Numero 9 - Febbraio 2003 - Anno 1

Senza frontiere - senza padroni


Il titolo scelto per questa riflessione sull’immigrazione non è solo uno slogan ma è, da un lato, l’unica risposta da dare ai vari luoghi comuni razzisti che si sentono, dall’altra è l’unico modo per vivere in un mondo di liberi/e ed uguali. 
Come tutte le risposte su argomenti complessi anche questa deve essere argomentata iniziando, ad esempio, ad affrontare e demolire i già citati luoghi comuni sugli immigrati usati a piene mani anche dai media:
- "gli italiani che andavano all’estero avevano già un lavoro, questi vengono solo per delinquere".
Questa si può definire una menzogna multipla. Per prima cosa sappiamo benissimo che non tutti gli italiani che sono emigrati e che continuano ad emigrare avevano ed hanno un lavoro già pronto nel Paese in cui si recano, tanto che, per fare solo due esempi, agli inizi del secolo la Francia per arginare l’immigrazione clandestina dall’Italia pose guardie armate ai confini fra i due Paesi mentre nello stesso periodo negli U.S.A. si aprivano nuovi carceri per rinchiudervi gli immigrati che erano fuggiti ai controlli e alla quarantena, il 60% dei rinchiusi, poi rimpatriati, erano italiani. Al contrario nel 2000 con il decreto flussi, sono stati invitati in Italia 30.000 operai provenienti da Tunisia, Marocco ed Algeria . Queste persone dovevano presentarsi al confine con l’equivalente di 5 milioni di lire e lo Stato italiano gli avrebbe garantito in un breve periodo l’ottenimento di casa e lavoro. Bene, la stragrande maggioranza di questi lavoratori hanno speso i cinque milioni nei nostri alberghi per poi essere costretti a tornare a casa perché anche là dove il lavoro c’era, l’unica casa a loro concessa erano le macchine e i ponti. Seconda questione, a dire il vero molto più incisiva della prima, è la constatazione che le persone migrano non per divertimento ma per poter vivere meglio o addirittura per poter sopravvivere. La maggior parte degli immigrati fugge dalla fame o da persecuzioni politiche provocate spesso dai "nostri" stessi Paesi ricchi o dalle "nostre" multinazionali.
Il continente più ricco di risorse in assoluto sarebbe l´Africa. Ma le popolazioni africane usufruiscono (dati non dell’internazionale delle federazioni anarchiche ma dell’O.N.U.) solo del 9% delle proprie risorse agricole e minerarie, il resto è in mano a multinazionali europee (Nestlè e De Beers in testa) e statunitensi che spesso controllano anche i governi fantoccio di molti stati, fomentando guerre continue per incrementare il mercato delle armi e per il controllo delle materie prime. È la tattica del neocolonialismo, non più occupazione militare ma occupazione economica che è molto più invasiva e difficile combattere.
Quello fatto è solo un esempio applicabilissimo anche ai continenti sud americano o asiatico e all’Europa dell’Est.
Alle persone che fuggono da questo stato di cose i nostri governi hanno risposto con la blindatura delle frontiere e l’abolizione di fatto del diritto d’asilo, visto che, per la legge Bossi-Fini, un profugo politico che varca i nostri confini, viene prima rinchiuso in un C.P.T. (centri di permanenza temporanea, luoghi "ameno" con filo spinato e guardie armate introdotti dalla legge Turco-Napolitano ossia la 6.3.98 n.40) poi rispedito nel paese d’origine dal quale deve presentare domanda d’asilo all’ambasciata italiana. Se non fosse tragico sarebbe ridicolo. Purtroppo l’applicazione di questa legge è costata la vita ad un intera famiglia siriana che, costretta a tornare in Siria, è stata fatta sparire nel nulla dagli sgherri del governo da cui fuggiva.
- Secondo luogo comune "ci tolgono casa e lavoro".
Anche questo è facilmente confutabile con una semplice domanda di rimando: chi ci toglie veramente il lavoro e i pochi diritti acquisiti sul lavoro? Chi ci toglie il diritto alla casa? Sono gli immigrati o i padroni?
Per quanto riguarda la casa è palese il gioco degli sfruttatori, infatti mentre i prezzi degli affitti salgono vertiginosamente le case popolari o vengono privatizzate o vengono lasciate vuote in modo da favorire così la speculazione e l’ulteriore rialzo dei prezzi alla faccia di quanti devono vivere con 800 euro al mese. Per quello che riguarda il lavoro la questione è ancora più subdola. La famigerata Bossi-Fini (L.30.7.02, n.189) lega, ancor più delle leggi precedenti, l’ottenimento del permesso di soggiorno al lavoro e alla casa per cui, per avere il permesso, l’immigrato deve dimostrare di avere un lavoro e una casa, per quest’ultima il datore di lavoro è tenuto a fare da garante. Ciò comporta che il datore ha in mano la vita dell’operaio immigrato infatti, se quest’ultimo rifiuta di fare tutto ciò che vuole il padrone rischia di perdere casa e lavoro e con questi il permesso di soggiorno. Si è creata così una classe di lavoratori senza diritti ed altamente ricattabili, si è, in poche parole, rilegittimata la schiavitù. Questo può portare alla scomparsa dei più elementari diritti anche per gli italiani che, per poter lavorare, saranno costretti ad accettare le stesse condizioni che ora devono accettare i migranti, da ciò si evince che non sono gli immigrati mettere in pericolo il lavoro, ma bensì i loro sfruttatori che poi sono anche i nostri.
- Terzo luogo comune "sono criminali e terroristi quindi una minaccia per la nostra sicurezza".
La scusa della "sicurezza" è sempre stata usata dagli stati nei momenti di difficoltà per togliere senza difficoltà la libertà ai cittadini. La creazione ad hoc di un fantomatico nemico ferocissimo e spietato contro il quale unirsi per salvare le proprie vite ottiene due risultati essenziali per il potere: distogliere l’attenzione dal vero nemico, ossia il potere stesso, e riuscire a aumentare repressione e controllo sociale senza scontri. Questo succede dalla notte dei tempi potremmo citare la caccia alle streghe nel medioevo -rinascimento, come le leggi razziali e gli stermini hitleriani e mussoliniani fino ad arrivare al maccartismo negli stati uniti o alle leggi speciali sul terrorismo come la legge Reale nell’Italia degli anni 70, mai abolita, o quelle odierne negli U.S.A. che permettono, in definitiva di arrestare una persona anche senza alcuna prova o mandato. Ci troviamo di fronte insomma all’antichissimo dividi e comanda, del resto è proprio avendo in mente questo "gioco" che si sono creati i mille confini e frontiere esistenti, frontiere che, infatti, esistono solo per gli essere umani ma sono state abolite per le multinazionali e i loro traffici, per i quali si parla di globalizzazione.
L´unico antidoto a questo veleno è l’unità degli sfruttati contro gli sfruttatori, cominciando a parlare non, come è stato fatto anche qui per facilitare il discorso, di noi italiani e loro migranti ma di noi sfruttati di ogni luogo contro loro padroni in e di ogni luogo. Abolendo le frontiere mentali arriveremo ad abolire anche quelle fisiche, togliendo così agli sfruttatori l’arma più potente.
Una mondo senza frontiere è un mondo senza padroni e un mondo senza padroni è un mondo di liberi/i ed uguali è la nuova umanità a cui aspiriamo.

Commissione antirazzista della F.A.I.


 

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