese atto che lo schiavismo e la tratta degli schiavi non erano compatibili con le leggi vigenti; ora, per quanto riguarda lo sfruttamento del lavoro infantile, oggi siamo in una situazione analoga, dato che in base all'attuale legislazione internazionale è già fuorilegge; perciò l'intermediazione di merci prodotte con il lavoro infantile costituirebbe un reato, ma è proprio il fatto che sia illegale a rendere lucrosa questa intermediazione.
L'aspetto più mistificatorio dello slogan della globalizzazione consiste perciò nel dare la falsa impressione di trovarsi di fronte ad un fenomeno di internazionalizzazione economico compiuto in termini sì brutali, ma comunque aperti e trasparenti.
Anche il termine "imperialismo" appare inadeguato e fuorviante per definire l'attuale sistema, poiché un assetto imperiale comporterebbe comunque un'assunzione di responsabilità, che invece è assente del tutto nella politica statunitense.
Una definizione appropriata per la politica statunitense è invece quella di "mobbing"; un termine con il quale oggi si indica solo una pratica di aggressione/persecuzione di un lavoratore da parte di capi e colleghi. La chiave del mobbing è la criminalizzazione: si cerca cioè, con un crescendo di provocazioni, di porre la vittima nelle condizioni di commettere delle irregolarità che possano diventare l'occasione per un'ulteriore aggressione con pretesti e paraventi pseudolegali. Il mobbing implica una mobilitazione, cioè costituisce un sistema partecipativo, in cui il capo chiama gli altri dipendenti a collaborare al linciaggio del loro collega. Il partecipare al linciaggio della vittima di turno è per gli altri dipendenti motivo di sollievo e soddisfazione, in quanto costituisce il segno che, per oggi almeno, non è capitato a loro.
La prassi del mobbing non riguarda però solo i luoghi di lavoro, è invece un metodo generale per gestire il dominio senza assumersene le responsabilità; anzi il mobbing costituisce oggi l'unico progetto veramente globale.
Trasformare la dipendenza in una condizione generalmente sospetta e potenzialmente criminale, determina una situazione di confusione, in cui una criminalità immaginaria, proiettata sul capro espiatorio di turno, ha lo scopo di far perdere di vista la criminalità effettiva e incombente del dominio.
Il mobbing è una strategia di provocazione permanente, e ciò comporta la perdita di qualsiasi rispetto umano, o di semplice bon ton, nelle relazioni sociali e nella comunicazione. Un bestseller/invettiva come quello della Fallaci ha chiaramente lo scopo di suscitare e istigare ciò che finge di denunciare e di descrivere.
Il sistema di dominio oggi vuole in ogni modo dare spazio mediatico al fondamentalismo islamico, perché questo non è altro che una sua creatura, una falsa opposizione basata sulla ricerca di una mitica identità culturale minacciata, mentre invece ciò che è davvero minacciata è la convivenza nei suoi aspetti elementari.
Nel 1919 Henry Ford - l'industriale delle automobili, anche lui massone come la Fallaci - pubblicò un altro best-seller The International Jewish, il testo antisemita più importante del '900, decisivo in tutto ciò che sarebbe accaduto dopo. La differenza rispetto ad allora, è che i musulmani non sono certo una minoranza come gli ebrei, ma ciò indica appunto il salto di qualità costituito dal mobbing, cioè la capacità di modificare bruscamente la percezione, di far vedere come mostruoso e minaccioso ciò che sino ad ieri era ovvio e normale.

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