Numero 9 - Febbraio 2003 - Anno 1

. . . Per l'occupazione del cantiere di un carcere


Assistiamo tutti i giorni al processo di atomizzazione dell'uomo, i sistemi di controllo si affinano, le polizie di tutti gli stati si organizzano in un unico occhio di Zeus. C’è un disegno repressivo molto chiaro,che prende forma dal progetto mondiale di globalizzazione e che si cristallizza in ogni paese con l'inserimento di nuove leggi o vecchie rispolverate sempre più restrittive. Uno dei capisaldi del momento è la lotta contro il terrorismo (vedi 41 bis Italia, Fies Spagna). Così il potere si legittima,così i potenti si giustificano. La volontà è quella di attaccare per eliminare o trasformare ogni forma di dissenso o critica,sia sociale che individuale. Quindi i parametri si allargano e le leggi antiterrorismo colpiscono l’islamico, l'anarchico, la prostituta e lo spazzino. Nel mentre i programmi di controllo e sicurezza si estendono fino alla schedatura dei bambini già dalle scuole elementari (vedi nuove leggi di sicurezza in Francia). Il metodo è sempre lo stesso, esercitare terrorismo psicologico, avvallato dalle infinite campagne massmediatiche. Creare paura per bloccare il desiderio di rivolta insito in ogni uomo,che prende coscienza della propria galera. Allo stesso tempo installare il consenso sociale, attraverso un processo di isolamento e alienazione. Il fine sta nel creare uno spirito d'accettazione e totale sottomissione in ogni essere umano (ogni essere vivente),un vero e proprio processo di assopimento dell'individuo che consentirebbe  alle forze dominanti di agire indisturbate per continuare ad assoggettare il pianeta. Ma il nemico lo conosciamo, è quello che da sempre distrugge, ammazza, reprime in nome del capitale e della progressiva mercificazione dell’essere umano e del suo ambiente. C’è un coordinamento europeo che sta prendendo forma sulla base di una critica radicale  anticarceraria e antirepressiva, è un insieme di collettivi, individui e situazioni variegate, che hanno deciso di creare un percorso e un'analisi collettiva, movendosi  all'interno di un circuito non istituzionalizzato. Il carcere viene individuato come tangibile punta dell’iceberg di un sistema aberrante e repressivo. Pertanto l'appello che ha convocato la prima riunione a Parigi era per discutere la proposta di occupazione del cantiere di un carcere in costruzione. Quest’occupazione non vuole essere un punto d'arrivo. La volontà reale è quella di creare una rete di contatti, di scambio di informazioni e di analisi coadiuvabili nella pratica dell'azione diretta. Dall’incontro internazionale avvenuto a Parigi uscirà un documento riportante i punti trattati. Tutto è in fase di discussione ed evoluzione. Il prossimo weekend di preparazione e incontro internazionale si terrà a Torino il 5 e 6 aprile.

Per informazioni:
rosalia@fastwebnet.it
butterfly@resiste.net
tel:0115694300
tutti i mercoledì sera spazio informativo rosalia occupata c.so san Maurizio 6 Torino.


 

Indice