Chi sono i sognatori?
Da sempre gli anarchici vengono dipinti come pericolosi amanti del disordine e del caos o nella migliore delle ipotesi come degli inguaribili “romantici”, sognatori incapaci di tenere i piedi per terra. Confesso che il sogno e l’utopia svolgono un ruolo fondamentale nella mia vita e credo che lo stesso valga per i miei compagni anarchici, ma questo forse significa che non siamo in grado di guardare la realtà e che viviamo in un mondo immaginario? A me non sembra.
Credo invece che a vivere in un mondo immaginario siano quelli che credono di garantire la pace con la guerra, quelli che vanno in giro con dei sacchettini gialli facendo acquisti per far girare l’economia, quelli che si riuniscono in un supermercato e gridano di stare meglio di tutti, quelli che credono che la felicità possa risiedere nel successo, nella fama, nel denaro; quelli che credono di vivere in una democrazia, quelli che credono che la democrazia possa applicarsi come forma di governo senza degenerare in oligarchia, quelli che credono che le istituzioni possano sussistere senza sfruttamento, quelli che hanno fatto tanta strada da “non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni”.
Caratteristica comune di questi “sognatori di un mondo reale” è la tendenza a dividere il mondo in categorie, incasellare tutto dentro rigidi schemi: di qua i buoni, di la i cattivi, senza considerare che la realtà è ben più complessa, che le parti sono in relazione con il tutto ed il tutto è in relazione con le parti, che le cose, almeno per quanto ci è dato sapere su questa terra, l’unica sicuramente reale, non sono mai assolutamente buone o assolutamente cattive, ma realisticamente complesse, e nella maggior parte dei casi, se non nella totalità, contraddittorie.
Questa incapacità dell’uomo di accettare il carattere paradossale della propria vita, lo ha portato a creare delle sovrastrutture idealmente perfette: le istituzioni, e a convincersi che esse potessero garantire, anche con qualche aggiustamento, la loro felicità e la loro sicurezza.
Quale sogno più illusorio sarebbe possibile che quello di imporre delle leggi per loro natura semplici, tant’è che oggi è ritenuto indiscutibile che esse vadano interpretate non semplicemente applicate, ad una realtà sociale complessa?
Questa stessa incapacità è sempre stata sfruttata da tutte le “classi dirigenti” nel corso della storia, passando dal sogno dell’“unico mondo possibile”, fatto ad immagine e somiglianza di dio, del mondo medievale, a quello del “migliore dei mondi possibili” che con le dovute correzioni e successivi aggiustamenti sopravvive fino ai giorni nostri.
“Purtroppo” per le classi dirigenti però, i sogni dei loro sostenitori sono destinati a crollare, poiché la realtà, che uno la accetti o no, continua a fare il suo corso, e i meccanismi di controllo, essendo fittizi, sono destinati a crollare, è la storia che ce lo insegna; la società si fa sempre più complessa e si devono escogitare forme di controllo sempre più complesse che via via però devono obbligatoriamente fare delle concessioni alla libertà. Non a caso utilizzo il termine obbligatoriamente, perché mai si è verificato e credo mai si verificherà che una classe dominante rinunci spontaneamente ai suoi privilegi.
“Purtroppo” per le classi dirigenti è impossibile illudere tutti, ci sarà sempre chi si aggrapperà ad un reale bisogno di libertà, di fratellanza, di uguaglianza, che mostrerà come realmente stanno le cose, che contribuirà con tutti i mezzi a fare in modo che la gente si svegli e che riuscirà a far capire agli uomini che possono essere veramente liberi, togliendo dalla loro mente la paura verso il prossimo e sostituendola con il rispetto reciproco. Buongiorno sognatori!!!
Barbabietola
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